Mancano ormai solo poche ore all’uscita ufficiale di TT Isle Of Man, il videogioco ufficiale del Tourist Trophy edito da Bigben interactive e Kylotonn Studio. Noi di Player.it abbiamo avuto modo di provare in anteprima questa simulazione di una delle corse motociclistiche più dure del mondo, ecco le nostre impressioni a caldo su quanto provato nella versione per Sony PlayStation 4.
TT ISLE OF MAN: LE NOSTRE PRIME SENSAZIONI DI GUIDA
Come vi abbiamo raccontato in questo breve speciale, l’idea alla base di questo TT Isle of Man è quella di rendere disponibile, a tutti gli appassionati di motociclismo, l’esperienza di una delle competizioni più dure e pericolose del mondo, il Turist Trophy. Questa gara si svolge sull’immenso tracciato di Snaefell Mountain Course sull’Isola di Man, un circuito urbano di 38 miglia (60,7 km) e da oltre un secolo mette a dura prova piloti e motociclette di ogni angolo del mondo, basti pensare che sono oltre 250 le persone che hanno perso la vita su queste anguste stradine.
Il primo impatto con il gioco avviene attraverso un fondamentale tutorial. A bordo della Honda CBR600 di John McGuinness, potremo infatti prendere confidenza con i comandi di gioco e con i primi chilometri di pista. Si accelera con il grilletto destro, mentre si frena con quello sinistro o attraverso il movimento dello stick analogico. Si sterza spostando lo stick e si cambiano le marce con i due grilletti superiori. Con le freccette si cambia la telecamera. Un sistema di comando volutamente spartano, atto a semplificare un po’ la vita del videogiocatore, alle prese con una simulazione già ricca di difficoltà intrinseche.
UNA INCREDIBILE SENSAZIONE DI VELOCITA’
La prima e più importante scelta da fare è quella relativa alla videocamera della visuale. Ci sono infatti due visuali “esterne” alle spalle del nostro pilota, una terza in prima persona con vista sul cruscotto e un’ultima open direttamente sull’asfalto. Dopo averle provate e riprovate, vi posso dire che la telecamera in prima persona è sicuramente la più spettacolare e, al tempo stesso, la più comoda per pilotare al meglio il nostro mezzo meccanico.
La prima sensazione che si prova, aprendo il gas in pieno rettilineo, è quella di pura adrenalina. La pista, realizzata attraverso una tecnica di laser scan, è stretta, piena di buche e circondata da alberi, muretti e marciapiedi. La CBR600 ci mette qualche decina di metri a entrare in coppia, poi i dettagli intorno a noi iniziano a diventare sfocati. Ci sono talmente tanti particolari che all’inizio si fatica a restare concentrati sulla traiettoria e il rischio di perdersi nel meraviglioso lavoro fatto in questo senso dal team francese è concreto. In questo senso il gioco è un tripudio grafico.
UNA PISTA DANNATAMENTE DIFFICILE
Per chi è abituato a titoli di motocilismo ispirati alle competizioni su circuito, adattarsi a guidare nelle stradine dell’Isola di Man sarà tutt’altro che uno scherzo. Il manto stradale è infatti tutt’altro che regolare e la moto tende a sobbalzare in modo abbastanza nervoso. I muretti sono sempre pronti ad accogliervi a braccia aperte ogni volta che, lanciati a 200 km/h sbaglierete l’approccio ad una S. Nonostante l’impostazione di guida sia stata bilanciata verso una guidabilità semi-arcade, piuttosto che verso una punitiva simulazione totale, sbloccare il trofeo “poco equilibrio” è veramente una questione di pochi minuti all’inizio. Ovviamente, potremo attivare o disattivare numerose opzioni di guida in grado di spostare l’esperienza verso l’arcade puro o verso una interpretazione più simulativa, in base ai nostri gusti.
Il bello e, se vogliamo, anche il brutto di questo titolo è proprio qui. Da un lato non ricordo un titolo in grado di restituire una sensazione di velocità così realistica e coinvolgente. Dall’altro ho avuto l’impressione che mancasse qualcosa nella fisica della moto stessa. Rispetto ad altri titoli della stessa famiglia, le reazioni della moto in curva, in staccata, nelle esse, non mi sono sembrate sempre realistiche al 100%. Alcune volte è anche difficile capire “il limite” della moto stessa e quanto poterla spingere a fondo. Anche nella fisica degli impatti si poteva rivedere qualcosina. A conti fatti, la semplificazione dei comandi e la scelta di optare per un gameplay più fruibile ad un pubblico vasto, potrebbe aver tolto qualcosa all’esperienza di gioco complessiva.
MOLTI ASPETTI POSITIVI E QUALCHE PICCOLO DIFETTO DA LIMARE
Tolto il gameplay, a livello grafico e di sonoro il gioco è un vero spettacolo. I rumori della pista e motori sono una gioia per le orecchie. Il livello di dettaglio, sia delle moto che del circuito è davvero notevole. Vi posso assicurare che correre nelle ore serali, con l’ultimo sole che filtra dagli alberi e illumina il nostro cupolino è stato quasi poetico. Peccato per alcuni fastidiosi cali di frame in determinate condizioni e sopratutto con la visuale esterna. Un problema dovuto anche, con tutta probabilità, al fatto che la nostra prova è stata effettuata su una playstation 4 base e non con una versione Pro della stessa, sulla quale dubito ci dovrebbero essere gli stessi problemi.
Questo TT Isle of Man risulta essere un titolo molto interessante. Il livello di sfida, più che per la difficoltà legata al controllo del mezzo meccanico, risulta altissimo per le caratteristiche uniche della pista. Imparare ogni settore, ogni curva, ogni staccata dei sessanta chilometri di tracciato sarà un’impresa tutt’altro che banale anche per i giocatori più esperti. Un gioco in grado di restituire un livello di sfida adatto a un ampio ventaglio di pubblico, nel quale, qualche difetto pur presente, a conti fatti non riesce a rovinare un’esperienza di gioco complessivamente molto positiva.