Per effetto di una legge della Commissione Europea dovrà aprirsi ad ospitare chat di terze parti. E vale anche per altre app!
Vi immaginate aprire Whatsapp ed al suo interno trovare una moltitudine di altre applicazioni di messaggistica istantanea? Questo pensiero bislacco potrebbe tramutarsi in realtà in men che non si dica, per effetto dell’applicazione del Digital Markets Act, legge promulgata dalla Commissione Europea nel 2022 ed entrata pienamente in vigore nel 2023 che prevede una serie di riforme e regolamentazioni delle piattaforme digitali con una nuova serie di obblighi e garanzie di pluralità e trasparenza da parte dei maggiori player della scena big tech, fra cui figura anche Meta, proprietaria tanto di Whatsapp quanto di Messenger.
Ecco quindi cosa potrebbe cambiare nel breve periodo nell’ambito delle nostre app di IM preferite.
Le Sinistre Sei
Lo scopo del Digital Markets Act, divenuto effettivo a novembre 2022 e la cui applicazione ha iniziato ad essere eseguita lo scorso anno, mira a rendere gli ecosistemi digitali più equi e sicuri per cittadini, al contempo cercando di limitare concentrazioni monopolistiche di conglomerati dotati di poteri o quote di mercato troppo grandi. In particolare, la legge ha individuato un gruppo di 6 compagnie identificate come “gatekeepers“, ovvero i guardiani dell’accesso alle reti sociali digitali che raccolgono la stragrande maggioranza degli utenti che utilizzano app di social network e messaggistica su base regolare, e detengono di conseguenza informazioni e dati personali di milioni di utenti di tutto il continente. Proprio verso queste 6 majors si sono concentrate molte delle misure contenute nel DMA, che vuole mitigarne lo strapotere attuando una serie di contrappesi. Le 6 aziende in questione sono:
- Alphabet, proprietaria di Google (che a sua volta possiede YouTube) e di altre compagnie dedicate alle frontiere della tecnologie digitali come AI, cybersecurity e big data.
- Amazon, proprietaria dell’omonimo store online, oltre che della piattaforme Twitch e Prime Video
- Apple, non solo produttrice hardware ma anche di servizi in abbonamento come Music e Arcade
- ByteDance, proprietaria del social network TikTok
- Meta, proprietaria di una moltitudine di social network quali Facebook, Messenger, Whatsapp, Instagram e Threads
- Microsoft, probabilmente la principale azienda informatica del mondo
Gli ambiti di intervento della DMA riguardano 8 differenti argomenti, che riguardano i business delle 6 aziende (ma anche di molte altre del settore tech) in tutti i campi, dai motori di ricerca ai circuiti di pagamento, dai servizi in cloud alle inserzioni pubblicitarie, fino ovviamente alle piattaforme di rete sociali e messaggistica istantanea; ed è proprio su quest’ultimo punto che si concentrano le principali novità che sembrano in procinto di investire da qui a poco Whatsapp ed altre app di IM.
Aggiungi un IM a tavola
Intervistato da Wired, l’engineering director di WhatsApp Dick Brouwer ha dichiarato che l’azienda è pronta ad includere l’interoperabilità con applicazioni di messaggistica di terze parti all’interno di WhatsApp, il che potrebbe portare ad allargare il bacino di utenza complessiva ad oltre 2 miliardi di persone. D’altronde l’interoperabilità tra le app di messaggistica è proprio un odei punti predisposti dal Digital Markets Act, che spera con questa misura di limitare lo strapotere delle big tech offrendo agli utenti una pluralità d servizi differenti tra cui scegliere, ed al tempo stesso facilitando l’integrazione tra le app per fornire un servizio più razionale ed efficace agli utenti stessi.
Come riportato dal sito WABetaInfo, che si occupa di tracciare le ultime novità e le nuove funzionalità delle versioni beta degli aggiornamenti WhatsApp, una nuova release dell’app, che porta la build alla versione 2.23.19.8 pubblicata tramite Google Play Beta Program, introduce il supporto all’interoperabilità tra chat, aprendo di fatto la strada alla futura integrazione di app di messaggistica di terze parti. Ma cosa significa a conti fatti? A livello di layout dell’app, questa prevederà una sezione apposita denominata “chat di terze parti” tramite la quale potremo vedere i contatti di altre app con cui abbiamo stabilito una comunicazione. Ciò permette, in definitiva, di poter comunicare con altri utenti che non sono provvisti di Whatsapp bensì utilizzano un’altra app di messaggistica, ad esempio Signal. Si tratta sicuramente di una bella razionalizzazione, che permette di non dover scaricare tante app diverse sul proprio smartphone, bensì di essere in grado di comunicare con tutti tramite la propria piattaforma preferita.
Rimane un’incognita relativa all’estensione di tale pratica. Nell’Unione Europea le big tech dovranno conformarsi a questo regolamento. Ma questa pratica prenderà piede nel resto del mondo o rimarrà un caso isolato alla sola Europa? Sarebbe bellissimo un mondo profondamente interconnesso a prescindere dall’app di messaggistica di ogni singolo utente, ma c’è davvero la possibilità che ciò si verifichi senza che varianti della DMA siano replicate negli altri paesi? La comodità insomma potrebbe essere solo parziale: se tali misure non fossero adottate al di fuori del nostro continente, la comunicazione intercontinentale tra le app di messaggistica potrebbe continuare a soffrire dei limiti odierni imposti dalla speicficità di ogni singola piattaforma.