Gli astronomi hanno utilizzato il telescopio spaziale James Webb per vedere dettagli mai visti della spettacolare Nebulosa Anello: si tratta di una nebulosa planetaria – a dispetto del nome non ha nulla a che fare con i pianeti – che ospita i resti della massa rilasciata da una stella morente.
La nebulosa protagonista degli scatti del James Webb, che può essere intravista anche utilizzando dei semplici telescopi amatoriali, è situata nella costellazione della Lira a circa 2.600 anni luce di distanza dalla Terra.
La Nebulosa Anello attraverso le lenti del James Webb
Il telescopio spaziale James Webb ha catturato l’ennesima straordinaria immagine e questa volta la protagonista è la Nebulosa Anello, una splendida struttura composta da polvere e gas situata nella costellazione della Lira. Questa nebulosa, ammirata per i suoi splendidi colori e la sua struttura facilmente visibile, può essere osservata durante tutta l’estate nell’emisfero settentrionale.
La Nebulosa Anello è classificata come nebulosa planetaria, proprio come la nebulosa Anello del Sud: le nebulose planetarie hanno di solito una struttura arrotondata e sono state così chiamate perché, quando l’astronomo francese Charles Messier le scoprì per la prima volta nel 1764, erano state associate ai dischi da cui solitamente si formano i pianeti.
La struttura della Nebulosa Anello
Grazie ai progressi della tecnologia gli astronomi sono riusciti a capire che in realtà si tratta di una nube di polvere e gas, inoltre, grazie alle osservazioni dettagliate condotte dai telescopi spaziali odierni, come Hubble e Webb, gli scienziati hanno acquisito una maggiore consapevolezza della sua complessa e affascinante struttura. A differenza di una semplice sfera o di un blob, la nebulosa presenta una conformazione centrale costituita da una forma sferica, circondata da anelli composti da materiali di diversa tipologia.
L’immagine catturata dal telescopio spaziale James Webb mostra l’anello principale della nebulosa insieme a un debole alone e altre complesse strutture. L’interno dell’anello è pieno di gas caldo, emanato dalla stella estremamente calda visibile al suo centro. Espulsa solo 4.000 anni fa, la nebulosa fornisce preziose informazioni sulle fasi finali della vita di una stella.
“La struttura di questo oggetto è incredibile, e pensare che tutto questo è stato creato da una sola stella morente”, ha detto l’astrofisico della Western University Els Peeters. “Oltre al tesoro morfologico, in queste osservazioni ci sono anche molte informazioni sulla composizione chimica del gas e della polvere. Abbiamo persino trovato grandi molecole di carbonio in questo oggetto, e non abbiamo un’idea chiara di come siano arrivate lì. Per ora”.
L’immagine al centro della notizia è stata catturata con lo strumento NIRCam di Webb, il tutto durante le osservazioni e gli studi condotti da alcuni astronomi del Regno Unito e della Francia. L’osservazione della nebulosa attraverso lo spettro dell’infrarosso ha permesso agli scienziati di studiare sia il gas caldo, che da forma alla sua peculiare struttura, sia la stella centrale responsabile della sua creazione.
La nebulosa che racconta vita e morte delle stelle
Il materiale da cui sono formate le nebulose planetarie è arricchito da tutti quegli elementi che sono stati forgiati dalla stella morta che le ha create quando era ancora in vita. Alla fine, gran parte di questa materia sarà incorporata in enormi nubi di gas e polvere chiamate nubi interstellari. Quando le macchie dense di queste nubi si condensano e collassano sotto la loro stessa gravità, nascono nuove stelle che contengono il materiale dei predecessori stellari. Cosa significa? Che gli agglomerati interstellari, come la Nebulosa Anello, possono raccontarci e spiegarci la vita e la morte delle stelle.
“Queste immagini non hanno solo un fascino estetico, ma forniscono una grande quantità di informazioni scientifiche sui processi dell’evoluzione stellare“, ha dichiarato Nick Cox, co-scienziato del progetto JWST Ring Nebula Imaging. “Studiando la Nebulosa Anello con il JWST, speriamo di ottenere una comprensione più profonda dei cicli di vita delle stelle e degli elementi che esse rilasciano nel cosmo”.