Facebook e Instagram smetteranno di offrire la possibilità di comunicare in maniera interscambiabile tra di loro, ponendo fine a una funzione molto apprezzata che però è durata soltanto tre anni. Un piccolo sacrificio per l’azienda, un grande sacrificio per l’utenza per cercare di rischiare meno nelle aule dei tribunali americani ed Europei.
Come probabilmente già sapete, Meta ha al suo interno un grande numero di aziende; tra le più note troviamo senza dubbio Facebook e Instagram, due social network colossali che da soli racchiudono circa metà della popolazione internettiana. Uno dedicato alle conversazioni (e al flame), l’altro dedicato alla fotografia e ai video rubati da TikTok, con ampia fetta della popolazione più giovane pronta a creare contenuti il cui umorismo sta diventando terribilmente difficile da comprendere e sopportare.
Ci sarebbe anche una terza freccia nell’arco di Meta, una verde e nota per essere la più popolare applicazione di messaggistica in Italiana ma per oggi non ci interessa. WhatsApp, infatti, non ha mai avuto integrazione diretta con Facebook e Instagram e con i LORO sistemi di messaggistica integrata.
Perché si: sicuramente vi ricordate di come Facebook sia accompagnato dalla pesantissima applicazione “Messenger”, necessaria per inviare messaggi e ricevere foto di dubbio gusto da sconosciuti; Instagram, invece, è più discreto, con i suoi DM (direct messages) che puntano allo stesso scopo ma che invece sono completamente integrati all’interno del social network fotografico.
Nel corso degli ultimi tre anni Meta ha creato tutta una serie di opportunità tecniche per permettere agli utenti dei due social network di comunicare direttamente tra loro senza dover cambiare applicazioni; gli account Facebook e quelli Instagram d’altronde si potevano collegare già da tempo e questo funzione poteva soltanto semplificare ulteriormente la vita degli utenti.
Tale funzione è stata sdoganata soltanto all’interno del mercato americano e non ha mai varcato il confine dell’oceano atlantico; a prescindere da ciò sembra che tale funzione sia stata eliminata in tutto il mondo e le motivazioni potrebbero riguardare da vicino alcune direttive che l’Unione Europea sta imponendo al mondo delle piattaforme.
La condanna a morte made in Meta
Secondo quanto riportato da alcune pagine dell’assistenza clienti di Meta la funzionalità che permette di eseguire comunicazioni dirette da Instagram e Facebook passando per i loro sistemi di messaggistica istantanea diventeranno non disponibile per tutti gli utenti durante il mese di Dicembre.
Tutte le comunicazioni avvenute tra le due parti fino a questo momento non scompariranno per sempre, sia chiaro, bensì passeranno direttamente alla modalità di sola lettura. Ai microfoni di The Verge un portavoce di Meta ha confermato il cambiamento in corso.
“Anni fa abbiamo introdotto una nuova esperienza per Messenger permettendo agli utenti di inviare messaggi direttamente nei DM di Instagram; questo permetteva alle persone di inviare messaggi e chiamare il proprietario di un account Facebook da un account Instagram e viceversa. A partire dalla metà di Dicembre tale funzione sarà rimossa; le persone potranno comunque continuare a inviare messaggi e chiamare i propri contatti all’interno della stessa piattaforma, sia essa Facebook, Instagram o Messenger.
Tutta una questione di leggi e posizioni dominanti
Tre sono gli anni di vita di questa funzionalità, introdotta inizialmente nel 2020 con roboanti dichiarazioni del capo di Instagram, Adam Mosseri, il quale suggeriva come tale cambiamento avrebbe permesso a Meta di lavorare in maniera generalmente più efficiente. Sul lungo termine, infatti, questa scelta avrebbe permesso all’azienda di sviluppare delle funzionalità di messaggistica generiche integrandole poi in tutti i suoi prodotti attraverso un sistema di distribuzione unificato.
