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Remothered: Broken Porcelain | Anteprima (PC)

Darril Arts e Stormind Games sono due nomi che gli appassionati di horror games impareranno a conoscere progressivamente meglio durante il corso dei prossimi anni, specie se questo Remothered: Broken Porcelain finirà per essere bello come attualmente promette.

Gli appassionati di Horror Games in ogni caso avranno già almeno sentito parlare del primo capitolo di Remothered, un videogioco dotato di una narrativa potente che ha portato molto in alto il talento italiano dei sopracitati sviluppatori all’interno della kermesse mondiale.

Durante l’edizione 2019 degli italianissimi IVGA la buona novella: in sviluppo c’è un secondo capitolo, apparentemente slegato dal primo Remothered, che promette nuovamente di dare un interessante scossone al mondo degli horror, fungendo da letterina amorosa nei confronti di videogiochi come Clock Tower.

L’Ashmann Inn, di fatto, funge da perfetta ambientazione per permettere alla nostra indifesa protagonista di fuggire dalle grinfie di Porcelain, un abominio che tanto richiama i bestioni deformi che storicamente hanno terrorizzato i giocatori tra Clock Tower, Hauting Grounds o titoli più recenti come i videogiochi realizzati da Frictional Games (Amnesia e Penumbra).

Il paradigma horrorifico messo in piedi da Darril & soci è qualcosa di non spesso visto nel genere. All’interno di un contesto di horror in terza persona ci sarà unicamente permesso scappare o rallentare l’avanzata del nostro avversario, senza poter effettivamente reagire nei suoi confronti. Remothered: Broken Porcelain tende a sostituire i jump scare di molti altri titoli con un’ansia sommessa, come un serpente strisciante che si avvinghia nella mente del giocatore durante il corso dell’avventura.

Il sopracitato hotel in cui saremo rinchiusi sin dal momento zero, l’Ashmann Inn (che richiama in più frangenti Shining), di fatto, non finirà altro che essere un terribile labirinto atto a preoccuparci e a ostacolarci con il passare delle ore, mantenendo sempre una serie di atmosfere opprimenti che ben si adattano al mood. Quest’ultimo è tratteggiato da una direzione artistica di ottima qualità che mischia uno stile realistico ad una serie di atmosfere cinematografiche di ottimo livello, che richiamano un certo Dario Argento in più frangenti.

Il silenzio contro il male.

Remothered: Broken Porcelain ci mette nei panni di Jennifer, ragazzina poco più che quindicenne che finisce per lavorare all’interno dell’hotel Ashmann a causa della sua espulsione da un collegio privato. Rimasta sola a causa di un litigio, la nostra protagonista si sveglierà all’interno di una situazione inquietante, ove anche chi fino al momento prima aveva mostrato tolleranza finisce per diventare una creatura immonda.

Così capita alla domestica Andrea, che da figura burbera ma buona finisce per trasformarsi in un’ essere vivente dominato da farfalle e falene, tutto meno che pacifico. Andrea sarà soltanto il primo di una lunga serie di ostacoli, tutti affrontabili attraverso il paradigma ludico che funge da collante tra i contenuti.

Remothered: Broken Porcelain è uno stealth horror game in cui sarà importante non farci vedere, fuggire e quando possibile ostacolare il percorso dell’avversario. Rispetto al procedente capitolo il gameplay è stato potenziato e ampliato, con maggiori opportunità ludiche dovute alla possibilità di craftare oggetti con maggiore varietà rispetto al primo capitolo. Nei panni di Jennifer ci sarà possibile creare addirittura bombe stordenti o diversivi in grado di attirare l’attenzione dei nemici verso un punto specifico, se non addirittura bloccare le porte dell’Hotel.

Tutto ciò sostanzialmente chiede al giocatore di pianificare con un minimo di crismi il proprio operato all’interno dell’ambientazione. Questo perché in Remothered: Broken Porcelain l’improvvisazione difficilmente paga e finire all’interno della schermata di game over è tutto fuorché difficile, complice anche una difficoltà abbastanza elevata.

L’intelligenza artificiale dei mostri da cui fuggire, infatti, tutto ci è sembrata meno che deficitaria. Nonostante qualche incertezza di bilanciamento (con avversari in grado di passare dalla modalità macchina di morte alla modalità patata scema nel giro di cinque secondi) il titolo è restato praticamente per tutto il periodo della nostra prova divertente e inquietante, anche grazie ad una serie di interessanti accorgimenti, tra cassetti e porte da spingere.

Ancora qualche ritocchino.

La natura ancora in divenire del titolo lascia il fianco a delle problematiche di carattere tecnico che pensiamo verranno tranquillamente risolte con i lavori per la release finale. Nello specifico, oltre ai sopracitati problemi di bilanciamento dell’intelligenza artificiale, parliamo di qualche magagna grafica.

I personaggi del gioco hanno animazioni tutto sommato ancora legnose che potrebbero scontentare i giocatori più attenti al realismo. A questo possiamo sommare qualche transizione decisamente scattosa tra uno stato e l’altro o una treccia di capelli spesso imbizzarrita, almeno sul PC e sulla configurazione da noi provata.

Questi problemi in ogni caso non oscurano il grandissimo lavoro tecnico fatto da Darril e Stormind Games sul titolo. Rispetto al primo capitolo si nota fin da subito un grande balzo in avanti a livello di modellazione poligonale e sistemi di illuminazione; entrambi questi miglioramenti aiutano l’immedesimazione del giocatore all’interno dell’ambientazione. Nonostante si sia lontani dalle produzioni tripla A più blasonate il titolo si difende benissimo e merita di ricevere encomi per il lavoro svolto.

Interessante anche il doppiaggio, in inglese e di ottima qualità, che innalza un’altra volta il livello qualitativo del prodotto verso vette che davvero ben promettono per il 20 Ottobre, data di release del titolo.

In ultimo vogliamo soltanto dire una cosa vagamente spoilerosa: il titolo sembra puntare direttamente al cuore dei giocatori di Remothered: Tormented Fathers grazie a rimandi e ad una trama intrecciata, che alla fine della demo a noi proposta ha lasciato interrogativi e dubbi che tanto, tantissimo richiedono un playthrough completo.

Darril Arts e Stormind Games sono riusciti nel creare un seguito interessante un po’ da tutti i punti di vista, sia ludicamente che tecnicamente parlando. Il titolo promette di far vivere notti insonni a molti giocatori e ci lascia con l’acquolina in bocca molto più di quanto potessimo lecitamente aspettarci. Il tutto nonostante qualche problemino di carattere tecnico che potrebbe tranquillamente scomparire entro la release date del gioco.

This post was published on 19 Settembre 2020 16:56

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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