The Last Story è approdato in esclusiva su Nintendo Wii: ecco la recensione della storia di Zael, il giovane mercenario protagonista del gioco di Hironobu Sakaguchi, padre di Final Fantasy.
The Last Story segna il vero ritorno sulle scene di Hironobu Sakaguchi, padre della serie Final Fantasy nonché direttore e collaboratore di alcuni dei migliori GDR mai visti sul mercato. Il suo tocco magico in questo nuovo gioco di ruolo giapponese è nell’aria in qualsiasi momento ed è probabilmente per questo motivo che il nuovo videogioco per Nintendo Wii è solido dal punto di vista strutturale e narrativo.
L’attesa è stata lunghissima, per non dire estenuante, ma finalmente abbiamo avuto modo di testare in lungo e in largo questo The Last Story che per tanto tempo ha fatto sognare i videogiocatori italiani e gli appassionati di GDR dallo stampo tipicamente nipponico, una categoria comunque sfortunata in questa generazione di console ma che trova nuova ospitalità sulla console Nintendo.
L’avventura del mercenario Zael
Zael e i suoi amici hanno l’ambizione di diventare cavalieri e, come avviene con Final Fantasy, molta enfasi viene posta sui rapporti e le dinamiche tra i personaggi, mostrati soprattutto durante le scene extra-gioco realizzate in computer grafica. Forse nel corso dell’avventura ne abbiamo viste anche di superflue ma è anche vero che molte di queste riescono a far capire la personalità di ogni membro della banda e le motivazioni che lo spingono a portare a termine la missione.
Un gameplay solido
The Last Story prosegue su binari però stabiliti e i capitoli che compongono la storia potrebbero essere paragonati a dei livelli, altro elemento che allontana il titolo di Mistwalker dal genere puramente GDR. Non di rado, infatti, non abbiamo avuto alcun potere decisionale ma anzi abbiamo proseguito l’avventura così come è stata prestabilita, senza troppe possibilità di scelta. Questo aspetto non è però da considerarsi del tutto nocivo poiché probabilmente è ciò che permette al gioco di essere sempre coinvolgente e suggestivo.
Il posizionamento del personaggio è indispensabile per proseguire al meglio l’avventura e soprattutto per aumentare esponenzialmente i danni inflitti al nemico di turno. Non v’è molta possibilità di variare gli attacchi perché questi sono eseguiti in automatico non appena ci si trova di fronte a un bersaglio, però è possibile sfruttare al meglio il sistema di copertura soprattutto per attaccare un nemico da dietro: cogliendolo di sorpresa riesce ad infliggergli molto più danni. Via libera dunque agli attacchi a sorpresa che sembrano il modo migliore per ottenere molti vantaggi lungo i combattimenti. Interessante poi è la gestione del party che ci ha permesso di analizzare in anticipo il campo di battaglia così da impostare una strategia per un determinato scontro: possiamo gestire un gruppo ad esempio scegliendo dove posizionare un nostro compagno e impartirgli degli ordini, e questa caratteristicha ci permette di andare ad attaccare proprio quei punti deboli di un nemico in base alle nostre abilità o in base a quelle di un nostro amico.
Nel corso dell’avventura, che dura circa una trentina di ore o poco più, siamo riusciti a sbloccare nuove abilità che rendono Zael più abile. Ad esempio, riesce a un certo punto a saltare sopra le teste dei nemici oppure scivolargli sotto, oppure corre sui muri come se fosse Neo di Matrix e può scagliare un attacco verticale ad un avversario, così da infliggergli più danni. Attenzione comunque a non dimenticare mai di proteggere i membri della banda prima ad esempio di lanciare un incantesimo che può, se non impostato bene, ridurre le nostre difese. Insomma The Lasty Story offre un’ampia gamma di opzioni strategiche e, se sfruttate al meglio, riescono ad espandere notevolmente il sistema di combattimento seppur il gioco diventi un po’ troppo semplice e lineare soprattutto nella seconda parte dell’avventura.
C’è anche il multiplayer
Tecnicismi
Se la struttura narrativa e anche del gameplay sono state ben strutturate, degno di nota è anche il comparto grafico che riesce a offrire un ottimo colpo d’occhio. La modellazione poligonale dei personaggi di The Last Story è eccellente ed è capace di non sfigurare soprattutto se si considera che il gioco è stato sviluppato per Nintendo Wii, ormai vecchia a livello puramente hardware; le animazioni sono fluide, gli scenari elaborati anche se spesso piuttosto piccoli. La nota maggiormente negativa di tutto il gioco risiede probabilmente nei continui rallentamenti che hanno caratterizzato tutto il proseguo dell’avventura, purtroppo dovuti al motore di gioco a tratti davvero insufficiente che mina alcune delle parti più epiche del gioco stesso.
Conclusioni
Voto: 8,5/10