Articolo a cura di Stefano Pedrocchi
Si dice che il vero amore è per sempre, ed è probabilmente quello che segretamente (ma neanche troppo a dire il vero) pensa il buon vecchio Koji Igarashi, padre di una delle saghe più storiche del mondo videoludico: Castlevania. Sin dai suoi albori, Iga e la famiglia ammazza vampiri dei Belmont è sempre stata unita da un legame di sangue imprescindibile, impossibile da spezzare. Konami, dal canto suo, che negli ultimi anni non ha azzeccato una scelta societaria che sia una, ha pensato bene di scaricare Iga in favore di MercurySteam, team spagnolo incaricato di riportare in auge la saga con la serie di Lords of Shadows. Ad onor del vero, tra tutti gli errori di Konami, questa è forse stata l’unica scelta corretta, dato che, per chi vi scrive, il primo Lords of Shadow è un titolo ampiamente sottovalutato e meritevole di stare nella vostra collezione. Deve essere stata dura, anzi durissima, per il papà di Castlevania, vedere la saga senza di lui. Eppure, il nostro eroe non si è dato per vinto e, dopo l’abbandono a Konami, ha deciso di proseguire per la sua strada, ovvero riportare in scena la “sua” visione di Castlevania. Bloodstained: Ritual of the Night è esattamente questo, un Castlevania che non è Castlevania solo perché porta un nome differente.
In un recente evento, abbiamo potuto provare con mano il nuovo lavoro del maestro Igarashi, frutto di una delle più prolifiche campagne KickStarter di tutti i tempi, con oltre 5 milioni di dollari ottenuti. Come accennato poco sopra, non c’è da stupirsi se una volta avviata la demo (ancora in versione alpha) la sensazione è quella di ritrovarsi di fronte ad un nuovo capitolo legato al mondo 2D di Castlevania. Ambientazione, colonna sonora, estetica; tutto in Bloodstained ricorda a chiare lettere la saga Konami. E’ un male? Decisamente no, o meglio, non per forza. Nonostante il combat system non sia nulla di nuovo, va detto che si presenta sufficientemente solido ed in grado di essere assimilato alla grande data la sua fulminea immediatezza. Controllare Miriam, la nostra eroina, è infatti molto intuitivo anche se, come da buon gioco “action”, richiederà tempo prima di essere padroneggiato a dovere. Schivate, salti e colpi all’arma bianca sono all’ordine del giorno in Bloodstained ed imparare al volo tutte le sfaccettature del sistema di combattimento sarà essenziale per avere la meglio sui nemici che infestano il misterioso castello nel quale ci ritroveremo per tutta la nostra avventura. A farci compagnia, un folto arsenale, che attualmente prevede armi come pugnali, stiletti e mazze che andranno ad affiancare spade e spadoni di ogni genere. Oltre alle armi in nostra dotazione, reperibili durante l’avventura, vi sono anche dei poteri speciali molto particolari. Questi prendono il nome di “shards”, dei frammenti magici che ci daranno poteri piuttosto peculiari. Fra tutte le meccaniche mostrate, questa risulta forse la più intrigante, dato che i “demon shards”, particolari frammenti che ci verranno consegnati una volta uccisi un sufficiente numero di nemici facenti parte della stessa categoria, dona al gioco quel tocco di varietà in più che non fa male, anzi, tutt’altro. Una volta ottenuto questo misterioso potere, consumando il quantitativo di mana richiesto, potremo utilizzare a nostro vantaggio il potere peculiare del nemico in questione. Vi faccio un esempio chiarificatore. Durante la demo, mi sono spesso imbattuto in una sorta di pesci volanti che ondeggiavano allegramente nell’aria, piuttosto fastidiosi a dire il vero. Dopo averne uccisi a decine, il potere ottenuto mi ha permesso di evocare proprio questi pesci, in una forma cristallizzata, che si lanciano a ricerca sul nemico più vicino. Capirete, quindi, che la qualità del premio con cui gli sviluppatori hanno deciso di premiare lo sforzo dei giocatori nel massacro di ogni forma di vita ostile sia nettamente superiore a qualsiasi vantaggio che una speedrun possa dare.
Abbiamo parlato dei nemici e, accidenti, va detto che, pur avendo partecipato solo ad una demo, la quantità ma soprattutto la varietà proposta fa ben sperare in vista del gioco completo, ancora ben lontano dalla pubblicazione. Ad eccellere è stata ovviamente la boss fight di fine livello, immancabile in un gioco così tradizionale come questo (e fortunatamente, aggiungiamo noi). Una vampira succinta, che fuoriesce da una vasca da bagno piena di sangue (piccola chicca), ha sempre il suo fascino, soprattutto se la battaglia in questione si dimostra dinamica e dal ritmo serrato, merito di un moveset variegato, che ben si sposa con le caratteristiche del boss in questione. Dopo aver sistemato la nostra amica, la demo termina, lasciandoci la voglia di proseguire. In poche parole, Bloodstained: Ritual of the Night è esattamente quello che i nostalgici fan di Castlevania, Igarashi in primis, si aspettano di giocare, in onore dei fasti di un tempo. La domanda è: basterà una grafica ibrida 2D/3D e qualche miglioria ad un sistema datato per ritagliarsi la sua fetta di mercato? KickStarter sembrerebbe suggerirlo, ma solo il tempo ci dirà se è valsa la pena aspettare. Noi, nel frattempo, siamo fiduciosi.
This post was published on 9 Giugno 2017 17:01
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