Nuova scoperta sugli astronauti | Il loro cervello non è più lo stesso quando ritornano sulla Terra

Il cervello degli astronauti cambia nello spazio

Nuovi studi sugli astronauti hanno dimostrato che i viaggi spaziali alterano il loro cervello: quando tornano sulla Terra cambia tutto.

Il turismo aerospaziale ormai non è più fantascienza, ma per far sì che un giorno l’umanità possa visitare l’orbita terrestre sono ancora necessari anni e anni di test e sperimentazioni.
Questo soprattutto perché salire su una navicella spaziale e volare oltre l’atmosfera terrestre non è certamente come prendere un aereo per Parigi e gli astronauti lo sanno bene.

I voli aerospaziali mettono a dura prova la resistenza fisica dei viaggiatori spaziali che prima di lanciarsi in orbita devono trascorrere un lungo percorso di formazione e di allenamento per poter resistere nello spazio aperto.
L’elemento di maggiore pericolo per gli astronauti è certamente l’assenza di gravità che può comportare gravi problemi fisici alle persone non abituate.

astronauti

Proprio per questo motivo gli astronauti o comunque tutte le persone che devono salire su una navicella spaziale ed essere spediti in orbita effettuano dei test di resistenza all’interno di macchine a gravità zero.
Un modo per abituare il corpo e, in particolare, gli organi interni a quello che succederà in orbita ed evitare problemi gravi.

I viaggi spaziali danneggiano il cervello degli astronauti? Cosa dice il nuovo studio

Fino a questo momento non si sono mai verificati grossi scompensi a livello corporeo agli astronauti, anche se chiaramente c’è sempre voluto un po’ di tempo prima che si abituassero alla gravità terrestre una volta rientrati.
Di recente però è stato effettuato uno studio che ha svelato alcune problematiche a livello cerebrale per gli astronauti che hanno partecipato a viaggi spaziali piuttosto lunghi.

Lo studio è stato effettuato da un gruppo di ricercatori dell’Università della Florida che hanno fatto un testing su 30 astronauti che hanno partecipato di recente a viaggi aerospaziali.
Il gruppo di astronauti sul quale sono stati fatti i test dal team di ricerca comprendeva 8 astronauti che sono stati nello spazio per 4 settimane, 18 che invece hanno passato 6 mesi nello spazio e 4 che invece ci sono rimasti per 1 anno intero.

cervello

Il test consisteva nell’analizzare la loro attività cerebrale e la forma stessa del cervello sia prima che dopo il viaggio.
Lo studio ha avuto dei risultati abbastanza sorprendenti dato che i ricercatori hanno segnalato delle modifiche sostanziali alla materia cerebrale negli astronauti che sono stati per 6 mesi o oltre nello spazio per poi tornare sulla Terra.

Come è cambiato il cervello degli astronauti al rientro sulla Terra

Analizzando il cervello degli astronauti, infatti, il team ha scoperto che la posizione all’interno del cranio era leggermente cambiata, con la materia cerebrale che si era spostata più su.
Questo era dovuto principalmente all’espansione dei ventricoli a causa del cambio repentino di gravità, che li ha fatti gonfiare causando lo spostamento del cervello verso l’alto.

I ventricoli sono dei canali che si trovano all’interno del cervello e trasportano nutrimento alla materia cerebrale producendo il cosiddetto liquido cefalo-rachidiano.
Questa scoperta è stata molto importante perché adesso si è capito quanto tempo deve trascorrere prima che un astronauta possa affrontare un nuovo viaggio senza avere problemi.

Il team dell’Università della California è arrivato alla conclusione che devono passare almeno 2 anni prima che gli astronauti possano essere spediti di nuovo in orbita.
Ovviamente questo tempo vale soltanto per gli astronauti che sono stati in orbita per oltre 6 mesi, dato che quelli che sono stati per poche settimane non hanno riscontrato gli stessi effetti.