L’azienda californiana scende in campo con un nuovo vettore di lancio spaziale che promette di dare filo da torcere all’azienda di Elon Musk.
Per molto tempo “agenzia spaziale privata” ha fatto rima con “SpaceX”. La creatura di Elon Musk è stata pioniera e apripista del settore dell’industria spaziale non appannaggio di enti governativi come la NASA. Negli anni però sono spuntate molte altre concorrenti, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo, con programmi che vanno dal turismo spaziale a missioni scientifiche, fino ai più sfrenati sogni di colonizzazione interplanetaria.
Uno di questi competitors è Rocket Lab, un’azienda californiana che avere il giusto asso nella manica per contendere a SpaceX il primato tecnologico nel settore. Scopriamo di che si tratta.
Dalla Nuova Zelanda con amore
Uno dei punti di forza di SpaceX è Falcon 9, un razzo riutilizzabile che funge da propulsore per lanciare in orbita i veicoli spaziali. Potendo riutilizzare Falcon 9 più volte, SpaceX si assicura un abbattimento dei costi che rende sostenibili le sue missioni spaziali. Chiunque volia competere con l’azienda di Elon Musk deve eprciò mettere a punto unos trumento simile, altrimenti ogni missine richiederebbe la costruzine di un nuovo veicolo di lancio costruito ad hoc, il che farebbe lievitare enormenete i costi di ogni operazione e renderebbe rapidamente il business insostenibile dal punto di vista economico.
Rocket Lab, fondata in Nuova Zelanda nel 2006 dall’imprenditore Peter Beck e trasferitasi in California nel 2013, sta per mettere a punto proprio uno strumento adatto allo scopo. L’azienda si è già fatta notare negli scorsi anni per il successo di Electron, un razzo leggero con cui compiere voli nell’orbita bassa terrestre (ovvero la fascia compresa tra i 300 e i 1000 chilometri di altitudine). Ora però l’azienda punta più in alto con la costruzione di Neutron, un razzo riutilizzabile per missioni a medio raggio, in grado di suscitare una forza di lancio di poco inferiore a quella del Falcon 9 (1,53 milioni di libbre contro 1,7).
Chi ha il razzo più grosso
Rocket Lab ha presentato alcuni disegni del nuovo apparecchio, del quale di può apprezzare il design della carenatura soprannominato Hungry Hippo, concepito apposta per offrire un’ottima protezione alle apparecchiature interne rispetto alle forze aerodinamiche e al calore generato in fase di lancio.
Rispetto alla primigenia versione del design del veicolo, si nota come le sezioni di apertura siano state ridotte da 4 a 2, diminuendo il numero di parti mobili e di conseguenza le possibilità di malfunzionamento. Per quanto riguarda le “pinne” anteriori, esse sono state concepite per aumentare la stabilità del razzo durante la fase di atterraggio: il veicolo infatti è studiato per poter riatterrare sulla Terra in posizione verticale, ed essere pronto, previ controlli e manutenzione del caso, ad una successiva missione. Per il resto il razzo si caratterizza per la leggerezza delle leghe di costruzione (ha una struttura in composito di carbonio) e dalla presenza di nove motori in grado di bruciare un carburante che sarà costituito da una miscela di metano e ossigeno.
In definitiva si tratta di un’ottima risposta di Rocket Lab alla rivale SpaceX. Resta solamente da capire entro quando potremo aspettarci di vederlo realizzato e funzionante. La speranza della compagnia californiana è quella di vedere il primo esemplare di Neutron pronto per un volo inaugurale nel 2024. Ovviamente, dato glie normi investimenti in gioco non è il caso di affrettare un progetto del genere, con il rischio di aumentare i possibili malfunzionamenti. Senza tener conto che queste revisioni di design avranno comportato già un primo allungamento dei tempi, e non è detto che il disegno sia al 100% definitivo. Insomma forse vedremo Neutron volare già il prossimo anno o forse no, l’importante è avere ben chiaro che con Rocket Lab in campo la gara per la conquista privata dello spazio è più aperta che mai!