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Battlefield 5: impressioni dalla beta di gioco

Nonostante le grandi uscite di questo caldissimo mese di Settembre, questi ultimi giorni sono serviti a tantissimi gamer per approfondire i prossimi capitoli dei due franchise fps per eccellenza. Se sulla beta di Call of Duty: Black Ops 4 abbiamo già avuto modo di soffermarci, è ora arrivato il turno di parlare dell’attesissimo Battlefield 5. Il nuovo capitolo della saga targata Electronic Arts si è di recente mostra in una open beta, in cui ha mostrato tutto il suo potenziale, portandoci nei campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale. Questa beta ha mostrato, come era lecito attendersi, sia pregi che difetti di uno dei titoli che domineranno questo 2018. Nelle righe che seguono, vi riporteremo le nostre impressioni.

Battlefield 5: un enorme potenziale…

Nonostante tantissimi gamer e critici della stampa di settore si affannino a mettere in competizione Call of Duty e Battlefield, è oramai impossibile non notare quanto le due saghe abbiano in comune soltanto la fetta di mercato a cui attingono. I due franchise rappresentano, infatti, due modi completamente diversi di intendere il first person shooter, e le due rispettive beta non hanno fatto altro che rimarcare ancora di più, se ce ne fosse bisogno, tali divergenze stilistiche e ludiche. Se Black Ops 4 è il tripudio dell’adrenalina e dell’azione più sfrenata, Battlefield 5 si presenta subito come un gioco dall’approccio molto più calmo e “ragionato”, che premia il gioco di squadra piuttosto che l’azione del singolo.

Il primo impatto con il gioco, soprattutto dal punto di vista tecnico, è da mozzare il fiato. Il Frostbite Engine, si sa, è una vera e propria delizia per gli occhi, e lo dimostra nelle due mappe che questa beta ci ha messo a disposizione, tanto diverse quanto affascinanti: Rotterdam e Narvik. La prima è il classico scenario bellico cittadino, con un level design decisamente azzeccato e con l’estremo tasso di distruttibilità che ha da sempre contraddistinto Battlefield. Nonostante Rotterdam sia vasta, non esisteranno nascondigli di alcun genere, ma solo ripari momentanei, che potranno sempre essere spazzati via dal colpo di cannone di un mezzo corazzato, mettendoci K.O. Narvik, invece, ci catapulta nel profondo Nord dell’Europa, portandoci in uno stage che, invece, punta maggiormente sulla componente estetica.

In entrambi i casi, tuttavia, il livello grafico si attesta su standard molto molto alti, nonostante la versione da noi testata sia quella per Playstation 4.

… con qualche smussata da dare

Le mappe di gioco viste nella beta brillano per qualità realizzativa e level design.

Se c’è una caratteristica di Battlefield 5 che si evince più di tutte è proprio la voglia del suo sviluppatore di volere inseguire il realismo. Sotto questo aspetto, infatti, si giustifica il comparto tecnico di cui abbiamo parlato poche righe fa, nonché l’estrema cura per i dettagli mostrata nella realizzazione di uniformi ed armi. Il gunplay visto nella beta è decisamente molto valido, tale da rendere immediatamente riconoscibile ciascuna delle armi messe a disposizione del giocatore nella beta. Tuttavia, è stato impossibile non notare alcune lacune che necessiterebbero di una smussata.

Ci siamo già soffermati sul fatto che, in Battlefield 5, non c’è spazio per i “Rambo di turno“: se desidererete ottenere la vittoria, dovrete lavorare con gli altri membri del team, e questo renderà praticamente indispensabile la presenza di determinati ruoli come, ad esempio, del Medico. Tuttavia, anche mantenendo un approccio più cauto e ragionato, i cecchini rappresenteranno sempre un pericolo non indifferente, capaci di headshot perfetti anche a distanze notevoli e decisamente poco realistici per la Seconda Guerra Mondiale.

Sempre rimanendo sul tema del realismo bellico, abbiamo sottolineato quanto le divise e le mimetiche siano state realizzare con molta cura… forse troppa. In determinate fasi di gioco sarà infatti molto difficile individuare i nemici, esponendoci praticamente a qualsiasi tipo di attacco. Sotto il punto del time to kill, è assai bizzarro notare come un fucile di precisione possa ucciderci anche con un solo colpo, mentre saranno necessari almeno 5 o 6 colpi di pistola per far fuori un nemico, per non parlare delle coltellate, letali se sferrate alle spalle ma praticamente inutili se assestate in qualsiasi altro modo.

Alcune interessanti novità

Ponti, vicoli, piazze, ferrovie: alle mappe di gioco non manca proprio niente.

Come ogni nuovo capitolo che si rispetti, anche Battlefield 5 ha introdotto delle novità nel suo franchise di appartenenza. Tra queste spicca, sempre per premiare il gioco di squadra, la possibilità, riservata alla classe “Supporto“, di creare sulla mappa di gioco delle vere e proprie posizioni fortificate o, addirittura, postazioni per l’artiglieria pesante. È stato inoltre implementata un’interessante feature che ci consentirà di capire, grazie ad una variazione di colore tendente al rosso, di quanta salute sia ancora a disposizione il nemico che abbiamo appena colpito.

Ciascuna arma presente nel gioco sarà inoltre dotata di diversi perk, che potremo sbloccare progredendo ed accumulando esperienza. L’unico aspetto ancora non molto chiaro è se sarà possibile “ritornare sui propri passi” e sostituire un’abilità attivata con un’altra, ma siamo sicuri che i vari feedback saranno debitamente tenuti in considerazione da Electronic Arts e DICE.

Volendo tirare le somme, questa beta di Battlefield 5 ci ha mostrato un gioco di una fattura decisamente sopra la media e dall’enorme potenziale. Tuttavia, quanto ora visto rappresenta il classico diamante grezzo, su cui DICE dovrà ancora lavorare nei giorni che ci separano dalla release. Nonostante quanto ora detto, nessuno dei difetti mostrati sembra qualcosa di talmente grave da compromettere in maniera irreparabile la qualità del prodotto finale. Non ci resta, a questo punto, che attendere il prossimo 20 Novembre, giorno in cui Battlefield 5 sbarcherà nei negozi di tutto il mondo per Playstation 4, Xbox One e PC. Se invece avete voglia di approfondire il “diretto rivale” del nuovo Battlefield, leggete le nostre impressioni della beta di Call of Duty 4.

This post was published on 15 Settembre 2018 14:00

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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