L’umanità si prepara a colonizzare Marte: un equipaggio di quattro volontari vivrà un anno in una simulazione del pianeta rosso
Il 20 luglio del 1969 l’Apollo 11 atterrava sul suolo lunare ed il suo equipaggio compiva quel grande passo per l’umanità. Da allora abbiamo scandagliato lo spazio fino ad arrivare a conoscere altre galassie, scoprire come funzionano i buchi neri e quanto può vivere una stella. Tuttavia, l’impatto di quella conquista della Luna non è mai stato eguagliato.
Il prossimo obiettivo dell’umanità è senza ombra di dubbio Marte, che studiamo da decenni. La vicinanza con la Terra e le sue caratteristiche geologiche lo rendono, in teoria, abitabile e, quindi, colonizzabile dalla nostra specie. Ma tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare o, in questo caso, un deserto rosso.
Pronta una squadra
Quattro volontari stanno per entrare in un habitat marziano simulato dove trascorreranno i prossimi 378 giorni nell’ambito dei preparativi per la prima missione con equipaggio sul pianeta lontano.
L’habitat appositamente progettato e chiuso presso il Johnson Space Center della NASA a Houston, in Texas, ospiterà Alyssa Shannon, Ross Brockwell, Kelly Haston e Nathan Jones da domenica 25 giugno. L’esperienza del team spazia dalla scienza all’ingegneria e alla salute, e ogni membro utilizzerà le proprie competenze specifiche durante il soggiorno.
La missione sarà la prima di tre simulazioni di un anno sulla superficie di Marte, denominate CHAPEA (Crew Health and Performance Exploration Analog).
Come colonizzare Marte
Gli abitanti sperimenteranno molte delle sfide di una missione umana su Marte, tra cui il confinamento, le limitazioni delle risorse, i guasti alle apparecchiature e altri fattori di stress ambientale, ha dichiarato la NASA.
Per rendere l’esperienza il più realistica possibile, la missione metterà in atto i ritardi di comunicazione che gli equipaggi reali sperimentano a causa della grande distanza tra la Terra e Marte.
La salute e le prestazioni dei volontari saranno costantemente monitorate durante la permanenza nell’habitat per dare ai pianificatori della missione un’idea più chiara di come un equipaggio potrebbe gestire i vari aspetti di una missione di lunga durata sul pianeta rosso.
Le attività comprenderanno la cura delle colture, la ricerca scientifica, la manutenzione dell’habitat e l’esecuzione di “passeggiate marittime”, quindi i quattro abitanti saranno certamente tenuti occupati.
Un pianeta in miniatura
L’habitat CHAPEA, in cui i quattro membri della missione vivranno per poco più di un anno, comprende uno spazio di 1.700 metri quadrati con circa nove stanze, tra cui camere da letto private, un bagno e una toilette in comune e un’area comune in cui tutti possono riunirsi per i pasti e altre attività sociali. Accanto all’habitat c’è anche una piccola area che simula la superficie marziana per le passeggiate.
La struttura è stata costruita utilizzando grandi stampanti 3D, che fanno parte della ricerca, poiché metodi di costruzione simili potrebbero essere utilizzati su Marte.
La NASA punta a lanciare il primo equipaggio umano su Marte alla fine del 2030, anche se la data potrebbe slittare. Ad oggi, l’unico altro corpo celeste su cui l’uomo ha viaggiato è la Luna, mentre la maggiore distanza e l’ambiente più ostile di Marte rappresentano una sfida molto più grande per i pianificatori della missione.