Erano gli anni ottanta e Vince Desi, uno sviluppatore americano, stava iniziando a muovere i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi sviluppando titoli per bambini ed edutainment in quel di Tucson. Dopo dieci anni di bontà e glitter il povero sviluppatore italoamericano finisce per sbroccare e tenta di dare alla sua vita una svolta, tirando fuori nel 1997 un nuovo videogioco chiamato Postal: uno sparatutto isometrico caratterizzato da una violenza over the top e da una satira dissacrante nei confronti di praticamente qualsiasi cosa nel mondo.
Running With Scissors, questo il nome della software house responsabile del titolo, rendeva chiara fin da subito l’idea di essere un manipolo di persone con veramente pochi peli sulla lingua: giochi tecnicamente non aggiornati ma dotati di idee folgoranti e sopra le righe, per delle esperienze a cavallo tra il trash e l’avanguardistico. Col secondo capitolo di Postal, uscito nel 2003, l’internet pian piano iniziò a guardare la serie con un misto tra il disgusto e l’amore, sopraffatto dalle mille idee bislacche e dalle budella che tappezzavano le pareti delle ambientazioni.
“Going postal “dopotutto era una perifrasi tipica dell’america anni novanta ispirata ai raptus di follia di impiegati postali: esisteva un titolo migliore per un gioco dove al protagonista veniva lasciata una libertà d’azione praticamente assoluta sul come sfogare la propria violenza?
Se escludiamo un terrificante terzo capitolo (di cui parleremo per esteso da qualche altra parte prima o poi, tanto è brutto) la saga sembrava riposare in qualche scantinato da anni e anni; nel 2019 Running With Scissors mette insieme le forze necessarie per riportare su PC una versione aggiornata di Postal 1 e consegna ai mercati Postal Redux, ritornando dall’inferno in cui si era cacciata con il terzo capitolo.
Il 2019 deve essere a loro sembrato l’anno giusto per tirare fuori un videogioco nuovo di zecca, qualcosa con cui poter riportare in alto il nome del brand.
Postal 4: No Regerts (col titolo scritto volontariamente sbagliato, non siamo scemi noi) è il risultato di questo percorso, una specie di vendetta da parte della software house ed una nuova iterazione di una saga che non si è mai presa troppo sul serio.
Postal 4: No Regerts è uno sparatutto in prima persona con ambientazione open world e gameplay sandbox che ci mette nei panni del leggendario Postal dude, per la prima volta arrivato nella cittadina di Edensin. Doppiato da Jon St. John, voce dell’iconico Duke Nukem, il nostro simpatico figuro avrà dalla sua un vasto arsenale composto da armi da fuoco e armi bianche, senza dimenticare droghe in quantità industriali, animali morti, silenziatori felini e mestizie di ogni genere. La cittadina di Edensin, navigabile attraverso un comodo scooterino elettrico, sarà il teatro perfetto per cercare di ricominciare la propria vita dopo una scia di sangue vecchia quindici anni.
L’aria che si respira avviando per la prima volta il gioco è quella di un pazzo titolo low budget dei primi anni duemila, ovvero quella di Postal 2, il capitolo più importante e conosciuto della serie; disegni che sembrano usciti da fumetti underground americani carichi di sesso e violenza, character design che naviga tra stereotipo ed originalità, riferimenti sessuali e ultraviolenza visiva e verbale sono solo alcune delle cose che vi verranno vomitate dal gioco nel giro dei primi 5 minuti di gameplay, sempre che il vostr computer riesca a far girare il tutto.
Sì perché il vero grande problema che chi scrive ha dovuto affrontare nello sperimentare questo gioco è principalmente legato a quella che è, a memoria d’uomo, una delle peggiori ottimizzazioni deella storia. Il titolo è stato rilasciato dalla software house Running With Scissors come una alpha estremamente buggosa e lontana dallo status finale, particolare vorace di potenza di calcolo nonostante un aspetto visivo inferiore a videogiochi come Unreal (quello del 1999). Un computer che ha tiene in piedi tranquillamente le produzioni più moderne con livelli di dettaglio più che rispettabili, a causa di un’ ottimizzazione insufficente (eufemismo bello e buono), ha regalato sessioni di giochi caratterizzate da momenti di fluidità assoluta mischiati a slideshow di foto di scarsa qualità.
Sia che ci troviamo con le texture al massimo del loro livello qualitativo che al minimo, la build pre-alpha da noi (e in generale dalla stampa) provata non ha regalato scorci di particolare bellezza ne ha brillato dal punto di vista puramente visivo. Il titolo sembra una versione leggermente più raffinata del sopracitato Postal 2 con qualche miglioria grafica e il 90% di caratteristiche in meno: mancano le funzioni di salvataggio e caricamento partite, mancano alcune opzioni di personalizzazione, manca una pulizia generale nella realizzazione del titolo che è finito, durante le nostre sette ore di gioco, in un lungo percorso fatto di crash improvvisi e di reset forzati a causa di bug.
