Dopo i fasti degli anni passati il”2superhero movie” sembra ormai giunto al capolinea. Il genere andrà incontro ad un inesorabile declino?
Com’è stato bello essere bambini negli anni Novanta. Giocattoli, cartoni animati e videogiochi ovunque. Quasi tutto come oggi, tranne forse per un particolare: i film di supereroi. Non è che non ce ne fossero, anzi: solo che non ne uscivano 4-5 all’anno, bensì uno ogni 2-3 anni! Una bella differenza, che rendeva l’arrivo in sala di un nuovo Batman qualcosa di speciale: un evento, imperdibile tanto per i bambini quanto, magari, per un giovane genitore che era stato a sua volta appassionato lettore di fumetti americani.
Le cose però cambiano inesorabilmente e, se negli ultimi vent’anni la strategia produttivo/commerciale partorita dalla mente di Kevin Feige si è rivelata sicuramente geniale, dopo l’exploit di Avengers Endgame l’ingranaggio sembra essersi inesorabilmente bloccato. Il pubblico si è stufato dei supereroi?
Sotto il costume niente
Il dittico dei fratelli Russo, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame ha totalizzato il maggior incasso della storia del cinema (poi James Cameron è riuscito a riconquistare il primato facendo uscire in sala per l’ennesima volta il suo Avatar). In quel momento sembrava che il pubblico della sala cinematografica non chiedesse altro, non volesse altro, non vivesse di altro: botte da orbi intergalattici, salti nel tempo e nelle dimensioni, minacce cosmiche sventate all’ultimo secondo da un manipolo di indomiti eroi pronti a sacrificarsi per il bene dell’umanità. Dietro canovacci fintamente complicati ed in realtà eternamente classici, Marvel era riuscita negli anni a raffinare sempre più la propria cifra audiovisiva all’insegna di un tripudio tecnico che ben si sposava a battute sagaci, sani valori e riflessioni profonde per quanto semplicistiche sulle eterne dicotomie bene/male, ragione/sentimento, giusto/sbagliato. Una formula che sembrava destinata a potersi replicare in eterno senza scalfitture, fino a che…
Già, fino a che cosa? Probabilmente lo spartiacque è stato il COVID-19, la cui pandemia ha imposto lockdown e segregazioni forzate in tutto il mondo, impendendo prima, facendo passare la voglia poi, di ritrovarsi con altre persone i luoghi chiusi e sovraffollati come possono essere le sale cinematografiche. E così i cinema sono usciti dal periodo del virus con le ossa rotte, orfani di buona parte del proprio pubblico. Tuttavia non è certo solo la titubanza delle masse al ritorno in sala a poter giustificare la sequela di fiaschi al botteghino di cui sono stati vittima tutti i film di supereroi dell’ultimo biennio, tanto di casa Marvel quanto di casa DC. Nell’anno domini 2023, in cui il pubblico ha decretato i successi da record di Barbie e Oppenheimer, non ha riservato lo stesso trattamento né a The Flash né a Ant-Man and the Wasp: Quantumania, con il solo Guardians of the Galaxy Vol. 3 a tener alta la bandiera del cinecomic con incassi ragguardevoli (845 milioni di dollari in tutto il mondo), sebbene lontani dai record delle migliori performance passate.
Appendiamo il mantello al chiodo?
Dunque cosa non va? Il pubblico semplicemente non ha più voglia di storie di supereroi? Questa potrebbe essere una spiegazione tutto sommato accettabile, del resto tutti i generi cinematografici sono storicamente ondivaghi, ripresentandosi ciclicamente dopo periodi di momentaneo oblio, vedasi ad esempio il fantasy, morto per buona parte degli anni ’90 fino al risorgimento con la saga Tolkien-Jacksoniana, poi ri-eclissatosi e in seguito tornato nuovamente in auge con GoT. E si potrebbero fare molti altri esempi prendendo a riferimento l’horror, il western e la fantascienza. Il fatto è che negli ultimi vent’anni il cinecomic è diventato quasi endemico nel cinema Made in USA, una quantità nota su cui affidarsi ogni stagione per assicurare le tenuta del cartellone.
E non solo quello: con la proliferazione dei servizi di streaming il superhero movie è approdato sempre più velocemente anche sul piccolo schermo, conoscendo quella serialità che aveva sempre abbracciato già in ambito cinematografico. Ed ovviamente la spinta propulsiva definitiva ce l’ha messa Disney con la sua acquisizione delle produzioni Marvel e l’apertura della piattaforma Disney+, sulla quale l’elenco delle produzioni supereroistiche è ormai difficile da quantificare.
Come spesso accade in questi casi, quantità non va a braccetto con qualità: sempre più film e serie sui supereroi ma sempre meno storie avvincenti ed originali da raccontare. Non c’è dubbio che le sceneggiature dei film più recenti non brillino per originalità, anche perché alzare continuamente la posta e la scala interplanetaria degli avvenimenti rischia di creare quel pericolo effetto del “vale tutto” che porta a giustificare qualsiasi espediente narrativo. Si è tentato dunque di giocare la carta del multiverso riproponendo nello stesso film versioni differenti dello stesso personaggio, riunendo cast di interpreti vecchi e nuovi (i tre Batman e i tre Spider-Man), ma senza troppi entusiasmi. E i supereroi più recenti, molto meno conosciuti dal pubblico rispetto ai grandi classici, non sembrano in grado di scaldare i cuori del pubblico e spingerli adoranti in sala, nonostante siano ideati per risultare “appealing” a nuove categorie di pubblico, vedasi il messicano Blue Beetle che, uscito a fine agosto, si sta a malapena ripagando.
Insomma, non c’è dubbio che i film di supereroi stanno vivendo una lunga e grave fase di stanchezza. La fame di nuove storie da parte del pubblico e la crisi creativa dell’industria sono una combinazione potente che minaccia la tenuta del progetto di Kevin Feige, il quale in teoria ha già pianificato uscite cinematografiche fino al 2027! Vedremo se nei prossimi anni i cinecomic riusciranno a riprendersi da questa fase di stagnazione o se il pubblico avrà decretato che sia giunta l’ora di appendere definitivamente il mantello al chiodo.