L’avvento della messaggistica cross platform, infatti, coincise con l’introduzione di tante diverse funzionalità all’interno dei DM di Instagram, funzionalità che fino a poco tempo prima erano esclusiva per Facebook Messenger tra cui messaggi che scompaiono e adesivi selfie compresi.
C’era però un “ma” di cui dover tenere conto: legare in maniera così indissolubile i vari servizi di Meta è si una cosa positiva per gli utenti, ma è anche qualcosa che rende sempre più ingombrante la posizione dell’azienda agli occhi del mondo legislativo, che pian piano sta stringendo le maglie della legge intorno alle corporazioni che dominano il mondo della comunicazione.
Proprio nello stesso momento storico in cui Meta elimina l’integrazione tra due gigantesche piattaforme di messaggistica istantanea, l’azienda americana sta lottando contro l’unione europea che vuole regolamentare Messenger come un piattaforma centrale secondo le denominazione del Digital Markets Act, un nuovo e importante pezzo di legislazione Europea (ma vediamo più nel dettaglio la cosa dopo).
Tutta colpa (o merito) dell’unione europea
Il concetto di base è questo: per sottostare al DMA, con tutte le sue regole e i suoi cavilli, Meta dovrebbe rendere inter-operabile con gli altri servizi di messaggistica il suo Facebook Messenger poiché rientra all’interno del concetto di servizio di piattaforma centralizzata.
Meta però sostiene il contrario: Messenger non è una piattaforma di messaggistica bensì è un estensione di Facebook, un social network; già quello sottostà al DMA, motivo per cui non c’è bisogno di modificare le caratteristiche dello strumento in questione.
Attraverso lo scorporo della compatibilità tra Facebook e Instagram, però, Meta vuole massimizzare le possibilità di venir esentati dal dover rispettare ulteriori regole per sottostare alle indicazioni dell’unione Europea.
Non è chiaro in che misura l’interoperabilità di Messenger con i messaggi privati di Instagram abbia influenzato la designazione per il DMA, complice anche il fatto che la funzionalità non è mai arrivata in Europa.
Fermi tutti: cos’è il DMA?
Presentato sotto forma di bozza durante il corso di Dicembre 2020 e approvato dal parlamento europeo durante Luglio 2022, il DMA o Digital Markets Act è un sistema di regolamentazioni e leggi che nasce con lo specifico obbiettivo di contrastare eventuali abusi di posizione dominante ancor prima che si verifichi una qualche tipologia di violazione.
A differenza della normativa antitrust, che sostanzialmente entra in gioco una volta che la violazione anti concorrenziale ha già provveduto a spaccare e peggiorare la qualità la qualità del mercato, il DMA ha il chiaro obbiettivo di agire prima che qualcosa accada, proprio grazie alla sua natura di strumento normativo ex ante.
Particolare attenzione viene posta dall’unione Europea nei confronti di tutta una serie di aziende che fungono da gatekeeper, ovvero da guardiani del cancello digitale. Parliamo di entità che sono in grado di vigilare su accessi e uscite all’interno di un determinato spazio digitale.
I parametri che trasformano un entità in un gatekeeper sono le dimensioni dell’impresa (deve avere introiti annuali superiori a 7.5 miliardi di euro in 3 anni), aver capacità di controllo del gateway di accesso ai dati degli utenti, anche con capacità di blocco ai concorrenti e una posizione durevole e stabile sul mercato.
L’unione Europea per il momento ha indicato come gatekeepers un gruppo di sei diverse aziende: Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta, ByteDance (TikTok) e Microsoft. Queste perché offrono complessivamente ben 22 servizi considerati “di base” all’utenza tra piattaforme di condivisione video, servizi di messaggistica, piattaforma di intermediazione, social network, browser, motori di ricerca e così via.
Proprio per questa posizione di predominio sul mercato, tali aziende hanno l’obbligo formale di conformarsi a quelli che sono gli obblighi e i divieti che sono imposti dal DMA: annullare l’iscrizione ai servizi preinstallati, possibilità di scaricare applicazioni dagli store alternativi, possibilità di non tracciamento degli utenti al di fuori dei servizi in caso di assenza di consenso e così via.