Killzone: Mercenary – Hands-on

Killzone: Mercenary è il nuovo capitolo della serie sviluppato in esclusiva su PlayStation Vita che, nel mese di settembre, dovrà scontrarsi con una situazione a dir poco complicata per la console portatile di casa Sony, protagonista di un andamento sul mercato affatto soddisfacente e che induce i pessimisti a pensare che nel giro di poco tempo sarà degradata semplicemente ad accessorio di lusso per PlayStation 4. Sony ovviamente spera che questo Killzone, insieme alle altre esclusive previste per l’autunno (accompagnate magari da un sostanzioso taglio di prezzo), riesca ad accendere quella scintilla necessaria per permettere a PS Vita di ingranare anche in occidente. In Giappone, del resto, è stato dimostrato come bastino semplicemente i giochi in esclusiva per ottenere ritmi al livello della concorrenza. 
Abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima Killzone: Mercenary grazie a un codice preview distribuito da Sony. Un solo livello ma che tanto è bastato per convincerci della bontà di una struttura di gioco che, paradossalmente, rischia di mettere in ombra anche i precedenti capitoli principali della serie.
Siamo mercenari, stiamo dalla parte di chi…paga di più!
Killzone: Mercenary è ambientato subito dopo la fine del primo episodio del franchise e si pone come un interessante approfondimento dell’intera trilogia vista su PlayStation 2 e PlayStation 3. Nella preview in questione ci siamo ad esempio ritrovati sul pianeta Helghan poco prima dell’attacco delle truppe ISA visto (e giocato) in Killzone 2. Si vestono i panni del mercenario Arran Danner, ex soldato UCA che è disposto ad accettare contratti da chiunque paghi bene: poco importa che si tratti degli ISA o degli Helghast. Mercenary sarà infatti il primo capitolo della serie a offrire la possibilità di giocare anche dall’altra parte, compiendo missioni per la fazione generalmente considerata “cattiva” dai giocatori. 
In questo caso abbiamo giocato però ancora una volta a fianco, o semplicemente pagati dagli ISA. Come detto, siamo sbarcati sul pianeta Helghan per aprire la strada allo spettacolare e rovinoso attacco visto nell’introduzione di Killzone 2. L’obiettivo era quello di disattivare le potenti difese anti-aree e rivoltare il fuoco verso gli stessi Helghast. Atterrati sul pianeta, rimaniamo prima di tutto colpiti da un aspetto grafico potente ma che approfondiremo al termine di questo hands-on, visto che dopotutto a sorprenderci è anche un gameplay più profondo delle aspettative e soprattutto compatibile con la piena libertà di scelta e azione del giocatore.
Il codice preview a noi fornito conteneva come anticipato un livello soltanto: la cosa inizialmente ci ha deluso, poi dopo aver completato lo stesso livello più e più volte provando approcci sempre differenti abbiamo capito come fosse una scelta voluta dallo sviluppatore Guerrilla Cambridge per mettere in primo piano come questo Killzone sarà molto più rigiocabile rispetto i predecessori e soprattutto vorrà premiare la voglia del giocatore di inventare tattiche sempre nuove per raggiungere gli obiettivi del contratto. Dal canto nostro, la prima volta abbiamo affrontato la missione in maniera classica, sparando senza ritegno a qualunque cosa si muovesse pur di arrivare all’obiettivo. Al secondo giro, compreso meglio il meticoloso meccanismo che regge l’intera struttura di gioco, ci siamo resi conto che forse era possibile provare qualcosa di diverso e, per certi versi, anche più coinvolgente: lo stealth. Sulla mappa di gioco sono presenti infatti dei punti in cui è possibile modificare il proprio equipaggiamento nel modo che si preferisce: e non si tratta di una mera modifica estetica, ma di decisioni importanti che avranno un impatto su come inevitabilmente si sarà costretti ad affrontare il livello. Nel caso si volesse prediligere un approccio classico, si consiglia ad esempio di selezionare un’armatura che limiti leggermente i movimenti, ma fornisca quel livello di protezione in più necessario per sopravvivere in battaglia aperta. Al contrario, se si vuole adottare un approccio stealth, meglio indossare un’armatura più leggera che favorisca movimenti rapidi e repentini, accompagnata ovviamente da armi dotate di silenziatore e gadget specifici (come piccoli droni) che permettano di esplorare le zone di gioco prima di addentrarvi. 
È un sistema soddisfacente e giocare lo stesso livello più volte provando metodi diversi restituisce quella sensazione di coinvolgimento e appagamento aspettata, soprattutto se si considera inoltre come Guerrilla Cambridge abbia abbandonato la struttura lineare dei precedenti capitoli, inserendo più percorsi nello stesso livello per giungere all’obiettivo. Non come un Far Cry, ben inteso, ma qualcosa che si avvicini più a saghe come Halo, e del resto è una filosofia che vedremo applicata anche in Killzone: Shadow Fall, il primo della serie per PlayStation 4.
Anticipavamo di un comparto grafico eccezionale, e quello che vi troverete davanti vi lascerà letteralmente a bocca aperta. Con Killzone: Mercenary sembra di giocare a una PlayStation 3 portatile, con i dovuti “tagli” per quanto riguarda texture e poligoni, ma generalmente è uno dei videogiochi, se non il videogioco graficamente più impressionante mai visto su una console portatile. Il connubio tra effetti speciali, modelli poligonali di ambienti e protagonisti, texture in buona definizione (non tutte perfette, tuttavia, come si diceva), animazioni dei soldati (quasi ai livelli del giochi visti su PlayStation 3) e molto altro ancora restituisce un quadro di primissimo piano, e se i pochi difetti riscontrati saranno risolti in tempo per il lancio ci sarà davvero di che leccarsi i baffi. Da non sottovalutare neanche l’aspetto sonoro e si consiglia vivamente di provare il titolo con un buon paio di cuffie per apprezzare del tutto la bontà di questo comparto.
Commento finale
I toni entusiastici di questo hands-on sono sufficienti per farvi capire quanto Killzone: Mercenary sia riuscito a colpirci anche oltre le più rosee previsioni. Dotare il gioco di una struttura ludica aperta a ogni approccio del giocatore, sia in termini di level design che di semplice equipaggiamento del soldato, potrebbe essere una mossa vincente per rendere questo spin-off come uno dei Killzone migliori che si siano mai visti sul mercato. C’è da valutare ovviamente come il gameplay verrà accompagnato dall’intera campagna di gioco e dal multiplayer, ma se il buongiorno si vede dal mattino, Sony potrebbe aver trovato quella Killer Application per PlayStation Vita che da tempo cercava