1500 posti di lavoro a rischio e scioperi di protesta, cosa sta succedendo?
Il passaggio al mercato libero delle forniture energetiche rischia di avere come contraccolpo un licenziamento di massa di dipendenti di call center e back office impiegati nel settore, che si stanno organizzando per indire scioperi e proteste pubbliche di impatto mediatico, oltre a chiedere a gran voce un incontro con il ministro dell’ambiente Pichetto Fratin. Cerchiammo di capire quali siano i problemi e quali le rivendicazioni dei lavoratori interessati.
Energia libera, ma a che prezzo?
Da aprile 2024 il mercato dell’energia passerà dal regime tutelato a quello di libera concorrenza, cos come deciso dal governo italiano in ottemperanza a direttive europee in materia. Il mercato tutelato era stato introdotto nel nostro paese secondo modalità definite dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), e riguarda la fornitura di energia elettrica e gas naturale con condizioni economiche e contrattuali definite dall’Autorità stessa, nei confronti di clienti finali di piccole dimensioni (famiglie e microimprese) ad un prezzo calmierato. Nel rispetto dei principi di libera concorrenza, tuttavia, tali norme dovranno essere abrogate a partire dal prossimo anno, in particolare per le seguenti categorie di clienti:
- per i clienti domestici non vulnerabili di gas naturale (famiglie e condomini) il superamento della tutela di prezzo è previsto da gennaio 2024;
- per i clienti domestici non vulnerabili di energia elettrica a partire da aprile 2024;
- per le microimprese di energia elettrica il servizio di maggior tutela si è concluso ad aprile 2023 (per le piccole imprese era già terminato nel 2021).
Ciò non riguarda particolari tipologie di clienti vulnerabili (4,5 milioni di persone secondo calcoli della stessa ARERA; nuclei famigliari che hanno all’interno persone fragili, indigenti o over 75) che potranno continuare ad usufruire delle condizioni tutelate. Per tutti gli altri invece esisterà d’ora in poi solo il mercato libero, in cui ciascuno potrà autonomamente valutare le offerte dei singoli fornitori e decidere liberamente quale sottoscrivere. Si tratta della condizione di libera concorrenza che si attua in qualsiasi mercato libero, in cui il prezzo è stabilito “naturalmente” dall’incrocio delle diponibilità di spesa degli utenti, che costituiscono la domanda di un certo bene, e il prezzo di vendita proposto dai venditori, che ne determinano l’offerta: in condizioni ideali (ovvero in assenza di monopoli, restrizioni statali e ovviamente truffe) il mercato tende a regolarsi da solo verso il prezzo di equilibrio, che incrocia perfettamente le esigenze dell’una e dell’altra parte.
In questo passaggio però forse si è trascurato un particolar importante, ovvero i lavoratori del settore, che ora temono di essere lasciati a casa senza uno straccio di… tutela, per l’appunto.
1500 in meno
A inizio mese Il Messaggero ha riportato la notizia che la società Covisian avesse messo in cassa integrazione oltre 200 addetti ai servizi alla clientela. Questa potrebbe essere solamente la punta dell’iceberg: altri lavoratori delle aziende che gestiscono in subappalto i servizi di call center dei grandi fornitori di energia potrebbero essere le prossime vittime, per un totale stimato di circa 2000 lavoratori a rischio licenziamento. Per di più, lo stato ha dimostrato di non volersene occupare: il Decreto Energia varato dal governo e già pubblicato in Gazzetta ufficiale ha infatti rimosso le clausole di salvaguardia che avrebbero ricollocato automaticamente tali lavoratori nel settore del mercato libero dell’energia.
Ovviamente queste notizie non fanno dormire sonni tranquilli le persone interessate, che lo scorso 11 dicembre hanno indetto uno sciopero di categoria, mentre i rappresentanti sindacali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uil un incontro urgente con il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, per tentare di istituire un tavolo di confronto sulla questione. La nota sindacale recita:
Le preoccupazioni che le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil avevano denunciato nei giorni scorsi hanno trovato perciò conferma. attraverso una proficua opera di concertazione tra sindacato e parlamentari dell’attuale maggioranza si era invece messo al riparo il futuro occupazionale di 1.500 addetti, nella transizione tra il mercato tutelato ed il mercato libero del settore energia. L’art.36 ter della L.85 del 3 luglio 2023 prevede l’applicazione della clausola sociale a garanzia dei perimetri occupazionali nel settore customer care, così come previsto dalla L.11/2016
Ora come ora, il termine ultimo per il passaggio dal mercato tutelato a quello libero è stato fissato al 10 gennaio 2024 per il gas e al primo di aprile 2024 per l’elettricità. La transizione riguarderà 5,5 milioni di cittadini italiani.