Provare a concretizzare a parole l’importanza di Gundam nella cultura moderna è qualcosa che senza dubbio risulta complicato, e non per i motivi sbagliati. Dal 1979 a oggi sono uscite forse un centinaio diverso di prodotti a marchio Gundam, dall’animazione ai videogiochi passando poi per visual novel, sketch teatrali e chi più ne ha più ne metta. Gundam Breakers 4 si presenta come ultima iterazione di un brand dal successo sostanzialmente infinito, che pian piano sta portando i suoi prodotti anche in occidente con successi alterni.
Dal 2012 ad oggi c’è però una saga che, più di altre, è riuscita nell’ottenere il plauso e l’affetto dei giocatori: quella di Gundam Breakers. I gundam diventano modellini, i modelli diventano smontabili, la personalizzazione diventa il cardine: quattro capitoli per ottimi risultati di vendita e, sopratutto, un estro creativo dei fan senza precedenti, che ha reso i breakers i videogiochi di Gundam più popolari in circolazione, occidente compreso.
Gundam Breakers 4, però, si trova in una posizione particolare poiché deve “risolvere” il gran guaio fatto da New Gundam Breakers, videogioco uscito nel 2018 come reboot della serie e peggiore iterazione del brand, complice un gameplay poco chiaro ed una generale scarsa qualità dei suoi componenti. Riuscirà GB4 a fare la differenza in questo contesto complesso? Lo scopriremo insieme all’interno di questa recensione.
Botte da orbi (e modellini)
Mettiamo subito le cose in chiaro: no, questo gioco non è uno sfidante di Armored Core 6 e probabilmente non è nemmeno una minaccia per chi voleva mettere le mani sul prossimo Daemon X Machina; Gundam Breakers è più il paradiso per chi vuole costruire il modellino definitivo e, nel farlo, vuole giocare a un action con degli elementi RPG blandi ma funzionali, senza particolari prese simulative o di difficoltà.
GB4, nel fare questo, risolve uno dei problemi più annosi del suo predecessore: il sistema di puntamento! In Breakers 4 questo infatti è modificabile in gioco attraverso la pressione del tasto R3 e, per quanto non precississimo, permette di orientare in maniera sensata i propri colpi e le proprie azioni. Il flusso del gameplay è rimasto sostanzialmente lo stesso: attraverso una campagna single player che dura circa una quindicina di ore, il giocatore affronta montagne di avversari all’interno di arene chiuse in missioni dall’impianto estremamente semplice, con occasionali boss giganti in cui la situazione cambia leggermente.
Sconfiggendo i nemici e “giocando bene” si ottengono parti per il proprio gunpla che, una volta tornati alla base, è possibile montare sul proprio robot così da personalizzare ulteriormente l’esperienza. La varietà di pezzi disponibili ai giocatori è veramente impressionante e, in perfetto stile Breakers, è tale da offrire nell’endgame forse l’esperienza modellistica definitiva.
Quest’ultima è ulteriormente incentivata dalla presenza di una comoda modalità fotografia con cui poter ritrarre il proprio gunpla al massimo della bellezza, seppur è chiaro che si poteva lavorare al fine di gamificare un pizzico anche questa cosa per migliorare ulteriormente l’esperienza.
Fortunatamente il gameplay duro e puro è particolarmente solido: il gioco ha una buona velocità, il dinamismo dei colpi è soddisfacente, la varietà di build rende il gioco approcciabile sotto diversi punti di vista. L’anima ruolistica “leggera” ben si sposa con il caos e la caciara della maggioranza delle missioni ed è molto più importante tenere alti i due combo counter presenti (uno per i colpi messi a segno + uno per i nemici eliminati) che perfezionare la propria build sul lungo periodo.
Finalmente in inglese (ma non al passo con i tempi)
Il livello di personalizzazione che il titolo offre al giocatore è veramente impressionante: ogni Gunpla è composto da almeno una decina di parti diverse che hanno statistiche e abilità di cui tenere conto per mettere assieme lo strumento di morte definitivo. A differenza di Gundam Breakers, inoltre, al giocatore viene lasciata la possibilità di far levellare i singoli pezzi personalizzandoli pian piano: questa scelta offre il massimo della versatilità possibile al sistema di gioco, che risulta quindi essere davvero una manna dal cielo per i giocatori più hardcore che esigono un certo livello di qualità dall’aspetto estetico del proprio robot.
Esteticamente parlando poi il lavoro fatto è in linea con quello dei capitoli precedenti, quindi siamo sull’eccellenza assoluta. Oltre ai colori e alle decalcomanie è possibile scegliere anche la grana dell’aerografo, la potenza dello stesso e giocare con gli errori per dare un’estetica ancora più netta e definita al nostro modellino preferito.
Certo, bisogna pur sempre dire che graficamente il gioco non faccia granché per farsi ricordare in maniera positiva. La versione da noi provata, quella Playstation 5, è tutto fuorché al passo con i tempi: la grafica è quella di un gioco Playstation 4, le ambientazioni sono spoglie e prive di dettagli, le texture mai particolarmente brillanti. Fortunatamente il framerate è stabile a 60 fotogrammi per secondo anche nelle situazioni più concitate ma questo non ci impedisce di evidenziare l’anima veramente cross di GB4, che dal punto di vista tecnico sente davvero il peso di essere un gioco che deve uscire anche su Nintendo Switch.
Commercialmente parlando, però, questa è una delle scelte potenzialmente vincenti visto che sarebbe il primo capitolo della saga a farlo; se a questo sommiamo il fatto che GB4 è il primo a venir ufficialmente tradotto in inglese e il primo a venir pensato anche per il pubblico occidentale si capisce quanto fosse importante questo genere di compromesso.
L’ultimo compromesso con il quale Gundam Breakers 4 ci fa convivere è quello della velocità di navigazione dei menù; nel gioco ci sono, plausibilmente, un po’ troppi caricamenti rispetto a quello che Playstation 5 potrebbe effettivamente fare ma niente per cui piangere.
Benino le musiche, sebbene manchino diversi dei temi ufficiali che hanno caratterizzato le varie saghe d’animazione a cui il gioco fa riferimento. Gli appassionati avranno di che lamentarsi, chi si approccia a questo mastodontico brand per la prima volta non più di tanto perché i pezzi presenti all’interno delle varie missioni, per quanto potenzialmente ripetitivi, possono vantare una buona caratura melodica e una costruzione armonica molto emotiva, tipica delle produzioni giapponesi.
Conclusioni
Gundam Breakers 4 è un gioco per una schiera di appassionati molto specifica che, finalmente, ha ottenuto quello che desiderava da molto stavolta anche in inglese e anche sulle console “comode” per definizione. Il gioco presenta dei mercati difetti lato tecnico ed non ha la profondità dei videogiochi “mecha” moderni ma propone l’esperienza PER appassionati di Gunpla definitiva; su questo c’è davvero poco da sindacare.
PRO
- Il miglior gioco di Gundam in circolazione
- Una montagna di pezzi con cui montare il proprio Gunpla
- Sistema di combattimento intrigante
- Giocato con gli amici ha molto potenziale
CONTRO
- Graficamente non al passo con i tempi
- Troppe schermate di caricamento per essere un gioco del 2024
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