Se pensavate che Hewlett-Packard facesse la propria fortuna su portatili a basso costo, o su server IA, vi sbagliavate di grosso. Oltre la metà degli introiti generati nell’ultimo anno da HP provengono infatti dalla sezione “Stampanti”, e in particolare dalla vendita di cartucce di inchiostro. Ecco che qualcuno allora ha portato l’azienda in tribunale.
Basta limiti alle cartucce di terze parti
Si, avete capito bene; buona parte degli introiti di HP derivano dalle stampanti, ma soprattutto dalla vendita di proprie cartucce di inchiostro, che vengono riconosciute come “originali” dalla stampante, impedendo dunque di utilizzare cartucce di terze parti che non vengono lette dal sistema. Certo, non c’è da stupirsi degli ingenti guadagni di HP se pensiamo all’esorbitante costo che HP assegna a cartucce che contengono pochi millilitri di inchiostro, rendendo questo liquido quello più costoso sulla faccia del pianeta, superando di gran lunga anche il costo del sangue umano.
Come riferisce la testa online Ars Technica, HP è in tribunale proprio per questa questione, più nello specifico, i querelanti richiedono la fine della “Dynamic Security”, ovvero del sistema che determina la “genuinità” di una cartuccia di inchiostro ed impedisce di usare quelle di terze parti, oltre che richiedere la cifra di ben $5 milioni USD come risarcimento danni. Non è la prima volta che HP si trova al banco degli imputati per questa questione, e l’azienda si è già trovata costretta più volte a dover sborsare cifre altissime per chiudere processi, ma a quanto pare le vicende giudiziarie passate non hanno dissuaso HP dall’amore verso il monopolio dell’inchiostro.
La Dynamic Security fu introdotta da HP nell’ormai lontano 2016, e l’opinione pubblica non ha di certo aspettato per lamentarsi dell’impossibilità di scegliere quali inchiostri usare nella propria stampante, reputando che la scelta di HP fosse un tentativo quantomeno autoritario per mantenere accentrati i profitti nel mercato, lamentele che poi si trasformarono in un primo processo. Non bastarono i milioni di dollari pagati come risarcimento per dissuadere HP dal modello di business che tanto piaceva all’azienda, con il responsabile finanziario di HP che si diceva “davvero orgoglioso” di essere riuscito, nello stesso anno, ad alzare i margini di profitto della sezione Stampanti.
Ancora una volta dunque i consumatori si trovano a portare in tribunale HP, dopo che l’azienda ha nuovamente alzato i prezzi del proprio inchiostro dopo un aggiornamento dei firmware delle stampanti, che rafforzano il sistema della Dynamic Security e costringono fattualmente il cliente a scegliere una cartuccia originale, o peggio ancora, un servizio in abbonamento. Sì, HP ha un proprio servizio in abbonamento, chiamato Instant Ink, che promette di inviare a casa vostra, al prezzo di un pagamento mensile, nuove cartucce quando quelle che state usando inviano un segnale per notificare che sono finite; se non usate molto la stampante e le vostre cartucce non finiscono ogni mese, state praticamente regalando soldi ad HP.
Comunque sia, il 2023 ha fruttato ad HP ben $18 miliardi USD in introiti, e $3.34 miliardi USD in puro guadagno contando solo la sezione Stampanti, non stupirebbe dunque che HP avesse un conto nominato “In caso di Processo”, da svuotare ogni volta che qualcuno li porta davanti ad un giudice, pur di non mettere fine alla Dynamic Security.