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Anteprime

[PROVATO] Cara Google Stadia, ti devo le mie scuse

Sin dal suo annuncio ad ottobre dello scorso anno, Stadia ha scatenato un dibattito così forte tra detrattori e supporters da ricordare le prime gloriose console war tra Play Station e Xbox.  (Daniele ne parla qui, Michele qui. Giusto per farvi vedere come anche nella nostra redazione ci siano due correnti di pensiero)

Purtroppo però, nonostante le varie illazioni comparse su molti siti specializzati, pochissime persone avevano finora messo le mani sul prodotto finale, riducendo i vari commenti a semplici opinioni più o meno informate. Forte del mio background informatico, anche io avevo provato a capire quali fossero i requisiti per far si che Stadia potesse funzionare, finendo sempre per credere che i milisecondi necessari a giocare un gioco in streaming fossero troppi per poter rendere l’esperienza gradevole, anche al massimo delle performance.

Felice di poter finalmente confermare tutti i miei dubbi mi sono recato insieme a Daniele allo stand di Google, pronti ad avere il nostro primo vero “hands on”. Tra i vari titoli a disposizione abbiamo ovviamente scelto Doom Eternal, che avevamo già provato il giorno precedente da Bethesda, così da avere un paragone fresco (e la possibilità di giocarlo nuovamente!). Ad ognuno di noi è stata assegnata una postazione con schermo, cuffie, controller Stadia ed un pc di evidente fascia medio-bassa (ndr. un chromebook). Ci è stato assicurato che il setup che avremmo provato sarebbe stato quello definitivo, e che al momento della demo Stadia si sarebbe interfacciata con un server in Germania. Tanto curiosì quanto dubbiosi abbiamo preso il controller in mano, premuto la barra spaziatrice, e abbiamo cominciato a giocare.

Mentre attendavamo il nostro turno ci veniva presentato Farming Simulator nei maxischermi, quanta qualità.

 

Non c’è trucco non c’è inganno

Avete presente le scene da cinema in cui il marito ha paura di esser cornuto e prova a prendere di sorpresa la moglie, credendo di beccarla al letto con il migliore amico, ed invece scopre che i due gli stavano preparando una festa a sorpresa? Ecco, mi sono sentito così, semplicemente un cretino. Abbiamo aspettato mesi e mesi per cercare di capire dove fosse l’inganno, e cosa abbiamo scoperto? Niente. Assolutamente niente. Se mi avesero detto che in mano avevo un controller Play Station e che stavo provando la nuova console Sony ci avrei creduto. Il gioco rispondeva ai miei comandi ad una velocità impressionante, non si notava nessuna lag o ritardo, il framerate sembrava perfettamente stabile – anche se non avevamo modo di misurarlo con esattezza – e la grafica era la stessa della demo Bethesda del giorno prima. Certo, in alcuni momenti si notava che la fluidità non era la stessa, ma stiamo comunque parlando di due prodotti in beta in un setup da fiera, non ci si poteva aspettare nulla di meglio. Semplicemente, non c’è nulla di negativo che si possa dire a questo punto dei lavori. Paradossalmente, vista la potenza dei server Google, il caricamento del gioco è stato più veloce di quello che avevamo avuto allo stand di Bethesda stessa!

Provando a fare i QA più che i giornalisti abbiamo cercato di scardinare tutto quello che ci è venuto in mente, abbiamo cercato di far impazzire i bottoni premendoli a ruota, abbiamo iniziato a girare come trottole, abbiamo cercato di premere i tasti di pausa, e abbiamo cercato di modificare le impostazioni dal menù per vedere se con diversi input il gioco diventava più instabile. Niente, funzionava tutto. Alle volte il feedback aptico era qualche millisecondo in ritardo, ma è difficile dire se la colpa fosse di Stadia o di Doom. Per darvi una idea dello stato in cui ci trovavamo durante il test, dopo una decina di minuti di prova ci siamo guardati tra di noi e abbiamo scrollato le spalle con gli occhi sbarrati. Qualsiasi cosa provassimo Stadia era un passo avanti a noi. L’unica limitazione rispetto alla versione finale erano i bottoni ausiliari sul controller, quelli per la ricerca su google e per aprire la dashboard, ma ci è stato assicurato dallo staff che a novembre, quando la console uscirà definitivamente, saranno pronti e funzionanti. E francamente, anche se non lo fossero, a noi non cambierebbe niente. Stadia come console funziona, ed è tutto ciò che avevamo bisogno di capire.

