Qualche volta è necessario anche staccare il cervello.
Non sempre è infatti obbligatorio ricercare articolate trame, gameplay innovativi e sistemi di gioco curati nel minimo dettaglio per passare del tempo di qualità. Dilemmi morali, skill tree, stili artistici avveniristici e altro ancor possono essere di tanto in tanto anche accantonati, per lasciare spazio a ciò che conta veramente, almeno per quanto riguarda un videogioco, ossia divertirsi.
Tutto questo ce lo insegna Bears in Space, titolo di Broadside Games edito da Ravenscourt in uscita oggi su PC, che si prende gran poco sul serio ma riesce a divertire alla grande. Un’opera completamente fuori di testa, colma di omaggi al passato e ilarità in ogni dove, che ha saputo conquistarci nelle ultime settimane.
Un’unione inaspettata
Bears in Space narra la storia dell’oramai prossimo alla pensione astronauta Maxwell Atoms e dell’orsa Beartrana, i cui DNA si combinano inavvertitamente durante un abbordaggio della loro navicella spaziale. Un qualcosa che, oltre a portarli a scambiarne i nucleotidi, ne unisce anche i destini, con i due che sono costretti a collaborare insieme per aver salva la pelle e rivedere i propri pianeti natali. Una missione che resta però tutto sommato in disparte nel corso del gioco e che rappresenta più che altro il motivo per metterci davanti a una incredibile carrellata di situazioni fuori di testa in una memorabile odissea interplanetaria.
Nel corso della nostra avventura in compagnia dell’opera prima di Broadside Games ci siamo infatti imbattuti in una lunga serie di ambientazioni e momenti particolarmente folli, dove venivano riscritte continuamente le regole del gioco e rotte innumerevoli barriere. Un incredibile tripudio di pazzia e ironia; una sorta di lungo viaggio psichedelico che, siamo sicuri, gli sviluppatori si sono dannatamente divertiti a mettere in piedi.
In compagnia di Max e Beartana ci siamo imbattuti in situazioni da ogni sorta. Abbiamo devastato feste di compleanno di giovani robot, siamo diventati una sorta di Godzilla con tanto di filtro dell’epoca, abbiamo raggiunto la gloria come giocatori di pallacanestro e ci siamo anche cimentati novelli ispettori: queste sono solo una piccolissima parte delle attività che, oltre al classico gameplay da sparatutto in prima persona, il gioco ci ha messo davanti, sommergendoci letteralmente di follia.
La verve ironica del gioco è infatti decisamente presente in ogni minimo istante di Bears in Space e ne contamina ogni singolo aspetto. Tra omaggi al passaggio, parodie o più semplicemente battute fini a sé stesse nulla nel titolo si prende seriamente. Un qualcosa che a lungo andare diventa anche leggermente tedioso, ma è innegabile come la cornucopia di follia di Bears in Space saprà strapparvi ben più di una risata.
Tra vecchia scuola e innovazione
Bears in Space si presenta come uno sparatutto in prima persona vecchia scuola, con una struttura e un impianto di gioco molto simili per capirci ai primi DOOM. La barra della salute, così come le munizioni e la corazza, possono infatti essere raccolti tramite degli oggetti sparsi tra le mappe di gioco. Il ritmo, poi, come da tradizione è decisamente frenetico, con le battaglie nelle varie zone che si contraddistinguono per essere particolarmente veloci tra salti doppi, dash e, soprattutto, innumerevoli esplosioni. Da segnalare, però, delle hitbox non sempre precisissime, che in più di un’occasione ci hanno fatto mancare qualche colpo all’apparenza preciso, e delle situazioni spesso e volentieri troppo confusionarie.
Capiamo benissimo il voler lanciare orde su orde di robot, ossia i nemici del gioco, su Max e Beartrana e anche il voler spesso spostarsi su dinamiche da bullet hell, tipologia di gioco che amiamo tantissimo, ma certe volte sembra proprio si sia voluto premere un po’ troppo il piede sull’acceleratore. Anche a difficoltà non altissime, infatti, alcuni scontri coi boss sono davvero complessi da affrontare a causa di colpi non sempre ben visibili e una barra di salute nemica talvolta troppo elevata. Nulla di troppo grave, anzi, ma un elemento su cui si sarebbe potuta porre maggiore attenzione.
La formula di gioco alla base di Bears in Space si sviluppa poi con svariate meccaniche, con quelle relative alle armi che sono in particolare interessanti. Utilizzare abbastanza una bocca da fuoco permette infatti di potenziarla, facendoli anche cambiare di conseguenza forma. Un’ottima trovata in grado di incentivare a variare sempre le proprie tattiche di offesa e di aumentare il senso di progressione.
Assolutamente notevole quello che è l’arsenale messo a disposizione da Broadside Games, sia per quanto riguarda il numero di strumenti di offesa che la loro natura. Oltre a classiche armi come fucili a pompa, gatling e così via, tutte in ogni caso dotate di design unici e convincenti, sono infatti numerose quelle non convenzionali. Noi ci siamo ad esempio imbattuti in delle specie di palle da basket esplosive, in dei cappelli con la ventola capaci di far volare letteralmente via gli avversari e delle braccia robotiche utilizzabili a mo’ di boomerang. Considerando poi come solo alcune di queste armi siano ottenibili tramite il classico mercante, mentre altre devono essere scovate in uno dei mille segreti del gioco, è evidente come sia stato fatto un gran lavoro sotto tale punto di vista.
Le varie mappe di giochi sono infatti infarcite di easter egg, anfratti nascosti e misteri di ogni sorta. Un qualcosa che sa rivelarsi senza ombra di dubbio alcuno uno dei principali punti di forza di Bears in Space, con il suo citazionismo continuo che è in grado di strappare ben più di una risata durante il gioco. Tenete presente però come il tutto sfoci spesso e volentieri nel demenziale ed è pertanto necessario essere degli amanti di tale ironia per apprezzare fino in fondo la creatura di Broadside Games. Se non amate situazioni completamente fuori di testa e senza filo logico potreste insomma fare decisamente fatica ad apprezzare completamente il titolo.
Restando sulla follia che permea ogni elemento del gioco, Bears in Space non è in realtà solo un FPS old school come vi abbiamo in precedenza accennato, ma un videogioco che adora mutare completamente forma e regole. In alcuni frangenti il gioco è diventato addirittura un top-down shooter a scorrimento verticale, mentre altre volte ha stravolto le regole della fisica per offrirci sezioni ancora differenti. Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questa nostra esperienza in compagnia di Broadside Games è che lo studio australiano è una vera e propria fucina di inventiva.
Aspetto tecnico
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Bears in Space è comunque piacevole, per quanto non stupisca certamente per chissà che trovate o una grafica all’ultimo grido. Notevole, invece, l’aspetto stilistico e il design di armi e nemici, anche se talvolta qualche zona risulta un po’ troppo vuota o simile alla precedente. Da segnalare, infine, qualche piccolo calo di framerate nei momenti più concitati.
Giudizio finale
Uno sparatutto in prima persona vecchia scuola colmo di ironia e citazioni, nel quale in compagnia di un arsenale fuori di testa saremo chiamati a sconfiggere orde di robot nei panni di un ibrido tra uno scienziato e un orso. Bears in Space è insomma un’esperienza sicuramente unica e che si staglia nel panorama odierno, a cui val ben la pena dare almeno un’occasione.
PRO
- Originale e ludicamente valido
- Divertentissimo
- Colmo di segreti
CONTRO
- Bisogna apprezzare un certo tipo di comicità
- Tecnicamente c'è qualcosa da sistemare
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