Anteprima di Gianluca “DottorKillex” Arena
Tra i trailer che più hanno colpito la platea dell’E3 (tanto quella presente in sala, quanto quella mediatica) c’è sicuramente quello del nuovo prodotto di Quantic Dream, Detroit Become Human, che, al di là della consueta cura per l’aspetto tecnico, da sempre di un certo livello nelle produzioni del team di David Cage, ha mostrato risvolti molto interessanti per quanto concerne i temi trattati e la possibilità di scelta lasciata al giocatore.
Dopo l’apprezzamento unanime per Heavy Rain, e quello meno caloroso per Beyond Due Anime, ecco allora che potrebbe essere arrivato il momento della definitivo salto di qualità per la software house francese.
La Detroit dipinta dal team di David Cage è futuribile, in uno sviluppo della tecnologia robotica che consente agli androidi di vivere a fianco degli umani, aiutandoli nei loro impegni quotidiani e facilitandone la vita.
Ma, esattamente come la famosa pecora Dolly scatenò dibattiti e polemiche infinite qualche anno fa, nella società rappresentata dal titolo i dilemmi morali non mancano, perché, inspiegabilmente, molti androidi cominciano a manifestare comportamenti antisociali, pericolosi, disturbati, quando non direttamente aggressivi, nei confronti degli umani: considerando quanti ce ne sono e quanto capillare sia la loro presenza anche all’interno di posti sensibili (uffici pubblici, locali commerciali e così via), il pericolo è reale.
Già il teaser mostrato nel 2015 aveva suggerito l’idea di un titolo che affrontava con coraggio tematiche quanto mai attuali, ma quello mostrato durante la conferenza Sony di quest’anno si spinge molto oltre, offrendo uno spaccato del tema portante della narrativa e, nel contempo, un invitante libertà d’approccio.
In una situazione di crisi, in cui un androide fuori controllo ha ucciso due poliziotti e preso in ostaggio una ragazzina, viene chiamato un suo simile per negoziare: al suo arrivo sulla scena del crimine, la madre della piccola lo supplica di portarla al sicuro, per poi accorgersi che è un androide e rivolgersi alla polizia, inveendo contro di loro per aver mandato un robot a salvare sua figlia.
Il pregiudizio, la paura del diverso e la chiusura mentale della razza umana sono argomenti cari al team di sviluppo, che li aveva già trattati, seppure con modalità molto differenti, in Beyond Due Anime.
Il giocatore, in questa sequenza, veste i panni dell’androide negoziatore, Connor, uno dei protagonisti del gioco, e la pluralità di approcci mostrati dal trailer lascia ben sperare per il prodotto finale, che sembra aver rivisto alcuni dei punti critici delle precedenti produzioni Quantic Dream.
Lo scorcio di gameplay mostrato, infatti, sembra voler rispondere alle accuse di linearità e di scarsa interattività piovute sul precedente lavoro della software house d’oltralpe: Connor può scansionare, con le sue capacità, la scena del crimine, soffermandosi su ogni dettaglio, ricavando, nel processo, preziose informazioni sul movente dell’androide impazzito, sulla dinamica della sparatoria, sull’identità dell’ostaggio.
Al momento di trattare con il disperato androide, l’accuratezza con cui si sono analizzati tutti i dettagli potrebbe fare la differenza in maniera decisiva: nel breve volgere dei pochi minuti di durata del trailer, Quantic Dream ci ha mostrato tre o quattro diversi modi di condurre in porto la trattativa: in uno, armato di una pistola raccattata da uno degli agenti morti, Connor piazza un proiettile in mezzo agli occhi del suo simile, senza troppi complimenti.
Ma è possibile far ragionare l’androide, convincendolo a lasciare andare la bambina (per poi vederlo comunque massacrato dalle forse speciali in agguato su un elicottero), farlo desistere e salvarlo, persino sacrificare lo stesso Connor, che vola giù dal grattacielo insieme all’androide fuori controllo ma salva la vita della ragazzina, la quale, in uno dei finali, ci rimette le penne.
Insomma, la molteplicità di approcci alla discussione (con la probabilità di successo che ondeggia in tempo reale a seconda delle risposte date) testimonia la volontà di responsabilizzare il giocatore e lasciare nelle sue mani l’evoluzione della storia, di cui Cage e compagnia sembrano aver deciso solamente ambientazione e personaggi, visto che nel titolo saremo sempre al controllo di androidi.
Lo stesso sviluppatore ha poi confermato che, pur giocando tutto il tempo dal punto di vista dei non umani, Detroit Become Human è una storia che riguarda l’umanità, la sua coscienza, la sua capacità empatica.
Piuttosto che una collezione di QTE contornata da personaggi interessanti, la produzione Quantic Dream sembra volersi accostare maggiormente al gameplay di titoli come L.A. Noire, in cui la fasi investigative e quelle di ricerca di determinati oggetti ed informazioni risultano importanti tanto quanto le scelte intraprese nei dialoghi.
I prodotti di Quantic Dream, opere dalla fortissima impronta autoriale, hanno spesso diviso il pubblico, tra il grande amore riservato a Heavy Rain e le inquietudini seguite a Beyond Due Anime, non hanno paura di osare né di proporre soluzioni di gameplay peculiari, difficilmente rintracciabili altrove sul mercato.
Per tematiche trattate, tono della produzione, ed evoluzione delle fasi giocate, Detroit Become Human sembra l’opera più matura ed ambiziosa del team di sviluppo, e, come tale, sicuramente meritevole della nostra attenzione, anche in mancanza di una data d’uscita ufficiale.
Ci sono buone ragioni per continuare a sperare di vederlo entro il 2016, ma non mancheremo di aggiornarvi non appena entreremo in possesso di maggiori informazioni.
This post was published on 17 Giugno 2016 12:17
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