Recentemente su Player avrete sicuramente visto una sequela di articoli trattanti l’ecosistema digitale delle intelligenze artificiali. Con esse è possibile svolgere tutta una serie di compiti e ottenere soluzioni – o comunque risposte ai nostri questi e dubbi – ponendo una semplice domanda scritta che verrà letta e poi compresa dall’IA. Una di quelle che ha fatto parlare molto di sé fin dal suo lancio è stata ChatGPT: creata dall’azienda OpenAI, è diventata uno strumento importante per molte persone attorno al globo in quanto permette di ricevere risposte in poco tempo e velocemente. Tuttavia, per quanto possa essere utile a molti, la suddetta IA è finita all’interno di un grave polverone negli USA per quanto riguarda l’infrangimento del diritto d’autore.
Le IA spuntano letteralmente come funghi
Se vi siete affacciati al mondo delle IA da molto tempo, allora saprete molto bene che da diversi anni queste spuntano letteralmente come funghi. A questo mondo in rapida ascesa si è affacciata persino Google che molto probabilmente o con la fine del 2023 o con l’arrivo del 2024 rilascerà la propria IA con cui dare man forte a ChatGPT chiamata “Gemini”: infatti stando a delle informazioni trapelate online, il colosso americano avrebbe dato delle versioni in accesso anticipato ad alcune aziende per testarla. Dunque il suo arrivo potrebbe essere molto vicino. Per maggiori informazioni sull’argomento, vi rimandiamo al nostro articolo dedicato accessibile al seguente link diretto.
Lo stesso sta facendo anche Microsoft che dopo aver implementato le IA su Bing per generare immagini, pare lo farà pure con Paint con il quale sarà possibile creare immagini e disegni a partire da un input scritto. Inoltre il fatto che l’azienda di Redmond stia investendo risorse, personale e soldi in questo mondo è coadiuvato dal recente leak di informazioni sensibili dove a causa di un errore umano è stato pubblicato un link su GitHub con cui poter accedere a ben 38 terabyte di informazioni su IA, dipendenti e chat. Un vero e proprio macello, a cui se ne aggiunge un altro che non riguarda ovviamente Microsoft, ma ChatGPT.
George R. R. Martin e altri autori fanno causa a ChatGPT
Il noto scrittore autore delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco”, e che ha anche partecipato al delineamento di alcuni aspetti della lore di Elden Ring, George R. R. Martin ha partecipato alla causa intentata da parte della Autors Guild e da altri 17 autori contro OpenAi e ChatGPT per aver infranto il diritto d’autore su diverse opere letterarie. Infatti pare che la suddetta IA abbia utilizzato diversi scritti redatti dagli autori coinvolti nella causa per apprendere nozioni di scrittura e informazioni senza il consenso degli interessati.
Sullo stesso argomento si è espressa niente meno che la dirette interessata: OpenAI, la quale ha fatto sapere in una dichiarazione rilasciata recentemente di aver contattato i diretti interessati e di essersi attivata per poter risolvere quanto prima questo grave inghippo. Fatto sta che questa situazione ci permette di capire una cosa fondamentale: per quanto le IA possano essere d’aiuto, queste presentano comunque diverse incognite con degli effetti negativi non da poco e questo n’è un esempio più che perfetto. Proprio per questo i vari governi e istituzioni del mondo dovrebbero elaborare tutta una serie di leggi e norme per regolamentarle, visto il grave vuoto normativo che non permette di porre dei paletti con cui tutelare le persone. Si spera che questa situazione porti a un netto cambiamento, forse non in tutto il mondo, ma almeno in negli Stati Uniti d’America.