Dopo varie vicissitudini, che hanno portato il gioco al cambio di generazione, abbiamo finalmente potuto provare in prima persona Until Dawn, la nuova esclusiva Sony cha fa delle “Scelte” e dei “What If” la sua struttura principale!
anteprima a cura di Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori
Scopri la nostra video anteprima italiana del gioco:
Previsto inizialmente per PS3 con supporto al dispositivo Move, Until Dawn è passato alla nuova generazione andando ad arricchire il già vasto panorama di esclusive Playstation 4.
Il titolo ci mette nei panni di 8 ragazzi che dovranno cercare di sopravvivere ad un killer misterioso durante una vacanza nello chalet di montagna di uno dei ragazzi.
L’avventura è fortemente ispirata dagli horror americani e condita da tutti i cliché narrativi tipici del genere: troveremo quindi situazioni paradossali in cui i cellulari non funzionano o sono scarichi, le macchine non partono, le luci ci abbandonano nel momento del bisogno e le porte emettono uno scricchiolio terrificante. Il titolo infatti inizia con un tragico evento che porterà i ragazzi a ricontrarsi, dopo un anno, nello stesso luogo della tragedia. Ogni protagonista incarna le personalità principali che potremo trovare in un horror movie: avremo la bionda di turno, la nerd, il bullo belloccio e antipatico, il cervellone impacciato, la piccola detective e molti altri soggetti con caratteristiche varie che vanno a formare un gruppo ricco di sfaccettature a livello sia narrativo che tecnico. Il carattere dei personaggi è infatti uno degli elementi chiave del gioco. Ognuno di loro verrà introdotto accompagnato proprio dai tratti che lo delineano e noi avremo un primo indizio per cercare di capire la sua indole e scegliere di proseguire l’avventura di conseguenza.
Dopo il breve intro che ci presenta le basi della produzione, l’avventura vola sulle note di uno splendido ri-arrangiamento di “Oh Death” mettendoci infine nei panni di Sam. La ragazza è interpretata da Hayden Panettiere, la cheerleader di HEROES, e non è certo l’unico volto noto che vedremo nel gioco: tra i tanti nomi, più o meno famosi, chiamati ad interpretare il cast del titolo, troviamo anche Brett Dalton, l’abile agente segreto del serial televisivo AGENTS OF SHIELD e Rami Malek, il Faraone della serie cinematografica UNA NOTTE AL MUSEO. I primi passi mossi con Sam ricordano molto un film interattivo, in cui brevi sezioni di quick time event intervallano momenti di esplorazione, limitata però da un binario predisposto e fin troppo scontato. Dopo qualche semplice elemento strutturale da superare e qualche metro di sentiero, il gioco ha cominciato a farsi interessante arrivando a mostrare il cuore di questa produzione, le scelte. Se fino a questo momento avevamo avuto la mano un po’ forzata da scelte praticamente predefinite dagli sviluppatori, da adesso l’avventura seguirà attentamente il nostro modo di operare proponendoci continuamente di scegliere qualcosa piuttosto che un’altra e plasmando il gameplay stesso a seconda dei nostri trascorsi. La nostra Sam ha trovato uno zaino con il cellulare di uno degli altri ragazzi, Chris, nei pressi della Funivia verso lo chalet e a noi veniva dato il compito di scegliere come comportarci in questa situazione. La scelta intrapresa porterà Chris a comportarsi di conseguenza con Sam andando a modificare non solo la trama ma anche i tratti caratteriali di Chris che ora ricorderà l’inclinazione che Sam ha in certe situazioni. Possiamo assicurarvi che le fasi di scelta sono davvero molte e abbiamo visto la demo cambiare e offrire nuovi scenari e opzioni anche dopo averla giocata più e più volte.
Visto il grande numero di scelte disponibili gli sviluppatori hanno pensato di non abbandonarci solo al nostro intuito ma di aiutarci/stuzzicarci con dei piccoli Totem in legno che troveremo abbandonati tra le montagne. Sembra infatti che lo chalet sia stato costruito su un vecchio cimitero di indiani, tanto per non farsi mancare nemmeno un cliché degli horror, e che questi ultimi fossero in grado di prevedere eventi futuri ed intagliarli su queste statuette. I Totem che abbiamo trovato presentavano diversi colori, ognuno dei quali corrisponde ad una delle 5 tipologie di presagio presenti: Morte, Pericolo, Fortuna, Guida e Perdita.
Questo sistema ci è sembrato molto interessante perché innanzitutto le statuette vanno ricercate negli scenari come fossero un vero e proprio collezionabile e poi non è nemmeno detto che si verifichi la premonizione mostrata al giocatore. La demo non ci ha permesso di capire molto altro ma dal poco che abbiamo appreso possiamo vedere che questi totem sono degli avvertimenti che mettono il giocatore in guardia sul cammino che ha intrapreso o sulle svolte che stà prendendo con un dato personaggio.
