Hai in mente un vestito? Te lo disegni con due click e Google te lo manda a casa

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Una nuova funzionalità di Google legata all’intelligenza artificiale permetterà alle persone di creare oggetti di qualche tipo e di cercare in automatico se questi risultano in vendita da qualche parte; scopriamo oggi Google Generative AI Search Experiment.

Nota per cestinare ciclicamente le sue ricerche dopo qualche anno di normale funzionamento, Google sta per lanciare in America una nuova e rivouzionaria funzione che potrebbe cambiare (per alcuni) il metodo in cui si fa shopping. Stavolta a fare da paciere per questa nuova esperienza di acquisto abbiamo niente poco di meno che l’intelligenza artificiale generativa.

SGE, Google Search Generative Experiment, è infatti una nuova maniera per permettere agli utenti di scegliere cosa acquistare facendosi aiutare in maniera molto simpatica (ma non sappiamo effettivamente quanto efficace) dall’intelligenza generativa all’interno di Search.

Ma a cosa ci serve l’intelligenza artificiale in questo contesto?

Facciamo un esempio per farvi capire di che parliamo: state cercando un cappotto adatto al vostro stile ma non riuscite a trovarlo in alcuna maniera. Dopo aver spaginato gli shop digitali dei più noti brand di  fast fashion e di qualche marca molto più costosa vi arrendete all’idea che non riuscirete mai a trovare ciò che fa al caso vostro.

È qui che entra in gioco Google SGE: descrivendo testualmente ciò che si vuole acquistare (cappotto in cammello colore scuro con 4 tasche per lato) si ricevono in cambio quattro immagini di possibili indumenti; cliccando sull’indumento che tra i quattro si preferisce Google utilizza il suo sistema Lens per eseguire una ricerca inversa da immagine e vedere se qualcuno vende un capo in qualche maniera simile a questa.

Interessante, vero? Google non ha specificato se questo sistema sarà utilizzabile soltanto utilizzando delle categorie di oggetti o se sarà possibile far sforzare inutilmente l’intelligenza artificiale facendogli costruire degli ibridi procione/scoiattolo per poi fargli scandagliare la rete alla ricerca degli stessi. Per il momento la funzione è ancora in fase di testing all’interno di Google Labs, con l’azienda di Mountain View che aggiunge in maniera quasi costante miglioramenti all’interfaccia e nuove piccole funzioni.

AI dappertutto, anche dove probabilmente non servirà

Alcuni esempi di come Google ha pubblicizzato la nuova search experience all’inizio di quest’anno

Durante il corso dei prossimi mesi vedremo sempre più spesso integrazioni dell’intelligenza artificiale generative con pratiche quotidiane come lo shopping; già sappiamo di come Microsoft abbia già lavorato per rendere Copilot, il suo nuovo assistente digitale, in grado di suggerire in maniera molto efficace acquisti al suo utilizzatore.

Questa nuova funzione di Google sarà disponibile al pubblico partendo dal mercato degli Stati Uniti (dove le relazioni relative all’utilizzo dell’intelligenza artificiale sono minore) sull’applicazione smartphone omonima a partire dal mese di Dicembre, sia su iOS che su Android.

Di certo questa è l’ennesima dimostrazione che l’intelligenza artificiale generativa è qui per restare nel mercato, al netto dei rischi immensi che porta con essa. Le aziende hanno dimostrato un grande numero di possibili utilizzi per questo genere di strumenti, permettendo di automatizzare processi molto costosi (con costi sociali notevoli, di certo molta gente finirà per perdere il lavoro da qui in poi). 

Google Search si è già dimostrato come uno degli strumenti più interessanti in circolazione quando si tratta di trovare prodotti da acquistare e questo nuovo strumento per raffinare ulteriormente la ricerca potrebbe essere veramente iper-efficace all’interno di contesti come quello dell’abbigliamento. 

Resta da capire quanto l’effettiva introduzione di questo tipo di strumento andrà a impattare il mercato durante il corso dei prossimi anni, considerando che la corsa ai brand è tutt’ora molto sentita e che, chi ha potere di acquisto, tende a comprare anche e sopratutto in base al brand che c’è dietro un determinato prodotto invece che basarsi unicamente sull’aspetto di questi ultimi.

È comunque un momento interessante per essere in vita e per guardare le evoluzione dei sistemi di interazione tra esseri umani e macchine, questo lasciatevelo dire.