L’intelligenza artificiale pervade ormai qualunque aspetto della vita umana, dalle relazioni sociali fino agli ambiti lavorativi. Nessuno ne conosce i reali limiti e tante aziende provano a sperimentare, ognuno a modo loro. Spotify non vuole essere da meno e propone una possibilità veramente ghiotta per i suoi utenti. Di qualunque nazionalità.
Musica e intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale potrà mai sostituire l’essere umano?
Questa la grande domanda che gli scrittori di fantascienza si pongono da decenni, da quando negli anni ’50 del secolo scorso, iniziarono a utilizzare il termine “intelligenza artificiale“, sviluppando un intero filone letterario su di essa, da Asimov a Herbert, dalla distopia a storie più legate alla quotidianità.
Tra il 2022 e il 2023, l’argomento intelligenza artificiale, è tornato in auge grazie al lancio di alcune IA all’avanguardia, in grado di compiere azioni che, fino a poco tempo fa erano considerate impossibili per qualunque bot. Un esempio è ChatGPT, un chat bot sviluppato da OpenAI e che permette tantissime attività collaterali, come stilare discorsi, effettuare ricerche, riassunti. Addirittura, i più audaci e pazienti, hanno scritto interi libri con ChatGPT.
Certo però, non è l’unico software utilizzato. In tanto infatti, spinti dall’entusiasmo del periodo, si sono divertiti a sperimentare qualunque cosa, in qualunque ambito umano che fosse trasferibile alle macchine: qualunque forma artistica e d’intrattenimento, è stata filtrata tramite le intelligenze artificiali, arrivando a risultati incredibili.
Basti pensare all’intelligenza artificiale sviluppata dalla start-up musicale Boomy che permetteva, immettendo qualche comando e senza alcuna conoscenza in ambito musicale, di creare da zero una canzone. Di tale funzione, in tanti abusarono e in pochi mesi, le piattaforme di streaming musicale come Spotify si riempirono di canzoni generate con l’IA.
Proprio Spotify però, non prese bene la cosa e non esitò ad agire: giusto qualche mese, migliaia di canzoni generate da intelligenze artificiali (circa 20.000 secondo alcune stime) sono state rimosse da Spotify. Il motivo che il colosso dello streaming musicale ha addotto, riguarderebbe “streaming artificiale” riferendosi a dei bot che andavano a gonfiare le visite e gli ascolti di questi brani.
Ma Spotify non è solo musica: anche i podcast ricoprono una grande importanza. E proprio su questo, la piattaforma si sta divertendo a sperimentare, così da offrire un servizio sempre più innovativo ai suoi utenti.
Spotify e l’IA per i podcast
L’intelligenza artificiale viene spesso utilizzata come surrogato, per diverse azioni umane, specialmente quando si tratta di automatismi. A volte però, l’IA viene impiegata anche in ambiti decisamente più creativi e un esempio arriva proprio da Spotify, uno dei più grandi colossi di streaming musicale e podcast.
Spotify infatti, da qualche tempo ha lanciato la sua intelligenza artificiale proprietaria: DJ. Questa particolare IA fino a oggi è stata impiegata più che altro nella creazione di percorsi d’ascolto personalizzati, per ogni utente, assemblando playlist basate sugli ascolti e sui gusti degli ascoltatori. Ma, da qualche tempo, una nuova feature è stata implementata.
Tramite l’IA DJ infatti, Spotify si avventura nella traduzione vocale. La novità che il colosso dello streaming sta tentando di introdurre, potrebbe cambiare per sempre il modo di ascoltare podcast: tramite l’IA, i podcast registrati in inglese, potrebbero venire tradotti in qualunque lingua, così che possano diventare fruibili per tutti gli ascoltatori, indipendentemente da quale sia la loro provenienza e la loro lingua natale.
Ziad Sultan, il vicepresidente della sezione Personalizzazione, in conferenza stampa ha parlato dell’obiettivo che Spotify vuole raggiungere:
Identificando la voce dei creator, la Voice Translation da agli ascoltatori di tutto il mondo il potere di scoprire e venire ispirati da nuovi podcaster in una maniera più autentica che mai
Al momento, Spotify ha coinvolto alcuni creator per testare le potenzialità della traduzione vocale di DJ. I podcaster presi come test sono Dax Shepard, Monica Padman, Lex Fridman, Bill Simmons, e Steven Bartlett. Una manciata di loro podcast, dai loro vari show, sono disponibili dal 25 settembre anche in spagnolo. Nelle prossime settimane, gli episodi diverranno disponibili anche in francese e tedesco.
E cosa più importante: non servirà essere clienti Premium per accedere a questa incredibile funzione.