Di truffe se ne vedono nascere di nuove ogni giorno. Certo, c’è chi non riesce a staccarsi dai classici e tenta ancora la via della truffa telefonica o, ancora più audacemente, in presenza. Tuttavia, direttamente dall’FBI arrivano delle raccomandazioni per proteggersi da un tipo di truffa che ultimamente sta prendendo piede e che sembra proprio figlia dei suoi tempi.
Le truffe in continua evoluzione
Sin dall’alba dei tempi, c’è chi si crede più furbo di qualcun altro e tenta di percorrere la via del raggiro, cercando sempre metodi nuovi e difficili da identificare, per truffare e appunto raggirare i mal capitati a suo tiro. “L’Arte della truffa” la definiscono alcuni, forse proprio per sottolineare gli assurdi sforzi che fanno molti truffatori, per rendere la loro azione illecita, più credibile possibile.
Di tipi di truffe ne esistono a decine e non si fa nemmeno in tempo a identificare e riconoscere quelle in uso, che già i criminali pensano a nuovi metodi per sottrarre soldi o dati personali da persone disattente o che non conoscono bene i mezzi di comunicazione. Proprio per questo motivo, per mettere in atto le truffe, si cerca sempre di sfruttare le ultime tecnologie, quelle più di tendenza tra i giovani ma che non vengono spesso approfondite da chi è un po’ più avanti con l’età.
Le truffe telefoniche sono sicuramente tra le più famose e praticate. Può infatti capitare di ricevere una telefonata da qualcuno che si identificherà come “un operatore del nostro gestore telefonico”, senza che venga però specificato quale sia il gestore a cui apparteniamo. A quel punto verremmo informati di rimodulazioni sull’offerta e ci potrebbe venire chiesto di cambiare gestore telefonico, come scusa per fornire tutti i nostri dati.
O sempre per telefono, in molti usano la cosiddetta “truffa del si”. Il finto operatore porrà una domanda all’interlocutore, la cui risposta sarà sicuramente “si”. Per esempio, potrebbero chiedere “è lei il signor Tizio Caio”, utilizzando dati che vi sono stati sottratti in precedenza e, alla vostra risposta affermativo, il loro lavoro sarebbe compiuto: ai truffatori basterà infatti semplicemente registrare la chiamata, tagliare il vostro “si” e montarlo su un nuovo file audio, facendovi così accettare dei contratti a condizioni che mai accettereste altrimenti.
Anche WhatsApp e i servizi di messaggistica istantanea in generale, sono ormai estremamente utilizzati dai truffatori. Per non parlare poi delle mail, in cui qualche tempo fa, molti sono arrivati addirittura a fingersi l’INPS che voleva restituire dei soldi agli utenti, come scusa per far immettere i dati bancari agli utenti che si sarebbero ritrovati col conto prosciugato.
Ora il pericolo arriva dall’America.
FBI contro gli “hacker fantasma”
The #FBI is warning the public of a recent nationwide increase in “Phantom Hacker” scams, significantly impacting senior citizens. Learn how to protect yourself and your loved ones: https://t.co/PWDNhSTRUf and report fraud to https://t.co/QRoVVyVh4r pic.twitter.com/op8SM767mx — FBI Boston (@FBIBoston) 30 settembre 2023
Non capita spesso che avvisi del genere arrivino dall’estero, ma questa volta le raccomandazioni per evitare di essere truffati con dei metodi al momento poco conosciuti, arrivano direttamente dagli Stati Uniti d’America. L’FBI (Federal Bureau of Investigation) qualche giorno fa, venerdì 29 settembre 2023, ha pubblicato un report, un’analisi, per mettere in guardia gli utenti.
L’FBI si è premurata di pubblicare l’analisi soprattutto per i cittadini più anziani, che hanno tendenzialmente meno mezzi e conoscenze per riconoscere ed evitare truffe sofisticate e tecnologiche come quella messa in atto da coloro che sono stati definiti “Phantom Hacker”, che tradotto significa “hacker fantasma”.
Il nome è sicuramente inquietante ma, di preciso, qual è il loro modus operandi e come si fa a evitare di essere truffati?
Secondo il report dell’FBI, i “phantom hacker” rappresenterebbero un’evoluzione sul modello classico delle truffe: si fingerebbero operatori di qualche supporto tecnico, di istituti finanziari o rappresentanti di istituti governativi, così da guadagnare il favore e la fiducia delle vittime.
Il lavoro dei truffatori inizia a monte, identificando gli account più vulnerabili. Solitamente, il funzionamento della truffa è questo:
il truffatore finge di essere un tecnico, per qualche tipo di supporto magari sulla linea internet casalinga e contatta le vittime per telefono o per email. Chiede alle vittime di installare un software necessario per la risoluzione dei problemi a distanza. In questo modo però, il truffatore ha accesso da remoto al computer della vittima ignara.
Il truffatore, una volta acquisito il controllo, finge che il computer sia effettivamente stato compromesso, mostrando alla vittima delle prove false. Viene dunque chiesto al malcapitato di fornire i propri dati bancari, così che l’operatore possa verificare che non siano stati eseguiti movimenti bancari particolari.
Come se non bastasse, il truffatore si finge il rappresentante dell’istituto bancario che chiede alla vittima di trasferire tutti i suoi soldi su un altro conto che verrà fornito all’uopo, così da tenerli al sicuro. Potrebbe anche capitare che il truffatore, per legittimare il tutto, si finga un rappresentante governativo.