Scontro aperto tra autori e Ai | Il caso AO3 e le storie di Orrore

Immagine horror fatta con un ai

Il mondo delle Fan Fiction è, lento ma inesorabile, passato dalla nicchia al mainstream, grazie alle innumerevoli serie di libri che sono iniziate proprio come fan fiction di altre. Presto la fanfiction è diventata un vero e proprio metodo per gli aspiranti scrittori di sondare il terreno per le proprie opere… adesso però gli autori emergenti devono fare i conti con le IA.

Ottobre, il mese d’oro per le fanfiction

Il logo di AO3, sinonimo di fandom di nicchia di tutti i generi

Ottobre è il mese preferito dagli scrittori di fanfiction per sperimentare con diversi temi, che spesso diventano vere e proprie “sfide” condivise nella community; ci sarebbero infiniti esempi, tra cui Spooktober, Kinktober, Goretober e così via.

Dalle storie più macabre di sangue ed omicidi, ai racconti autoconclusivi di amori delicati, a quelli ancora più spinti verso le frange più inusuali dell’erotico, ci si trova di tutto sulla piattaforma più utilizzata per le fanfiction, Archive of Our Own , semplificato in AO3.

Quest’anno però la piattaforma sembra stranamente silenziosa, e gli autori più popolari sembrano essere stati completamente eliminati dal sito. Niente paura, sono solo precauzioni che gli autori stanno prendendo per fronteggiare il pericolo IA. Spesso infatti, le IA generative vengono addestrate saccheggiando i testi disponibili online, senza chiedere ovviamente alcuna autorizzazione agli autori originali. Per contrastare il fenomeno, molti degli autori più famosi sulla piattaforma stanno rendendo “privati” i loro testi, rendendoli disponibili solo ad utenti registrati sulla piattaforma.

La paranoia IA si è diffusa così velocemente che la maggior parte degli 11.7 milioni di testi su AO3 sono diventati disponibili solo ad utenti registrati. I lettori contrariati hanno cercato spiegazioni dagli autori su Tumblr o X (per i nostalgici Twitter), chiedendo spiegazioni per le restrizioni, che rendono difficili a molti seguire assiduamente i nuovi capitoli pubblicati. Ovviamente le risposte sono state celeri, spiegando agli utenti che si trattava di un metodo di protesta contro le IA.

Causa scatenante, l’app di scrittura Sudowrite. Sudowrite utilizza ChatGPT per generare contenuto, come “sostegno agli scrittori” e correzione di bozze automatica, ed è stata già al centro di diverse controversie. Gli scrittori di fanfiction più attenti si sono accorti infatti che il software in questione stava evidentemente prendendo a piene mani da AO3, visti gli insoliti riferimenti ad una specifica sottocultura (anche alquanto controversa) della piattaforma, l’Omegaverse. Era evidente dunque che le IA stessero facendo “scraping”, letteralmente “raschiare” contenuto dall’Internet.

Bot contro Umani, chi l’avrà vinta?

Come avviene il cosiddetto “scraping”? Secondo molti degli autori su AO3, tramite l’utilizzo di bot. I bot su AO3 non sono una novità, tra i commenti delle fanfiction si trovavano sempre bot commentare per promuovere truffe evidenti, siti pornografici o nel migliore dei casi altre piattaforme di fanfiction. Cosa è cambiato allora

Secondo numerosi utenti, alcuni bot starebbero lasciando volutamente commenti generici, che fanno complimenti agli autori senza però specificare nulla del testo; marchio d’infamia anche il fatto che questi commenti non siano legati ad un profilo registrato, dunque provenienti dal traffico pubblico. Gli utenti dunque hanno subito pensato che fosse uno stratagemma dei bot per “legittimare le loro attività sulla piattaforma”, insomma una copertura per le attività di scraping.

Altri invece sospettano che questi commenti da parte di bot servano a testare le capacità dei filtri anti-spam della piattaforma, o ad incoraggiare gli autori a mantenere le loro opere pubbliche; chi riceve questi commenti teme poi di essere tacciato di utilizzare le stesse IA che stanno approfittando della situazione, andando a complicare sempre più la questione.

Per tentare di proteggersi dunque, oltre a rendere “private” le novel, molti utenti stanno iniziando ad aggiungere nei loro testi frasi come “Non acconsento all’utilizzo dei miei testi da parte di IA”, o “Non do il mio permesso alle IA di utilizzare i miei testi per l’addestramento”. Purtroppo non c’è molto da fare. Su internet le dichiarazioni di questo tipo non assicurano la privacy digitale, né i bot verranno fermati da semplici dichiarazioni di questo tipo.

Anche bloccare gli account al traffico pubblico non risolve molto, visto che malintenzionati potrebbero comunque introdursi tra gli account verificati. Tra tutti, ci sono anche autori che ormai sono rassegnati alle pratiche predatorie delle IA, e mantengono pubblico il loro traffico, ritenendo inutile combattere contro i mulini a vento.