Si potrebbe adattare la formula di successo di Mario anche a Zelda? Nintendo ha le idee chiare in proposito.
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom ha mostrato un’anima sandbox che la saga non aveva mai conosciuto prima d’ora. Nintendo ha pensato di mettere i giocatori nelle condizioni di poter spingere sull’acceleratore della creatività, andando ben oltre la manipolazione di oggetti ed elementi del precedente Breath of the Wild: qui la creazione di strumenti di esplorazione, combattimento, locomozione eccetera sono interamente nelle mani del giocatore, libero di dar sfogo alla propria fantasia e creare le invenzioni più assurde. Il web è popolato dalle invenzioni più bislacche partorite dagli utenti, esilarati dalle possibilità creative che la serie action-adventure di Nintendo non aveva mai dato loro prima.
Ciò ha portato alcuni ad interrogarsi se ciò non possa costituire una sorta di prova generale per futuri capitoli spinoff della serie totalmente incentrati sulla formula sandbox, insomma un equivalente di Mario Maker in ambito Zelda. La compagnia giapponese è stata interrogata direttamente sulla questione e ha dato una risposta molto precisa a riguardo.
Da Mario Maker…
Super Mario Maker è uno spinoff di Super Mario incentrato sulla libera creazione di livelli 2D a scorrimento da parte dei giocatori. Uscito per la prima volta nel 2015 su Wii U e portato l’anno successivo su 3DS, è stato un grande successo che ha dato origine ad un sequel (Super Mario Maker 2, uscito su Switch nel 2019). Il gioco è il paradiso dei fan di Mario dotati di una vena creativa: è possibile creare livelli utilizzando tutti gli elementi più iconici della serie, dai blocchi a mattoncini alle monete, dai power up ai tubi verdi, fino a curare gli effetti sonori e persino lo stile estetico dei livelli, oltre che a sconvolgere i luoghi comuni del franchise per operare dei ribaltamenti esilaranti, ad esempio dotando i nemici storici della serie di alcuni poteri propri di Mario, come il volo o l’ingrandimento.
Chiaramente la serie costituisce un precedente importante dal punto di vista degli spinoff sandbox per Nintendo, che ha trovato un modo redditizio e gradito dal pubblico per offrire loro un contenuto originale di una serie amatissima che non sia un capitolo principale. Perché non reiterare tale formula anche per il suo secondo franchise più noto in assoluto? Effettivamente si potrebbe leggere l’apertura sandbox di Tears of the Kingdom come una specie di prova generale per un ipotetico spinoff che abbracci totalmente questa modalità di gioco. D’altronde sono trascorsi ben 6 anni tra Breath of the Wild e il suo seguito, e Nintendo potrebbe avere tutto l’interesse economico a spezzare iati così lunghi tra un capitolo principale e l’altro con giochi minori e spinoff, come ad esempio il remake 3D di Link’s Awakening nel 2019.
… a Zelda Maker?
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byu/FaZe_Poopenfarten_69 intearsofthekingdom
Vedremo mai uno Zelda Maker? Questa domanda è stata rivolta da Polygon a Eiji Aonuma e Hidemaro Fujibayashi, rispettivamente producer e director di The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom. I due hanno fornito una risposta sibillina dalla quale traspare in filigrana la filosofia che Nintendo ha deciso di applicare al nuovo capitolo della serie e al suo futuro.
Quando creiamo giochi come Tears of the Kingdom, credo sia importante il fatto che non facciamo della creatività un requisito fondamentale. Piuttosto, inseriamo elementi nel gioco che spingano i giocatori ad essere creativi, e dona loro l’opportunità di esserlo, senza forzarli. Ci sono persone che amano creare le cose da zero, ma ciò non vale per tutti. Credo che tutti amino trovare il proprio modo di vivere un certo gioco, ed è ciò che ci siamo sforzati di ottenere in Tears fo the Kingdom; non c’è un modo giusto di giocarlo. Se sei una persona creativa, hai la possibilità di esperirlo in quel modo. Ma non è una cosa che sei costretto a fare; puoi proseguire nel gioco anche tramite modalità differenti. Perciò non credo sarebbe un bene per The Legend of Zelda richiedere necessariamente ai giocatori di costruire cose da zero e forzarli ad essere creativi. – Eiji Aonuma citato da Ana Diaz, Zelda: Tears of the Kingdom devs on why we likely won’t get a Zelda Mario Maker game – 16 dicembre 2023
La tesi di fondo è chiara: la natura prettamente action-adventure di Zelda è ciò che contraddistingue la serie, il suo asse portante identitario, e ciò deve rimanere inalterato per assicurare il successo della formula di gioco nei capitoli futuri. Ciò porta ad escludere senz’altro un nuovo capitolo principale che abbracci totalmente la componente sandbox accentuatasi in Tears of the Kingdom, che viene presentata al giocatore come una possibilità di approccio al gioco, ma non come l’unica possibile. Basta questa dichiarazione a convincere sul fatto che non possa essere realizzato uno spinoff sandbox? Direi di no, del resto nessuno reputa Super Mario Maker un gioco afferente alla serie principale del franchise Super Mario.
C’è anche da dire che Mario storicamente si è prestato ad un’infinità di variazioni e giochi a tema (da Mario Paint a Paper Mario, da Mario Pinball a Mario Kart e così via), mentre l’IP Zelda non è stata interessata storicamente da una tale produzione di spinoff (gli esempi più recenti in questo senso sono probabilmente gli hack’n’slash Hyrule Warriors). Sebbene quindi non sia affatto impossibile che prima o poi Nintendo decida di offrire uno spinoff di Zelda in salsa sandbox al suo pubblico, possiamo stare tranquilli sul fatto che la serie principale manterrà saldo il suo impianto action-adventure che ne ha decretato il successo per quasi 40 anni.