A poco meno di un mese dal lancio ufficiale del nuovo episodio di Doom, sparatutto emblema degli anni 90, abbiamo provato la modalità multiplayer nella corposa closed beta che ci ha tenuto compagnia negli ultimi 4 giorni. Dopo ore di gioco, litri di sangue e scariche di adrenalina, siamo pronti a mostrarvi la nostra analisi dettagliata della modalità multiplayer del gioco.
articolo di Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori
Dopo una serie di svariati sequel, non sempre all’altezza delle promesse fatte ai videogiocatori e svariate posticipazioni, Doom si prepara finalmente a raggiungere la nuova generazione videoludica!
La Beta provata ci ha presentato un ottimo matchmaking, veloce e quasi privo di caricamenti. Durante la ricerca dei giocatori ci è stato possibile scegliere l’equipaggiamento da utilizzare in battaglia che prevede una serie di armi, pre-impostate, o una combinazione completamente personalizzabile a patto però di aver raggiunto i livelli necessari. Lo stile di equipaggiamento configura anche lo stile di gioco del giocatore e fornisce armi e potenziamenti adatti alle proprie prestazioni. Abbiamo potuto provare gli schemi dedicati all’Assalto, al Cecchino e all’Imboscata ma dopo le prime partite abbiamo subito personalizzato l’equipaggiamento con la Doppietta, un fucile a canne mozze devastante capace di restringere e concentrare la rosa di fuoco con il colpo secondario e il Fucile al Plasma, pratico e veloce mitragliatore al plasma che genera una sfera di energia caricata con la seconda modalità di colpo. Ogni arma permette infatti di avere due modalità di fuoco e, insieme a quelle già descritte, abbiamo provato: il Fucile d’assalto, capace di sfruttare un potente mirino laser per aumentare la gittata di fuoco, il Fucile Vortex, un classico e letale fucile da cecchino, Il Lanciarazzi, immancabile in ogni sparatutto che si rispetti con la seconda modalità di fuoco permette di far esplodere i missili in volo, l’Elettrolaser, una specie di lanciafiamme che invece del fuoco sfrutta la corrente elettrica ed è in grado di creare zone elettrificate sul terreno di gioco e infine il Fucile Statico, particolare arma che guadagna potenza finchè utilizzato in movimento perdendola ad ogni blocco del giocatore. Ad accompagnare le due armi per la personalizzazione dell’equipaggiamento, potremo aggiungere una Granata classica, il Teletrasporto, che si lancia come una vera e propria granata e permette al giocatore di teletrasportarsi nel punto in cui è stato lanciato e la Granata Prosciugante, che risucchia la salute degli avversari che si trovano nel campo dell’esplosione conferendola al giocatore. Il Teletrasporto è stata una delle cose più divertenti che abbiamo provato perché in grado di generare delle mosse uniche. Ci è capitato infatti di trovarci in un corridoio con un nemico e mentre quest’ultimo ci scaricava addosso il caricatore ci siamo teletrasportati alle sue spalle e finendolo con una violenta fucilata alla testa.
Sul fronte della personalizzazione troviamo anche i Moduli Hack, una sorta di potenziamenti che vengono forniti dal gioco ad ogni respawn, possono essere scelti dal giocatore o automaticamente dal gioco. Questi moduli non sono altro che una sorta di piccoli upgrade temporanei che permettono di avere diverse tipologie di bonus per il potenziamento delle armi.
Infine, anche l’avatar del giocatore può essere personalizzato a regola d’arte modificando ogni parte dell’armatura (divisa tra casco, tronco, braccio destro, braccio sinistro e gambe), il colore di ogni componente dell’armatura, il motivo, che può essere aggiunto ai colori dell’armatura e infine, anche il colore delle armi può essere modificato per essere in tema con l’armatura scelta e potrete persino aggiungere un livello di sporcizia o di graffi che danno quel tocco di vintage violento ai vostri strumenti del mestiere.
