Tra le varie esclusive che circondano la console ibrida di Nintendo, nel corso degli ultimi mesi, si è sempre sentito poco parlare di Daemon X Machina, il nuovo gioco di Marvelous (software house nota per qualche Senran Kagura, la saga di Valhalla Knights e gli ultimi capitoli della saga Rune Factory) destinato al rilascio entro la fine dell’anno.
In origine Daemon X Machina nasce come titolo annunciato durante l’E3 2018, il primo videogioco per Nintendo Switch a portare sulla console Nintendo un action game pieno di mecha; lo stile è composto da una grafica in cel-shading di grande effetto e un character design dichiaratamente anime. A tenere le redini del progetto è Kenichiro Tsukuda, già noto ai più nippofili per essere il produttore storico della saga di Armored Core, sviluppata da From Software (quelli di Dark Souls e Bloodborne) sino a qualche anno fa.
In occasione del Nintendo Direct di Febbraio, Marvelous ha deciso di offrire al mondo intero una demo liberamente scaricabile dal Nintendo eShop con quattro missioni, mostrando uno spaccato di gameplay del titolo e facendo salire la scimmia ai più appassionati di animazione giapponese.
Vediamo insieme cosa c’è all’interno di questa demo di Daemon X Machina.
Daemon X Machina si presenta immediatamente con un identità visiva fortissima, con colori ultrasaturi dai sentori neon. L’impatto grafico, pur non essendo dei migliori (come vedremo poi) riesce a risultare gradevoli nei confronti di quelli cresciuti a pane e animazione nipponica grazie a dei mecha davvero meravigliosi. Il mondo dipinto da Marvelous per questo titolo mostra con chiarezza una situazione di passata apocalisse: della terra che conosciamo oggi non è rimasto molto, portata alla distruzione dalla caduta della Luna sulla sua superficie.
Gli umani, al fine di ristabilire l’ordine delle cose, hanno deciso di affidare ad un complesso sistema di macchine la rinascita della specie, creando una sofisticata intelligenza artificiale il cui compito è quello di proteggere la civiltà terrestre. Come in ogni storia fantascientifica che si rispetti, questo precario equilibrio vene distrutto da qualcosa di inaspettato: il Femto, un materiale in grado di contaminare queste macchine (che si trasformano negli Immortals, ovvero la razza aliena che funge da antagonista) e di trasformarle in latrici di morte.
La demo comincia con un semplice editor che permetterà al giocatore di personalizzare l’aspetto fisico del suo pilota scegliendo tra le varie componenti del corpo umano. L’editor non è particolarmente complesso ma permette a chi gioca di ottenere una propria controparte animata con cui vivere il resto dell’avventura. Concluso il momento personalizzazione si passa al succo della questione, ovvero il gameplay vero e proprio del titolo.
Daemon X Machina è principalmente un gioco di Mecha, ovvero un titolo d’azione dove pilotando un robot alto cinque metri si affrontano le minacce che compaiono a schermo utilizzando le armi a propria disposizione, distruggendo oggetti, volando attraverso le ambientazioni e così via.
Il titolo di Marvelous prende quella che è la proposta ludica di Armored Core e la snellisce sotto praticamente ogni punto di vista addolcendone il gameplay e le intuizioni; i propulsori, ad esempio, stavolta non influiscono sulla quantità di tempo per cui è possibile volare ma solo sulla quantità di tempo per cui è possibile scattare in modo consecutivo. Anche lo shooting di Daemon X Machina risulta semplificato: piuttosto che dover mirare con precisione a ogni singolo nemico, i mecha (chiamati anche Arsenal in-game) hanno un sistema di auto aim che si attiva posizionando il nemico all’interno di un grande reticolo, modificabile a seconda dei componenti utilizzati per assemblare la macchina; l’utilizzo delle armi, in virtù di tale sistema (piuttosto intelligente a detta di chi scrive), non è completamente legato alla precisione del giocatore ma più allo stile di gioco dello stesso.
Il secondo volto di Daemon X Machina lo si osserva con tranquillità una volta che si ritorna a controllare il personaggio creato a inizio demo.
All’interno di un piccolo hub sarà possibile entrare in un mondo fatto di numeri e menù, tutti riguardanti il proprio arsenal e le capacità psicofisiche del proprio personaggio. Anche qui come in Armored Core ci ritroveremo con la possibilità di personalizzare praticamente qualsiasi cosa del proprio mecha, attraverso una comoda divisione in statistiche.
All’interno della Demo i componenti disponibili per personalizzare il proprio Arsenal non erano molti: essi si ottengono durante le missioni di gioco lootando (come in qualsiasi arpg che si rispetti) il cadavere dei propri avversari; nel corso della nostra prova abbiamo trovato nuove armi, nuovi reticoli di mira (di dimensioni differenti da quello originale), nuove corazze e così via; niente che poi non potesse essere modificato esteticamente parlando attraverso la sezione apposita dell’editor.
Dove il titolo Marvelous mostra in modo imprudente il fianco è sul versante tecnico: nonostante visivamente il titolo sia molto carino grazie all’identità visiva e allo stile scelto, il gioco soffre.
I modelli poligonali, Arsenal esclusi, sono visivamente molto poveri e le ambientazioni che fanno da sfondo alle missioni non sono assolutamente meglio. Questo è purtroppo dovuto alla limitata potenza di calcolo di Nintendo Switch, consolina che sopratutto in modalità Handleld presenta un videogioco tecnicamente indietro di qualche anno.
Il difetto più grande che è possibile però carpire dalla demo è il framerate del titolo, quasi sempre instabile e spesso sotto i trenta fotogrammi al secondo.
Per un action game abbastanza dinamico come questo, dove le schivate sono importanti e altrettanto importante avere in modo fluido l’avversario all’interno del proprio reticolo di mira, un framerate così ballerino è un problema che esula abbraccia pure il gameplay.
Le ultime due missioni prototipo della demo sono un’ esempio lampante di questo: entrambe le missioni sono concitate, con molti piccoli nemici o pochi enormi nemici che si affrontano su schermo con grande rapidità. È evidente che la Nvidia Tegra X1 che anima l’ibrida Nintendo non è stata sfruttata a piena potenza dai ragazzi di Marvelous.
Se si gioca Daemon X Machina in modalità Docked, usufruendo dell’apposita plancia, è possibile palliare un pochino il framerate osservando comunque cali durante le fasi più concitate della battaglia, niente di cui essere felici.
Nel corso della nostra prova siamo incappati anche in qualche bug spiacevole: alle volte ci siamo ritrovati con l’Arsenal incastrato all’interno dello scenario senza possibilità concreta di muoversi, alle volte l’Arsenal semplicemente non rispondeva ai comandi differenti dal pulsante di scatto, altre volte dopo la distruzione del nostro Arsenal ci siamo ritrovati immobilizzati a terra senza possibilità di eseguire azione alcuna. Tutti i problemi qui elencati probabilmente verranno risolti in sede di rilascio del titolo ma lasciano un’ ombra scura che spaventa perché Daemon X Machina ha grandi potenzialità ludiche.
Le speranze di vedere un bel gioco ci sono, resta la necessità (per Marvelous) di lavorare sul framerate ballerino in modo assoluto.
This post was published on 19 Febbraio 2019 16:03
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