Chi sente la mancanza di un buon titolo horror che mescoli al suo interno anche una buona dose di sezioni puzzle? Ebbene, se siete fra quelli che hanno alzato la mano, sappiate che è finalmente uscito Afterfall Insanity, un titolo realizzato abbastanza bene che porta alla luce tutta una serie di citazioni dal mondo dell’orrore che male non fanno. Nel nuovo gioco targato Nicolas Games abbiamo trovato un pizzico di Dead Space, una spruzzatina di Metro 2033, qualche goccia di Silent Hill e una atmosfera presa di peso da Fallout 3 ma se sulle prime si pensa ad un gioco fotocopia, in verità si tratta di piccole citazioni che però si mescolano in un survival horror che ci ha lasciati piacevolmente colpiti.
GENTE FUORI DI TESTA
L’ambientazione di Afterfall Insanity non è davvero niente di nuovo, si tratta del solito mondo post apocalittico che si è chiuso in se stesso sperando di proteggere il genere umano dopo una terribile guerra nucleare. Ogni comunità che vediamo nel gioco vive all’interno di un Bunker super tecnologico dotato di ogni divertimento e necessità. Spazi ampi, ambienti climatizzati, bar, discoteche e chi più ne ha più ne metta. Insomma, molto divertimento ma anche doveri, visto che il tutto è gestito da una organizzazione militare davvero rigida. Ovviamente però, vivere sotto terra comporta anche qualche problema alla comunità sia per quanto riguarda la violenza fisica e mentale che una sensazione onnipresente di sindrome da reclusione. Per facilitare la cura di queste malattie, saremo chiamati a interpretare tale Dr. Albert Tokaj che non è se un esperto di malattie mentali e fobie varie. Il Dr. Albert pare un tipo tranquillo ma sappiamo bene che quando la situazione si complica, anche il personaggio più buono al mondo deve prendere in mano la situazione e iniziare a mietere vittime.
All’interno del nostro bunker abitativo, un bel giorno, le cose precipitano e la popolazione inizia a dare segni di squilibri mentali sempre più frequenti. Tutto il sistema viene messo in allerta grazie all’uso sempre buono della forza militare e verremo chiamati a investigare sul perché la popolazione cambia il proprio stato mentale da sano a folle. Parte cosi un gioco che vuole fare della paura e dei combattimenti ravvicinati (alla Condemned per capirci) il suo cavallo di battaglia ma con qualche spruzzatina di puzzle game che male non fa. L’impostazione del gioco ci farà vestire i panni del buon Dottore con una telecamera alle spalle di quest’ultimo in una serie di aree che hanno qualcosa di estremamente malato. La differenza fra la pulizia e le aree di estrema calma e luminosità dell’inizio gioco, si vanno a infrangere con sezioni completamente buie e piene di rumori claustrofobici e sinistri. L’atmosfera del gioco evoca in parte molti giochi horror che si sono visti negli ultimi tempi con Dead Space in primis ma si possono trovare varie citazioni anche da film come Fantasmi da Marte (gente che impazzisce e muta) o Punto di non ritorno (gente che impazzisce e muta per colpa di qualcosa di maligno). Come dicevo poco sopra, il gioco ci pone a metà strada fra l’esplorazione di alcuni ambienti, il combattimento all’arma bianca (asce, martelli, tubi, pungoli da bestiame etc) e alcuni puzzle game mai troppo complessi. Se per quanto riguarda questi ultimi non c’è davvero nulla di nuovo sotto il sole, va detto che i combattimenti all’arma bianca scaturiscono una certa angosciosa enfasi che ben si allontana dai soliti survival horror di settore visto che qui il combattimento ravvicinato difficilmente si può scansare. Detto questo, avremo modo dunque di bloccare gli attacchi scegliendo la tempistica giusta per difenderci. L’IA nemica non vi darà mai troppe grane se focalizzata su una o due persone a schermo, diventa leggermente più ostica quando si tratta di gruppi di numero superiore o nell’affrontare qualche creatura più forte ma nulla di davvero elevato, basta capire bene i tempi di risposta. Avremo modo di mettere mano anche a qualche arma (fucili a pompa, mitragliatrici, pistole narcotizzanti etc) ma le munizioni scarseggiano ed è bene cercare di conservarle per i momenti davvero drammatici (dicesi anche, aspettate di vedere i mostri davvero allucinanti). Sui puzzle invece poco da dire, ci troviamo per le mani la solita manomissione di alcune porte o sistemi, carte magnetiche da trovare o mini giochi da eseguire di modo da sbloccare determinati passaggi del gioco. Abbiamo per ultimo anche alcune situazioni dove ci sarà richiesto di usare l’ormai immancabile quick time event ma per nostra fortuna, questi pezzi, sono davvero pochissimi e riescono a farsi dimenticare quasi subito ributtandoci in un gioco dove i protagonisti siamo noi e non le meccaniche da film interattivo.