Portando a termine determinati obiettivi potremo ottenere delle Medaglie, invece raggiungendo particolari traguardi ci fregeremo di alcune Onorificenze in un sistema di premi che ricorda molto quello già visto su Battlefield. Bethesda e id Software sono stati in grado di “riassumere”, almeno per quanto riguarda l’hub iniziale e le opzioni disponibili, il meglio degli sparatutto degli ultimi anni fornendo al giocatore un sistema solido che ha già imparato a conoscere grazie agli altri titoli del genere.
NESSUNO SFUGGE AL PROPRIO DESTINO
Doom è uno sparatutto frenetico ed estremamente fluido che riesce a mantenere i 60 fps anche nelle situazioni più impegnative. La parola chiave del gameplay è appunto velocità e se non siete pratici rischiate di essere trucidati una marea di volte anche nel giro di pochi minuti. Doom infatti non vuole nascondere quello che è: uno sparatutto ostico, dove non si ricarica e non c’è la mappa a schermo, che integra le impegnative meccaniche che lo hanno reso celebre a quelle più semplicistiche che permeano gli sparatutto odierni. Le munizioni vanno continuamente raccolte in giro insieme ai power-up per armi, alla Runa Demoniaca, all’invisibilità, all’invulnerabilità e a tutti gli altri upgrade per l’armatura. Le mappe vanno ispezionate e assimilate dal giocatore, sono costruite per permettere al player una estrema libertà di movimento, strutturate su più livelli e con una grande attenzione per le coperture. Nell’Altoforno ci siamo scontrati in una mappa costruita in altezza, una fabbrica fatta di piattaforme e scale a picco su una vasca di lava incandescente. Mentre in Infernale ci siamo ritrovati in una specie di tomba sotterranea, oscura e piena di antri in cui nascondersi per tendere agguati agli avversari.
Le modalità a cui la Beta ci ha introdotto erano solo due ma sono bastate a farci comprendere pienamente il cuore del gioco. Abbiamo provato il classico “Deathmatch a Squadre” che vede due team, uno contro l’altro, per ottenere più uccisioni possibili e la “Via della Guerra”, una vera e propria carneficina per ottenere il controllo di un punto di conquista, che si sposta sulla mappa lungo un percorso indicato. Dovrete portare più membri possibili del vostro team all’interno del punto di conquista in modo da raggiungere per primi il traguardo punti. A rendere le cose più complicate c’è però l’arrivo di una Runa Demoniaca che si trova sempre nella zona opposta dalla “collina” da conquistare. Questa runa, che spunta sulla mappa casualmente come un qualsiasi power-up, permette di evocare un demone (nella beta provata un Revenant ma a detta degli sviluppatori ce ne saranno tanti altri) per una durata di tempo limitata. Tutte le kill ottemperate da questo Demone vengono aggiunte al contatore del giocatore che l’ha evocato. Se il Demone viene ucciso da un altro giocatore e non ha esaurito il suo tempo, il giocatore che l’ha eliminato diventa il nuovo padrone del demone. Purtoppo, vista la comparsa casuale della Runa, la meccanica del Demone predilige la fortuna più che la meritocrazia di ogni giocatore, un sistema sempre più frequente in tipologie di giochi come LOL che incentivano l’alea degli scontri e a volte penalizzano la bravura del giocatore. Inoltre durante le nostre partite alla “Via della Guerra” abbiamo notato che molti giocatori preferiscono fiondarsi sulla runa abbandonando il resto della squadra al proprio destino e spesso la modalità si trasforma da “re della collina” a “re del demone” perdendo di vista l’obiettivo principale.
Le nostre partite sono corse via frenetiche e ricche di adrenalina, senza lag di sorta e con tutte queste implementazioni che non fanno che confermare il ritorno dello sparatutto per eccellenza. La Beta multiplayer di Doom ci ha lasciato molto soddisfatti, complice anche una componente tecnica di alto livello che muove personaggi e scenari in maniera eccezionale. Peccato per l’audio che rimane un tantino debole ma che speriamo troverà il giusto sfogo nella versione finale del gioco. Bethesda e id Software hanno organizzato un ritorno in grande stile confezionando una modalità multiplayer che non ha nulla da invidiare alla frenesia dei primi e gloriosi capitoli del gioco. L’uscita di Doom è prevista per l’inizio del prossimo mese, vi aspettiamo per fornirvi la recensione completa!