Recensione di Astre
Ognuna di loro in qualche modo legata all’ assassino dell’ Origami, un Serial Killer che da due anni terrorizza la città uccidendo bambini sotto i 10 anni. Questo è l’ inizio simile a tanti altri, quello che vi aspetta invece è un’ esperienza completamente diversa da qualsiasi altra possiate immaginare.
DRAMMA INTERATTIVO
I movimenti principali verranno effettuati con la levetta di sinistra ( in alcuni casi deve essere mossa davvero piano per realizzare un gesto dolce o un gesto che necessita precisione) mentre si camminerà premento il tasto R2. Con il tasto L1 sarà possibile cambiare telecamera ( solo 2 visuali, peccato) mentre con la levetta di destra il personaggio girerà la testa nelle diverse direzioni, scoprendo nuove interazioni con l’ ambiente circostante. Sono proprio le interazioni il motore portante del sistema di controllo, ogni oggetto rilevante può essere usato, ogni spazio visibile esplorato. Ad esempio all’ inizio del gioco vi trovere a dover “scalare un terrapieno fangoso: per farlo verranno assegnati due tasti alle braccia e due tasti alle gambe, che devono essere premuti a lungo e contemporaneamente finchè lo sforzo muscolare con quell’ arto non termina. Solo a qul punto potete lasciare il pulsante e premere altro. Proprio queste finezze, proprio questo realismo, fanno di Heavy Rain un gioco che ci ha lasciato assolutamente a bocca aperta.
NELLA MENTE
Una trama decisamente adulta si rivolge a un pubblico maturo che non ha paura dei drammi: sin da subito controlleremo il personaggio di Ethan Mars la cui vita nel giro di un’ ora di gioco verrà sconvolta irrimediabilmente. Da architetto di successo a uomo disperato, depresso e senza uno scopo a causa della morte prematura del figlio proprio sotto i suoi occhi. Questo lo porterà alla separazione dalla moglie, e a vivere solo e sull’ orlo della pazzia. Se Ethan sia shizofrenico o no dovrete scoprirlo durante l’ avventura. L’ unico cosa certa è che sentirete tutte le sue emozioni fino alle viscere, perchè questo gioco ha la capacità di trasmettere le sensazioni grazie a inquadrature, musiche, azioni assolutamente mai vista prima. Vi confesso che alcune parti del gioco sono volutamente noiose, lente, e senza grandi scopi. Ethan con suo figlio per esempio, che guardano la tv e non hanno voglia di mangiare, che vagano per casa o si scaldano una pizza dal frigo. Sono scene che trasmettono grigiore, noia e apatia. Scopo raggiunto, sono le stesse sensazioni del protagonista. In pochi minuti poi la situazione cambia, uno sconvolgimento della trama, un imprevisto, regala adrenalina ed emozioni forti tanto quanto avevate provato noia precedentemente.
Il secondo personaggio con cui verremo a contatto è Scott Shelby un investigatore privato grassottello e di mezza età, ha costantemente attacchi di asma ( che ci costringerà a prendere l’ inalatore) e ama risolvere con la forza la maggior parte delle situazioni. Il suo compito gli è stato assegnato dai parenti delle vittime.
Il terzo personaggio è investigatore dell’ FBI, Norman Jayden , quantomai somigliante a Ethan per alcuni tratti fisici e dotato di tecnologie che lasciano davvero a bocca aperta. Grazie al suo guanto e ai suoi speciali occhiali ( alla matrix) chiamati ARI, riesce a muoversi all’ interno di una reltà virtuale che gli permette di cambiare l’ ambiente circostante, di analizzare le tracce raccolte durante l’ indagine, di scovare traccie assolutamente invisibili a occhio nudo. Anche questo personaggio seppur affascinante e apparentemente sicuro di sè nasconde delle debolezze, che ci coglieranno sicuramente alla sprovvista.
Il ” cast” si chiude con Madison Paige, giornalista che soffre di insonnia, e che ci regalerà fortissime emozioni sin da quando la controlleremo per la prima volta. Unica donna del cast, è stata realizzata catturando i movimenti della bellissima modella Jacqui Ainsley.
Per trovare le vittime hanno pochi giorni di tempo. Il Killer infatti rapisce i bambini e li uccide annegandoli nell’ acqua piovana solo dopo qualche giorno. Questo il mondo organico e vivo nelle quali si svolge la ricerca al Killer, ognuno con il suo punto vista, ognuno con luoghi e indizi diversi. Il giocatore sarà spesso chiamato a ragionare, a ricordare, e a capire quali possano essere gli indizi fondamentali. La scelta di non dare i trofei durante il gioco fatta dalla Quantic Dream è proprio dettata dalla volontà di mantenere una continuità durante il gioco e non far scendere l’ atmosfera in nessun modo. Scelta vincente, anche questa, avremo già parecchie difficoltà a prendere la decisione giusta durante i pochi, concitati e decisivi secondi che sicuramente i trofei sarebbero stati di intralcio. Una nota: di decisione giusta si parla non perchè ce ne sia una migliore dell’ altra, ma perchè spesso saremo noi a essere indecisi e a non sapere cosa fare per assecondare le nostre stesse volontà. La rivoluzione del gioco infatti è proprio qui: puoi compiere il tuo cammino solo una volta, scegli bene cosa e come farlo, poichè ogni decisione porterà per davvero conseguenze diverse e diversi finali di trama. E ci mangeremo le mani perchè potevamo agire in altri cento modi, ma la fretta ci ha fregato.
VISTA APPANNATA
Dal punto di vista audio invece il doppiaggio italiano è su buoni livelli e una menzione speciale merita Ethan Mars, doppiato in modo inaspettatamente magistrale da Pino Insegno. Peccato per le voci dei protagonisti secondari, alcune davvero poco curate come i figli di Ethan. L’ audio che invece farà da colonna sonora al gioco è per quel che mi riguarda un vero e proprio capolavoro. La musica e gli effetti audio infatti giocano un ottimo 50% dentro quella dinamica unica di personificazione che il gioco riesce a regalare, e davvero vale da sola un buon pezzo di tutto Heavy Rain.