Recensione di Gianluca “DottorKillex” Arena
La responsabilità derivante dall’aprire una delle conferenze più attese dell’anno, e cioè quella di Sony, chiamata a rispondere all’ottimo show organizzato da Microsoft solo poche ore prima, non poteva che gravare su spalle robuste e possenti, quelle del fantasma di Sparta.
God of War è un franchise che ha accompagnato l’intera epopea di Sony nel mondo dei videogiochi, essendo uscito con almeno un episodio su ogni console casalinga della grande S ad eccezione della prima, e non poteva passare tropo tempo prima che anche Playstation 4 potesse godere del suo episodio.
Ma c’è di più: i ragazzi di Santa Monica Studios sembrano aver svecchiato considerevolmente il brand e molte delle sue dinamiche.
Dopo il bagno di sangue che caratterizzò l’intero terzo capitolo, e in particolare il suo epilogo, mai ci saremmo aspettati di ritrovare Kratos tra le lande del nord, a vivere in una casetta di legno in mezzo ad una foresta, con una lunga barba da hipster trasandato e un figlio (sì, avete capito bene) da accudire.
Purtroppo la mamma del piccolo non c’è più, e il nostro eroe di mille battaglie deve affrontare quella probabilmente più impegnativa, ovvero dimostrarsi un buon padre.
Kratos ci prova portando a caccia il ragazzino, così da inculcargli il senso di responsabilità connesso al procacciarsi il cibo da solo e al saper badare a se stesso in una zona comunque non scevra di pericoli, come evidente già dopo pochi minuti della sequenza mostrata.
Gli anni non sembrano aver appesantito il semidio greco, che si sbarazza con una certa facilità di tre individui poco raccomandabili prima e di un enorme troll di caverna poi, qui anche con il maldestro aiuto di suo figlio.
L’obiettivo, però, era insegnare a quest’ultimo a cacciare, e così i due si rimettono sulle tracce del cervo intravisto durante le prime fasi della battuta di caccia.
La sequenza si chiude con un momento toccante, in cui il ragazzo non ha il cuore di finire l’animale azzoppato: serviranno la decisione e la rudezza che hanno sempre contraddistinto l’eroe dei titoli del franchise per muovere la mano del ragazzino.
Il filmato si chiude con le parole “a new beginning” pronunciate da Kratos stesso, e un drago che sorvola le teste di padre e figlio, schiudendo agli occhi del giocatore un’ambientazione quasi norrena, a base di tundre ghiacciate, conifere brinate e laghi congelati.
L’effetto sorpresa dei primi minuti lascia spazio ad una certa eccitazione, legata soprattutto al fatto che, a guardare bene tra le pieghe di questa sequenza, appare evidente come il nuovo capitolo della serie sembri più un reboot che un sequel, sebbene prosegua l’arco narrativo principale della serie.
La telecamera, che adesso riprende il personaggio in maniera più dinamica, l’apertura delle mappe, che si avvicinano molto all’idea di open world, il ritmo e la velocità dei combattimenti, l’arma principale in dotazione: la lista delle cose che sono cambiate dal terzo episodio (e ancora di più da Ascension) è nutrita, anche se non ci è dato sapere quanto la sequenza mostrata sia indicativa dei cambiamenti che saranno poi presenti nella versione finale, che comunque non ci aspettiamo prima della seconda parte del 2017, in mancanza di conferme e date ufficiali.
Il team di sviluppo sembra aver rallentato gli scontri, donando ad essi ancora più fisicità, e, tagliando le parti dedicate ai QTE, ha reso il tutto meno scriptato, restituendo una sensazione di maggiore controllo sul personaggio, armato ora di un’ascia che sembra rispondergli, visto che, una volta lanciata, torna nella mano di Kratos a comando, nemmeno fosse una spada da Jedi.
Con un occhio ai combattimenti portati alle stelle dalla trilogia di Dark Souls ed uno alla narrativa matura e toccante di prodotti come The Last of US, la prossima fatica di Santa Monica Studios sembra essersi lasciata alle spalle il personaggio (affascinante, ma indubbiamente bidimensionale) che ha caratterizzato la trilogia madre, così da aspirare ad un prodotto che possa interessare non solo i patiti degli action game puri ma anche quelli delle avventure a la Tomb Raider o Uncharted.
Quanto questa mossa potrebbe pagare o essere rischiosa lo vedremo solamente con il tempo, ma, alla luce dei dati di vendita e del gradimento del pubblico per i tre capitoli originari, si può di certo affermare che dalle parti della California non manchi il coraggio.
Crediamo di aver ben interpretato anche le sovrimpressioni riguardo alla caccia e alla scoperta di nuove aree di gioco, che portano in dote al giocatore punti esperienza, il che lascerebbe intuire l’inserimento di elementi da gioco di ruolo all’interno della struttura ludica, che garantirebbero una maggiore profondità all’esperienza di gioco.
Quel che appare certo, anche alla luce delle scarse informazioni ufficiali in nostro possesso, è che il team di sviluppo debba aver temuto la stagnazione del gameplay e delle idee portate all’eccesso in God of War 3, decidendo di percorrere una strada parzialmente inedita pur di continuare a portare avanti una delle saghe più amate da tutti i possessori delle console Sony.
Atteso nella forma ma non nella sostanza, il nuovo God of War ha saputo stupire la platea, portando una ventata di aria fresca all’interno di un franchise, che pur molto amato, iniziava probabilmente ad accusare il peso degli anni, con tre episodi molto simili l’uno all’altro.
Il cambiamento, però, rappresenta sempre una scommessa, e non ci rimane che attendere il 2017 (inoltrato, verosimilmente) per sapere se i Santa Monica Studios avranno imboccato la strada giusta.
La sequenza mostrata all’E3, comunque contribuisce a creare non poco hype.
This post was published on 15 Giugno 2016 12:29
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