Anteprima a cura di Gianluca “DottorKillex” Arena
Tra i titoli meno attesi prima di questo E3, e per questo candidato a diventare una delle sorprese più liete della manifestazione, Metro Exodus è il terzo episodio di quello che sta diventando, tassello dopo tassello, uno dei franchise più apprezzati, perché, a differenza di tantissimi sparatutto odierni, non relega il versante narrativo e l’ambientazione a meri comprimari, offrendo un’esperienza di gioco che sfocia spesso nel survival e nell’horror.
Nonostante sia stato mostrato durante la conferenza Microsoft, il titolo è multipiattaforma come i suoi predecessori, ma è già stato confermato nella lista dei titoli che supporteranno Xbox One X con miglioramenti grafici.
Un mondo di radiazioni
Tratto dall’universo narrativo creato da Dmitry Glukhovsky, uno degli scrittori più brillanti della nouvelle vague sovietica (se non avete letto né Metro 2033 né il suo seguito, vi consigliamo di recuperarli quanto prima), Metro Exodus sembra però prendersi non poche licenze in quanto ad ambientazione e libertà esplorativa, visto che il trailer mostrato, a parte una fase iniziale, si svolge perlopiù all’aria aperta, al contrario di entrambi i predecessori, all’interno dei quali gli spazi angusti la facevano da padrone.
Ciò che, invece, non sembra mutata è l’aggressività dei nemici, che, ancora una volta, sono animali orrendamente mutati dalla catastrofe nucleare: nel trailer vediamo delle nutrie e un enorme orso, ma siamo sicuri che il bestiario, che già rappresentava uno dei punti di forza dei due capitoli usciti qualche anno fa, non lesinerà altre mostruosità assortite.
Al di là del fatto che questo episodio non abbia un libro di riferimento, e che questo consente agli sceneggiatori di 4A Games di prendersi qualche libertà narrativa in più, ciò che sembra essere ancora al centro della narrazione, come evidenziato dalla fuga e dalla mano tesa da parte di una donna su un treno sul finire del trailer, è la cooperazione tra sopravvissuti.
Tanto nei libri quanto nei due videogiochi, infatti, lo scenario nucleare è uno dei coprotagonisti della vicenda, ma non è di certo il perno di essa: le relazioni tra gli umani e il modo peculiare di affrontare l’emergenza di ognuno dei gruppi di sopravvissuti definiscono la narrativa molto di più dell’onnipresente minaccia atomica, sulla falsariga di quanto succede, giusto per tracciare un parallelo crossmediale, nei fumetti e nella serie dedicati a The Walking Dead.
Non che orrendi mostri mutati o radiazioni mortali non incutano timore, beninteso, ma, come la storia purtroppo ci insegna, non c’è limite alle brutture che possono essere partorite dalla mente umana: Artyom, protagonista dei primi due capitoli, ha provato sulla propria pelle di cosa sono capaci i sopravvissuti, ed è per questo che si muove con altrettanta cautela tanto in un binario buio della metro di Mosca quanto all’interno di un accampamento pieno di persone.
Splendore grafico
Per quanto, come già sottolineato ieri in sede di anteprima di Anthem, i trailer della fiera losangelina siano storicamente ingannevoli, mostrando performance tecniche irraggiungibili per le console sul mercato, è davvero difficile frenare l’entusiasmo dinanzi alla qualità del trailer mostrato dal team ucraino: i dettagli, la mole poligonale, la nitidezza delle texture pongono Metro Exodus ai livelli delle migliori produzioni multimilionarie, un risultato strabiliante per un team ambizioso e talentuoso ma che di certo non dispone delle risorse dei big del mercato.
Probabilmente stiamo parlando di un filmato non in-game (anzi quasi sicuramente, visto che il prodotto dovrà girare anche sulle versioni “base” di PS4 e Xbox One), ma una veste grafica di questa portata, unita alla consueta attenzione per i personaggi e per il contesto narrativo, potrebbero veramente segnare la differenza tra Metro Exodus e la pletora di sparatutto in prima persona che invade il mercato ogni mese.
Il breve trailer ci ha poi permesso di confermare il ritorno di alcuni elementi che avevamo particolarmente apprezzato nei prequel: le armi sono ancora “fatte in casa”, il che lascia sempre il giocatore in un clima di incertezza, vista l’alta probabilità che si inceppino nel momento meno opportuno e, nel contempo, l’HUD sembra essere ancora pulito, senza indicatori di sorta, e quindi è realistico pensare che il numero di munizioni rimanenti, la salute residua e tanti altri valori importanti ai fini della partita siano visualizzati con le stesse, brillanti soluzioni adottate per Metro 2033 e Metro Last Light.
Se gli occhi non ci hanno ingannato, peraltro, l’arco narrativo potrebbe essere ambientato diverse decine di anni dopo la fine delle vicende narrate nel secondo episodio, se è vero che adesso il protagonista del trailer sembra essere in grado di respirare all’aria aperta senza bisogno di indossare la maschera antigas.
Se confermata, questa novità vorrebbe dire che le radiazioni si sono attenuate, e che quindi è improbabile che il protagonista sia lo stesso dei primi due episodi, a meno che non sia in età molto avanzata, anche più dello Snake visto in Metal Gear Solid 4.
Queste, però, sono solamente illazioni, perché siamo a secco di informazioni ufficiali, che speriamo non tardino a palesarsi nelle prossime settimane.
Commento finale
In assenza di una data di rilascio ufficiale, visto che per ora dobbiamo accontentarci di un generico 2018, e di maggiori informazioni sulla trama e sui personaggi principali, Metro Exodus ha rappresentato una delle note più liete dell’incerta conferenza Microsoft, con il suo misto di horror, survival e sparatutto in prima persona che sembra funzionare tanto quanto i primi due episodi.
Rimanete sintonizzati sulle pagine di Games per avere tutte le informazioni al momento mancanti nelle prossime settimane e per continuare a leggere di tutti i titoli più interessanti dell’edizione 2017 dell’E3 di Los Angeles.