Qualche dubbio è ancora lecito

Non vogliamo fare gli ostinati, ammettiamo il nostro errore e facciamo ammenda. Qualche dubbio su Stadia è però ancora lecito, anche se con questa nuova consapevolezza non ci chiediamo più “se” i problemi verranno risolti, ma “quando”.

In primis, avremmo voluto vedere il consumo effettivo della banda per la demo che abbiamo provato. Il gioco era stabile oltre i 60FPS in Full-HD, e la fluidità era massima, ma quanta banda stavamo effettivamente consumando e quanta ne avevamo a disposizione? Sappiamo che Stadia ha un tool dedicato per misurare la compatibilità della propria rete, ma potrebbe essere indicativo e non considerare il ping ma solo i Mbps.

Inoltre, al momento le postazioni erano poche ed erano tutte connesse ad un server nella stessa nazione, sarà Google in grado di gestire il servizio su scala globale? E quanto i vari ISP influenzeranno l’esperienza nonostante gli sforzi di Big G? Infine, saranno in grado gli sviluppatori di integrare perfettamente i propri giochi per portare al minimo la latenza?

Visto che la bontà del prodotto è ormai innegabile, starà agli sviluppatori far si che lo scambio di dati con i server avvenga nella maniera più fluida possibile, senza intaccare le potenzialità di Stadia. La nostra paura è che alcuni giochi facciano il passo più lungo della gamba, magari implementando features multiplayer, e che l’esperienza diventi più frustrante che appagante.

Cara Google, scusaci ancora

La “””potentissima””” chromebook con stadia

 

Il nostro provato di Google Stadia è stata una esperienza illuminante, ed in un certo senso sconvolgente. L’architettura funziona e funziona bene, e dalla quantità di sorrisi che vedevamo all’uscita della sala nessuno è rimasto deluso, a prescindere dal gioco provato. Inoltre, il controller si tiene bene in mano nonostante non sia troppo ergonomico, qualcosa su cui ci sarà da lavorare in futuro, ma senza troppa fretta. In fondo, il vero valore di Stadia sarà quello di dimostrare come la tecnologia sia ormai pronta per questo grande passo in avanti, aprendo la strada ad altri concorrenti e creando il primo mercato che andrà oltre il digital delivery.

Certo, Stadia non sarà la soluzione per tutti e difficilmente manderò in pensione gli store digitali nel prossimo futuro, ma siamo ormai certi che farà ingoiare il rospo a tanti scettici, come ha fatto con noi. Ben fatto Stadia, ci vediamo a Novembre.

This post was published on 24 Agosto 2019 15:49

Riccardo "The Gametist" Galdieri

Da bambino non riuscivo ad addormentarmi senza che mio padre si mettesse vicino a me a giocare al PC. Per forza di cose, negli anni, ho fatto mio questo amore, divorando tutto ciò che poteva stare su un Floppy. Crescendo, questo amore è diventato una professione: ad oggi sono un Freelance Game Developer (con esperienza nell'ambito della gamification legata ai beni culturali) e dottorando in Interazione Uomo-Macchina per ambienti virtuali immersivi alla Scuola Superiore Sant'Anna. Quando non faccio follie come guidare una vecchia macchina da Londra alla Mongolia, vivo di videogiochi. Li creo, li studio, li recensisco.

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