Tornando al gameplay affrontato, dopo l’inizio con Sam siamo passati a Chris, poi Jess, Mike, Ashley scorrendo pian piano tutti i protagonisti che hanno avuto modo di appassionarci con le loro storie e le loro personalità. Dobbiamo ammettere che inizialmente i drammi tra teenager, i litigi amorosi e gli sciocchi scherzi tra adolescenti avevano preso il sopravvento sulla trama ma neanche il tempo di ambientarsi nello chalet che ecco che cominciano i misteri veri e propri e la narrazione prende tutto un altro spessore.
Il gioco è composto da vari episodi che vengono introdotti da “Previously on…”, come le puntate di un serial televisivo, e che fungono oltretutto da traccia mentale per il giocatore in modo da ricordare le scelte intraprese. Ad intervallare gli episodi, abbiamo trovato una strana sezione di terapia in cui il giocatore, nei panni di un personaggio non identificato, parla con uno psicologo delle sue emozioni e dei suoi pensieri.
La prima seduta è stata quasi rilassante ma già dal secondo incontro si inizia a percepire che c’è qualcosa di tremendamente strano. Il gioco ricorda perfettamente le scelte prese nella seduta precedente e personalizza la successiva a seconda delle risposte date dal giocatore. Lo psicologo insisterà nel proporvi esercizi volti a scandagliare la vostra mente, le vostre paure e il vostro modo di pensare. E’ strano dirlo ma ci è sembrato che lo psicologo ci “conoscesse” proprio come se ci avesse potuto incontrare di persona invece che fare domande al nostro alter ego virtuale.
La demo affrontata ci ha portato a visitare lo chalet e i boschi adiacenti. Abbiamo affrontato soprattutto fasi esplorative in cui dovevamo cercare un modo, ad esempio, per riattivare la corrente o ritrovare un compagno scomparso. Le azioni, le decisioni e gran parte dei movimenti manuali dei personaggi vengono gestiti tramite il sensore di movimento del controller che ha saputo darci un maggiore senso di immersione, soprattutto durante le fasi di fuga in cui il dualshock andava scosso velocemente, per liberarsi da una presa, o spinto in avanti per aprire velocemente una porta. Per i puristi dell’analogico, l’opzione può essere disabilitata dal menù opzioni e l’avventura rimane godibile anche con l’ausilio delle levette. Prendendo le nostre decisioni abbiamo notato che il gioco ha un rigoroso sistema di salvataggio che non permette al giocatore di tornare sui suoi passi dopo aver preso una data scelta. Delle farfalle bianche appaiono sullo schermo ogni volta che qualche decisione ha influito significativamente sulla storia. L’Effetto Farfalla è un’altra caratteristica chiave di questa produzione: il giocatore è costantemente consapevole che qualsiasi scelta posta in essere cambierà la storia, a volte tempestivamente e in piccole parti, altre volte invece il cambiamento potrà essere apprezzato solo nel corso del tempo e andrà a modificare interi filoni narrativi.
Dopo oltre 4 ore di prova, Until Dawn ci è sembrato un’ottima produzione, capace di appassionare il giocatore con una trama ricca di suspense e interpretata da attori reali. Le ultime produzioni Sony puntano molto su questo fattore e, visti i tempi che corrono, la maggioranza del pubblico preferisce la sicurezza di un volto noto piuttosto che l’incertezza di un personaggio creato da zero. Il sistema di scelte è davvero promettente e il titolo si avvicina molto ai lavori dello studio di David Cage, Quantic Dream, che con i suoi Fahrenheit, Heavy Rain e Beyond ha plasmato il genere “Avventura Grafica” trasformandolo in un “Film Interattivo”. Il titolo inoltre è interamente animato dall’Umbra 3, il potente motore grafico che abbiamo visto ultimamente all’opera su The Witcher 3 o Batman Arkham Knight. L’Umbra è capace di un potere visivo immenso e vi assicuriamo che muoversi tra le ombre e il buio del titolo è una vera goduria, soprattutto quando le lame di luce delle torce elettriche tagliano la densa oscurità o i raggi di luna filtrano dalla fitta coltre di alberi del bosco. L’engine fa un ottimo lavoro anche sulle movenze, soprattutto le espressioni facciali, dei protagonisti. La pelle è morbida, porosa, reale. Proprio come la sensazione di paura e inquietudine che abbiamo provato nel giocare il titolo. Alcuni dubbi sostanziali rimangono, essendo un film interattivo non si “gioca molto” ma questa è una delle problematiche del genere in se. L’altra cosa che resta da vedere è se, effettivamente, l’avventura cambia a tal punto da non annoiare il giocatore perché altrimenti si rischia di rigiocarsi mezzo titolo solo per ottenere qualche minuto differente. La promessa è quella di tanti playtrough diversi della durata di circa 9 ora ciascuno, le nostre 4 ore di prova sono state più che soddisfacenti ma è ancora presto per esprimersi in merito quindi ci rivediamo su queste pagine il mese prossimo dove troverete la nostra corposa recensione del titolo e la guida completa all’avventura!