L’azienda di Mark Zuckerberg ha annunciato una partnership con i ricercatori per preservare il benessere dei minori.
Come tutti gli strumenti tecnologici, i social network hanno potenzialità enormi per il miglioramento della condizione umana, ma pongono anche molti rischi alla sicurezza degli utenti, soprattutto in merito all’utilizzo improprio dei dati personali degli utenti, all’esposizione a fake news e tentativi di manipolazione o indottrinamento, per non parlare dei rischi di truffe e/o molestie, o a casi di cyberbullismo tra i giovani.
Proprio a tutela dei minori Meta ha deciso di stringere una partnership con il Center for Open Science per condividere dati aggregati utili per lo studio di misure atte alla prevenzione di minacce alla loro sicurezza sui social. Vediamo in cosa consiste.
Difese trasparenti
Usando innovativi metodi propri del movimento open science per promuover e rigore e trasparenza nelle attività di ricerca, Meta e il Center for Open Science faranno da pionieri per un nuovo approccio da partnership tra industria e accademia per l’accesso ai dati dei social media.
– Meta Partners with the Center for Open Science to Share Data to Study Well-being Topics – 29 gennaio 2024
Il programma pilota di partnership tra Meta e il COS durerà un paio d’anni e inizierà nei prossimi mesi. In questo progetto pilota COS fungerà da arbitro di terza parte, invitando rinomati ricercatori ad inviare proposte di Report Registrati (Registered Reports), ovvero una format di pubblicazione scientifico che presenti i risultati di una ricerca scientifica contrassegnata da severi processi di peer review che assicurano l’eliminazione di bias e incentivano la massima accuratezza possibile nella raccolta delle informazioni e nelle premesse metodologiche e concettuali della ricerca stessa. Tali proposte di ricerca dovranno avere come oggetto lo studio di possibili relazioni tra l’utilizzo dei social media e altri argomenti, e devono prevedere l’utilizzo di dati raccolti dalla piattaforma Meta come elemento cardine della ricerca stessa. Tutti i risultati di tali ricerche saranno poi resi pubblici.
Insomma, Meta sta aprendo le porte all’utilizzo di dati aggregati provenienti dai suoi social network per metterli a disposizione della comunità scientifica che possa verificare eventuali correlazioni con altri fenomeni, ad esempio il cyberbullismo. Si tratta di un’ulteriore apertura di Meta alla trasparenza dei dati dopo che lo scorso novembre aveva rilasciato la Meta Content Library, che aveva reso possibile aggregare dati relativi a tutti i post pubblici, condivisioni, commenti e reazioni. In settimana inoltre Mark Zuckerberg sarà sentito in audizione al Congresso in merito alle politiche messe in campo da Meta per la protezione dei bambini online. Zuckerberg sarà in buona compagnia perché sfileranno in aula anche i CEO i TikTok X, Discord e Snap. A tal proposito Meta ha anticipato un aggiornamento di prossima implementazione mirato alla restrizione dei messaggi tra minorenni e maggiorenni: in particolare, su Facebook e Instagram sarà data facoltà ai minori di 16 anni di rifiutare messaggi da parte di account di adulti con cui non siano già in contatto tramite amicizia/follow. Alcune misure sono già state poste in essere, come una limitazione alla visualizzazione di contenuti espliciti riguardanti suicidio, violenza ed autolesionismo da parte di account di minorenni.
Social con giudizio
I social media hanno plasmato non solo il mondo di Internet, ma la vita delle persone anche al di fuori del virtuale. Interi settori lavorativi gravitano attorno all’utilizzo di queste piattaforme, dal marketing allo shopping, e la loro funzione originaria di costituzione di reti sociali è mutata considerevolmente nel tempo (e a seconda dello specifico social), con conseguente esodo da una piattaforma all’atra a seocnda delle mode del momento e/o delle differenti funzioni offerte da ciascuna.
Il social network per antonomasia è Facebook, creazione di Mark Zuckerberg che ha cambiato la vita di milioni di persone in tutto il mondo, nel bene e nel male. Il social dell’azienda Meta ha segnato in modo indelebile tanto l’immaginario collettivo quanto l’orizzonte culturale e tecnologico dell’umanità, poiché il suo impatto non si limita alle interazioni che avvengono al suo interno, ma all’influenza che ha avuto e continua ad avere nel plasmare le relazioni sociali tra gli esseri umani che fanno uso, per svago o lavoro.
Sebbene esista ormai da diversi anni, il fenomeno dei social network è ancora relativamente giovane nel panorama delle invenzioni tecnologico e in particolare informatiche, e la sensazione è che ne stiamo ancora vivendo una fase di evoluzione che potrà durare molto tempo. In questa continua corsa al cambiamento i social in parte si adattano e in parte condizionano le proprie modalità di utilizzo da parte degli utenti e della società tutta, che si interessa ad essi per i motivi più vari, ad esempio legiferando in materia per stabilire delle regolamentazioni attorno al loro utilizzo, o avviando attività imprenditoriali ce ne fanno largo uso, o ancora dando vita a comunità di appassionati o esperti di materie specifiche che si scambiano conoscenze e/o opinioni.
In un panorama così complicato, le misure intraprese da Meta e l’annuncio di questa partnership sono accolte positivamente, tuttavia l’azienda di Zuckerberg non è stata esente da critiche rispetto a questo problemi: proprio a inizio anno sono stati desecretati alcuni documenti relativi ad una causa intentata dal Dipartimento di Giustizia del new Mexico proprio nei confronti di Meta e del suo CEO. Da tali carte emerge che l’azienda fosse del tutto consapevole del problema dell’esposizione dei propri utenti minorenni a materiale sessualmente esplicito, e che esso fosse condiviso tra account di adulti e minorenni, ma non abbia preso alcuna contromisura per arginare il problema. Non solo: Meta avrebbe attivamente sponsorizzato le sue app di messaggistica anche ad un pubblico di minori, nonostante gli evidenti rischi.
Intervistato da TechCrunch, il procuratore generale del New Mexico Raúl Torrez non le mandò a dire:
Per anni, i dipendenti di Meta hanno lanciato un allarme in merito a come le decisioni dei dirigenti dell’azienda esponessero i bambini a pericolosi adescamenti e ad essere sfruttati o molestati. Ma i dirigenti di Meta compreso il signor Zuckerberg, hanno ripetutamente preso decisioni che hanno anteposto la crescita dell’azienda alla sicurezza dei bambini. Mentre l’azienda continua a minimizzare le attività illecite e nocive subite dai bambini sulle sue piattaforme, i dati e le informazioni interne a Meta dimostrano che il problema è grave e diffuso. – Unredacted Meta documents reveal ‘historical reluctance’ to protect children – 18 gennaio 2024
Insomma i primi passi intrapresi da Meta sono sicuramente positivi, anche se tardivi. Auguriamoci che i social continuino su questa strada e recuperino il tempo perduto per far sì che tali piattaforme diventino luoghi sempre più sicuri per tutti gli utenti, specie se minorenni.