I moderni caricabatterie ricaricano un dispositivo in pochi minuti, ma potrebbero anche distruggerlo o danneggiarlo irrimediabilmente
L’evoluzione delle batterie negli smartphone ha rappresentato un notevole progresso rispetto a quelle utilizzate alcuni anni fa. Del resto, grazie agli sviluppi tecnologici, non solo i telefoni cellulari, ma anche i loro accessori hanno subito miglioramenti significativi, diventando sempre più “smart”.
Le batterie attuali consentono di ricaricare i dispositivi in modo più veloce e di mantenere la carica per un periodo più lungo. Ciò è reso possibile da una potenza di ricarica che può raggiungere fino a 200 watt, un enorme balzo in avanti considerando che in passato le prestazioni massime si attestavano sui 5 watt. Addirittura le aziende stanno cercando di battere ogni record, con caricabatterie in grado di ricaricare completamente un dispositivo in appena 7 minuti.
Velocità, ma a quale prezzo?
Tuttavia, su questo tema si sono sviluppate posizioni contrastanti. Mentre alcuni considerano le batterie a ricarica rapida come un notevole punto di forza degli smartphone attuali, poiché riducono il tempo tra una ricarica e l’altra, altri evidenziano soprattutto gli aspetti negativi.
Uno studio condotto da ricercatori in Corea del Sud ha evidenziato che le batterie a ricarica rapida possono manifestare un deterioramento delle prestazioni nel tempo, con conseguente perdita di capacità. Inoltre, un utilizzo eccessivo potrebbe portare al surriscaldamento del dispositivo e, nei casi peggiori, provocare un’esplosione interna.
Del resto possiamo rendercene conto con qualunque smartphone: nel corso di una ricarica rapida la temperatura tende comunque ad aumentare. Non è difficile intuire che questo surriscaldamento, anche se piccolo, non è un sintomo particolarmente positivo.
Un altro fattore rilevante è proprio l’aumento della generazione di calore da parte delle batterie a ricarica rapida, che le rende suscettibili al surriscaldamento. Ciò comporta un aumento delle emissioni di gas serra, dannose non solo per la salute umana, ma anche come principale causa di inquinamento ambientale.
Come funzionano
Per comprendere il funzionamento delle batterie a ricarica rapida, occorre esaminare il loro processo operativo. Quando lo smartphone è scarico, riceve una grande quantità di energia all’inizio della ricarica, garantendo così un rapido raggiungimento di un livello di carica sufficiente per l’utilizzo del dispositivo. Successivamente, la batteria passa a una modalità di ricarica più moderata, una volta che il livello di carica è stabile.
Alcuni studiosi hanno espresso preoccupazioni riguardo al fatto che l’energia erogata inizialmente, così rapida e potente, potrebbe mettere la batteria del cellulare sotto stress e causare variazioni di temperatura significative. Si potrebbe fare un paragone con una spugna che assorbe rapidamente molta acqua inizialmente, ma che poi, una volta saturata, non può più trattenere altro liquido.
Tuttavia, sembra che questa preoccupazione non sia fondamentale. Le batterie a ricarica rapida seguono un ciclo di ricarica che prevede un’erogazione rapida all’inizio, seguita da una fase di ricarica più moderata. Pertanto, il paragone con la spugna non è del tutto accurato, poiché la batteria non consuma tutta la carica in un’unica volta, ma è in grado di assorbire energia in modo più bilanciato senza eccessivi sbalzi.
In ogni caso, anche senza considerare il surriscaldamento, un simile stress può, alla lunga, danneggiare la batteria che finisce inevitabilmente per perdere durata. Non è un caso che dopo qualche anno il dispositivo finisce per scaricarsi più velocemente di quanto vorremmo. Lo stesso principio per cui lasciare un portatile costantemente in carica distrugge completamente la batteria.
Alcune precauzioni
Per quanto i caricabatterie rapidi siano utilissimi consigliamo di utilizzarli solo in casi eccezionali, in cui abbiamo bisogno di una ricarica veloce. Se non abbiamo bisogno del telefono per qualche ora conviene sempre utilizzare un caricabatterie normale.
Inoltre, è consigliabile non portare mai il telefono a perdere totalmente la carica, ma di attaccarlo all’alimentatore quando ha ancora un po’ di energia. In questo modo si riduce sensibilmente lo stress arrecato dal flusso energetico.