Alle volte ci siamo ritrovati incastrati nelle vicinanze di scale a pioli, altre volte abbiamo visto il tutto esplodere dopo aver svoltato un angolo, altre volte ancora abbiamo visto i personaggi reagire alle nostre azioni in modi completamente casuali, come se non ci fosse nemmeno un ‘intelligenza artificiale a fare da fondamenta al complesso ludico. All’interno del gioco le nostre azioni finiranno impunite a causa della polizia e le tre missioni di gioco che è possibile racimolare finiranno per esaurirsi dopo un paio di ore di gioco, dando a questa versione del titolo una rigiocabilità praticamente minima.
Valutare Postal 4: No regerts dal punto di vista prettamente tecnico sarebbe però sbagliato come non mai. Il titolo in questione, quando riesce a girare ad un framerate superiore ai 30 nasconde numerose possibilità ludiche che strapperanno più di una risata e incentiveranno l’esplorazione e la sperimentazione. Arrivati ad Edensin ci ritroveremo a barboneggiare con un cartello in mano alla ricerca di un lavoro senza nulla ad impedirci un eventuale strage.
L’arsenale di gioco concede al nostro violentissimo protagonista una serie di strumenti di morte assolutamente strampalato: dagli oggetti contundenti, ai machete boomerang affilati come dei miracle blade, alle armi da fuoco tipiche dell’esercito americano (da silenziare attraverso l’utilizzo della parte terminale del nostro felino domestico preferito, chi vivrà vedrà!), ai piccioni affetti da rabbia. Dare fuoco alla gente con una tanica di benzina e spegnerla urinandole sopra è da sempre una delle esperienze più catartiche e di cattivo gusto che si possono fare nella vita e, questo Postal 4: No Regerts, permette di eseguirle senza finire in carcere per le proprie malefatte.
Il gameplay è lontano dalla raffinatezza di titoli più blasonati, sia per il sistema di movimento che per il gunplay che per l’interfaccia. Se tecnicamente ci troviamo davanti ad un disastro vero e proprio, ludicamente parlando Postal 4 ha di che parlare perché ti permette di compiere azioni altrimenti sommerse dalle regole del politically correct negli altri giochi. Giocare a Postal 4: No Regerts non è divertente, non è stimolante, non è l’esperienza da fare per essere felici; ridere di Postal 4, ridere delle situazioni create, urinare sui cani che giocano nel parco e poi andare a drogarsi di fianco ad una pubica vecchietta sono le motivazioni per cui l’acquisto di Postal 4 potrebbe essere consigliato.
Torniamo quindi al punto principale della nostra anteprima: Postal 4 No Regerts è un videogioco da acquistare?
Risposta breve: plausibilmente no ma forse si.
Risposta lunga: il titolo in questione è un videogioco che guarda ai giocatori di Postal 2 e fa gli occhioni dolci, utilizzando una premessa simile ed un gameplay che è la diretta raffinazione di quello che fu consegnato alla storia del bad taste nel 2003. Allo stato attuale Postal 4: No Regerts è tecnicamente un videogioco incompleto e di terribile fruizione, a causa della pletora interminabile di problemi tecnici che il gioco si porta dietro. Se dare di matto risulta divertente per le prime cinque ore, non avere missioni con cui esplorare le idee degli sviluppatori stancherà prestissimo e dover ricominciare di volta in volta il gioco a causa dell’assenza delle funzioni di salvataggio e caricamento (!!!) è sfibrante.
Si, sappiamo che il titolo è stato dichiaratamente messo a disposizione dagli sviluppatori come un alpha nemmeno troppo raffinata e che gli aggiornamenti per rendere l’esperienza gradevole sono solerti e abbastanza frequenti, sappiamo delle funzioni interne al gioco per aiutare gli sviluppatori nel debugging e così via.
La domanda è un altra: siete pronti a pagare un paio di decine di euro per mettere le mani su di un videogioco che è ancora un bambino tutto vomito e pianti?
Il giorno che Postal 4: No Regerts sarà almeno tecnicamente sufficente, con un’ ottimizzazione degna di tal nome ed un comparto grafico che almeno si lega ai prodotti degli anni duemila saremo pronti a consigliarlo senza remore; per il momento ci limitiamo a consigliarne l’acquisto soltanto a quelli che con Postal 2 ci hanno scritto una tesi di laurea o ci hanno portato a letto una ragazza, tutti gli altri faranno bene a correre lontano.
This post was published on 29 Ottobre 2019 14:27
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