URLANDO NEL BUIO
Fin troppe volte la parte dedicata alle musiche e all’audio è stata retrocessa in ultima posizione ma in Afterfall Insanity, l’audio deve avere un posto d’onore visto che si vive quasi solamente ascoltando ben bene quello che ci striscia dietro le spalle o che potrebbe arrivare dalla densa oscurità. Il motivo principale ricorda vagamente le musiche sentite in film come l’Esorcista o La Cosa e questo non può che far piacere agli amanti dell’horror puro che si troveranno spesso a fermarsi nell’oscurità raggelati da un motivetto troppo sinistro. Buoni anche gli effetti sonori secondari legati all’ambiente che generano una certa suspance non da poco: camminare nel buio più totale con una torcia che illumina poco e nulla e sentire sbuffi di fumo o tintinnii sospetti, aumenta notevolmente il nervosismo che Afterfall Insanity è capace di suscitare al giocatore. Fra le brutture dell’audio invece, segnalo che il gioco non è per ora tradotto nella nostra lingua madre, neanche per quanto riguarda i sottotitoli.
Parliamo ora delle cose che invece ci hanno sorpreso meno, ovvero la grafica e qualche magagne tecnica che si poteva evitare. Il motore utilizzato per muovere il gioco è l’ormai onnipresente e abusato Unreal Engine che, se nelle mani giuste è capace di far vedere roba davvero tosta, nelle mani sbagliate non riesce a brillare come dovrebbe. Per quanto riguarda le mani di Nicolas Games, ci si trova a metà strada di una produzione che vive di alti e bassi ma lo fa con un saliscendi continuo di troppo. I modelli poligonali non brillano troppo per bellezza evocativa (il personaggio principale è a dir poco anonimo) cosi come il design di creature e forze militari passa abbastanza inosservato. Stessa cosa per gli ambienti che si adattano abbastanza bene alle atmosfere da gioco horror ma restano ancorate al suolo senza innovare di una virgola. Migliorano di molto le scenografie esterne che invece paiono molto più curate e ricche di poligoni di quelle interne. Certo, anche qui potremo dire che fra Fallout 3, Stalker e Metro 2033, di cose nuove da vedere ce ne sono poche ma è un difetto che riguarda più l’ambientazione post bellica che il gioco in se stesso. Segnalo invece dei buoni effetti di luce e delle ombre cosi come tutta una serie di sporcizie grafiche (polvere o pulviscolo atmosferico) che rendono ancora più malate le ambientazioni al chiuso. Buono anche l’uso dei particellari ma non troppo evoluto. In ultimo, segnalo una buona dosa di azioni splatter che faranno la gioia di chi cerca un titolo violento.
Fra i problemi che il gioco è riuscito a dare segnalo le solite compenetrazioni di poligoni che proprio non si riescono a evitare e qualche pop-in delle texture che da sempre si fa notare un filino troppo nel motore grafico. Ho riscontrato anche una assenza di audio in alcuni filmati o comunque tende a saltare un filino troppo andando a caricarsi chissà che cosa. Stessa questione per alcune sezioni di gioco che stranamente non vivono di un frame rate troppo elevato. In ultimo, segnalo una interfaccia non troppo evocativa, simile a quella vista in Dead Space, con la vita che viene segnalata grazie ad un palmare posato sul braccio del giocatore ma va detto che questo sistema non è troppo intuitivo per il giocatore alle prime armi che magari si troverà spiazzato dall’assenza di qualsiasi informazione a schermo.
L’INCUBAZIONE DEL MALE
Afterfall Insanity è un gioco ben confezionato che prende elementi di gioco da una parte all’altra delle attuali produzioni horror, sia videoludiche che cinematografiche. Non riesce a stupire per davvero ma si tratta comunque di un buon gioco che difficilmente delude le attese di chi si aspettavo un survival horror discreto. Di buono ci si trova per le mani un gioco con una storia interessante e un audio magistrale. Graficamente non il massimo ma con buone carte da giocare. In ultimo, delude l’assenza dei sottotitoli in italiano ma non è che si debba seguire chissà quale trama. Chiudo la recensione, segnalandovi che il gioco è il primo di una trilogia quindi ci si aspettano grossi miglioramenti per il futuro.
Votazione: 7,5/10