Nel Decreto Omnibus è contenuta una norma che va incontro a tutti quei privati e imprenditori in difficoltà, con una misura per estinguere i debiti bancari a saldo e stralcio.
Il Decreto Omnibus presentato nei giorni scorsi dal Governo ha al suo interno una varietà di misure su tutti i campi, dalle licenze dei taxi al contenimento dei caro voli per le isole maggiori, fino al credito d’imposta per chi investe nel mercato dei semiconduttori. Tra le pieghe delle manovre spunta anche una norma proposta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Alfonso Urso, che già se ne fece portavoce nel 2021 quando era Senatore. Scopo dell’iniziativa è fornire un sostegno a quelle imprese e/o a quei privati cittadini che si trovano in un momento di difficoltà economica tale da non poter estinguere un debito maturato con le banche.
Saldo e stralcio
Solitamente quando un impresa o un privato accumula presso un ente bancario un debito che non è in grado di ripagare, si dice che l’istituto in questione ha in pancia un credito deteriorato, ovvero che non riesce a riscuotere. Per ovviare al problema solitamente le banche si affidano ad agenzie di recupero crediti, a cui vendono sottocosto questi NPL (Non Performing Loan) per rientrare almeno parzialmente dei prestiti effettuati. Le società che li acquistano possono poi cercare di rivalersi sul debitore a oro volta o rivendere il credito, con manovre speculative di vario tipo. Fino ad oggi il debitore poteva proporre a tali società di recupero crediti di estinguere il suo debito pagando una somma inferiore al dovuto, accordo che il creditore poteva liberamente accettare o rifiutare.
La norma basata sulla proposta del ministro D’Urso prevede invece una modalità di pagamento a saldo e stralcio, che il creditore non può rifiutare, pari alla cifra di acquisto del credito maggiorata del 20% del totale. In questo modo il creditore realizza comunque un utile, e il debitore ha modo di regolarizzare la sua posizione pagando una cifra inferiore all’intero ammontare del suo debito.
Conti alla mano
Facciamo quindi un esempio: mettiamo che un imprenditore abbia contratto un debito di €100.000 presso un banca, e che si trovi nell’impossibilità di ripagarlo, per qualsiasi motivo. La banca è costretta a vendere il debito a un’agenzia di recupero crediti, che lo acquista per €30.000. Ora l’agenzia si rivolge al debitore: quest’ultimo ha la possibilità di pagare una somma di €50.000, a saldo e stralcio del debito, e l’agenzia non può rifiutare l’accordo. In questo modo il debitore regolarizzerebbe la sua posizione, e l’agenzia otterrebbe comunque un margine di profitto dall’operazione, in questo caso pari a €20.000, mentre la banca invece di perdere l’intera somma ha comunque recuperato €30.000.