Il tandem di intelligenza artificiale è stato oggetto di recenti demo, da cui sono trapelate diverse informazioni. Facciamo il punto!
Assistente Google e Bard indossano gli orecchini Potara: il risultato di questa fusione è “Google Assistant with Bard” un progetto in lavorazione da un po’ di tempo e che sembra ormai in via di completamento. Il suo scopo è auto-esplicativo: fondere l’assistente personale di Google con il suo algoritmo di AI, per dar vita ad un assistente molto più “intelligente” di quanto sia attualmente. Il prototipo è già stato oggetto di test in versione demo, ed alcune informazioni trapelate sono state raccolte da Mashable, che ha fatto il punto sullo stato dei lavori e ha ipotizzato un periodo di lancio del nuovo servizio. Spoiler: è più vicino di quanto crediate!
Mi chiamo Bard, Google Assistant – Bard
A quanto pare un utente Twitter ha scovato un video tutorial di Pixel Tips che fa riferimento alla prossima introduzione di una app nativa di Bard all’interno dei sistemi Android, che andrà a sostituire l’attuale Assistente Google.
Here is official Google’s demo-video of Assistant with Bard for Pixel Tips app
— Наиль Садыков (@Nail_Sadykov) 28 gennaio 2024
So maybe we will see it in the next Pixel Feature Drop ? https://t.co/oPr7uEzx8R pic.twitter.com/XsDYIDROHV
Questo interessante tutorial, oltre ad anticipare il fatto che il rilascio dell’app potrebbe venire nel prossimo grande aggiornamento, offre una panoramica sulle caratteristiche della nuova applicazione. Per attivarla, la procedura è la medesima dell’attuale Assistente: si pronuncia il fatidico “Hey Google” oppure si tiene premuto il tasto di accensione (la demo prende ad esempio il design di Google Pixel). A questo punto si apre un prompt di comando ce ci invita ad interagire con l’assistente tramite 3 tipologie di input differenti: possiamo scrivere digitando sulla tastiera virtuale, parlare tramite il microfono integrato del nostro smartphone oppure caricare una foto o un’immagine. Nell’esempio riportato, l’utente carica la foto di una pianta al prompt di comando, poi fornisce le sue istruzioni: chiede a Bard di dargli dei consigli per la cura di questa pianta che l’utente ha appena comprato. Nell’esempio, il super-bot riconosce l’esatta specie di piata in questione, prodigandosi in consigli botanici e rimandando ad un video di approfondimento su YouTube.
Insomma, ammesso e non concesso che il tutorial di esempio sia una proposizione esatta dei tempi e precisione di risposte fornite dall’assistente, pare proprio che l’introduzione di Bard evolverà notevolmente le facoltà dell’Assistente Google, strumento fino ad oggi molto limitato ed utilizzabile più che altro come input di comandi vocali (“chiama Tizio via Whatsapp”) o richieste di informazioni molto semplici e dirette (“Che tempo farà domani a Canicattì?”).
Assistente Bard a rapporto!
Avere un Assistente Google “intelligente” quanto ChatGPT in tasca è senz’altro più utile della sua versione attuale, perché potenzialmente in grado di fornire una quantità di informazioni ed assolvere ad una quantità di compiti molto maggiore. Molti lettori che ne sono abituali utenti vorranno quindi sapere se ci sono notizie in merito alla data di implementazione effettiva della nuova app nei sistemi Android. Da questo punto di vista l’azienda di Mountain View non ha fatto dichiarazioni ufficiali per il moento, anche se un indizio è stato raccolto in maniera informale.
Secondo le informazioni in possesso di Mishaal Rahman, Senior Contributor di Android Central, le informazioni contenute nel codice sorgente del video tutorial di cui sopra fanno riferimento al mese di marzo 2024, finestra nella quale potrebbe essere rilasciato un aggiornamento del sistema operativo, il quale potrebbe dunque includere la nuova app nativa. Purtroppo però c’è anche un aspetto negativo: a quanto pare il video tutorial non viene riprodotto nei dispositivi Pixel che sono privi di chip Tensor. Tensor è un SoC progettato da Google precisamente per essere implementato nella sua linea di smartphone; sebbene i primi lavori su Tensor risalgano addirittura al 2016, la sua prima implementazione effettiva avvenne su Pixel 6, modello rilasciato nel 2021. Ciò significa che tutti i possessori di modelli di Pixel Phone precedenti non possono vedere questo video e, presumibilmente, non riceveranno l’aggiornamento cui esso si riferisce oppure lo riceveranno ma privo dell’implementazione della nuova app.
In ogni caso ci stiamo muovendo per ipotesi, in mancanza di dichiarazioni ufficiali da parte di Google, che potrebbe diradare i dubbi generali con una comunicazione ufficiale nelle prossime settimane.