Sembra che qualcosa in Canada stia cambiando: un rappresentante di Meta afferma che il gigante tecnologico ha un team che sta lavorando per bloccare le notizie sulle bacheche canadesi di Facebook e Instagram.
La legge nota come Bill C-18 richiederebbe ai giganti digitali come Meta e Google di negoziare nuovi accordi per compensare le aziende canadesi legate al settore dei media, così da poter linkare e riproporre i loro contenuti online.
La legge C-18 che cambierà per sempre il web canadese
Meta minaccia il Canada di tagliare l’accesso ai media giornalistici sulle sue piattaforme, come Facebook e Instagram, se verrà approvato il disegno di legge C-18: legislazione riguardante le piattaforme di comunicazione online che mettono contenuti giornalistici a disposizione dei canadesi.
Questo disegno di legge, attualmente in discussione, implica che le piattaforme dovranno negoziare un compenso per i media che pubblicano notizie sui social. Ritenendo questa proposta di legge assurda e pericolosa per la propria sopravvivenza economica, Meta non ha esitato a minacciare di bandire i contenuti giornalistici qualora venisse approvata.
La risposta di Meta e il caso australiano
Rachel Curran, responsabile delle politiche pubbliche di Meta in Canada, ha confermato che il team che si occupa del blocco dei contenuti si sta preparando a porre fine alla disponibilità delle notizie sui social media, così da essere pronti in caso la legge sulle notizie dovesse passare. Intervenendo lunedì davanti alla commissione per il patrimonio della Camera dei Comuni, Curran ha dichiarato che l’azienda rimuoverà le notizie in modo attento, responsabile e trasparente: “È assolutamente nostra intenzione non commettere in Canada gli stessi errori che abbiamo commesso in Australia”.
Se la situazione vi sembra familiare, c’è un motivo: l’Australia ha introdotto una legge simile nel 2021, alla quale anche allora si sono opposti sia Google che Meta. Tuttavia, nel caso australiano è stato Facebook a bloccare preventivamente i contenuti di notizie per i suoi utenti, per circa una settimana, al fine di ottenere le modifiche richieste nel News Media Bargaining Code australiano. Secondo quanto riferito, il blocco di Facebook ha ridotto il traffico verso i siti di notizie australiani di circa il 30% ed è stato ampiamente criticato per l’impatto su contenuti non giornalistici, come le pagine ufficiali del governo.
Meta è costretta a riorganizzare la condivisione delle notizie
Assieme a Google, Meta si è opposta alla legge canadese sulle notizie online e ha dichiarato di essere pronta a bloccare i contenuti giornalistici in Canada. “Di fronte a una legislazione avversa che si basa su presupposti falsi che sfidano la logica del funzionamento di Facebook, riteniamo importante essere trasparenti sulla possibilità di essere costretti a valutare se continuare a consentire la condivisione di contenuti giornalistici in Canada”: lo ha dichiarato l’anno scorso Marc Dinsdale, il responsabile delle partnership con i media della divisione canadese di Meta.
Ora l’azienda ha ribadito questa posizione in una lunga dichiarazione pubblicata lunedì da Nick Clegg, presidente di Meta per gli affari globali ed ex politico britannico: “L’Online News Act si basa su una premessa fondamentalmente errata. Meta non trae vantaggi ingiusti dalla condivisione di link a contenuti giornalistici sulla nostra piattaforma. È vero il contrario”.
“In definitiva, questa legislazione mette Meta in una posizione svantaggiosa. Per adeguarci, dobbiamo operare in un ambiente normativo imperfetto e ingiusto, oppure dobbiamo porre fine alla disponibilità di contenuti giornalistici in Canada. A malincuore scegliamo la seconda ipotesi. Come ha detto il Ministro del Patrimonio canadese, si tratta di una decisione commerciale.”
Il futuro del Canada e della proposta di legge C-18
Ovviamente, il disegno di legge C-18, ha suscitato molte polemiche sin da quando è stato proposto per la prima volta nel 2021. Brett Caraway, professore associato di informatica e tecnologia, ha dichiarato a True North che non ha senso chiedere a giganti tecnologici come Facebook di pagare quando gli utenti si collegano al giornalismo online canadese: “Vorrei andare davanti al Parlamento e chiedere: ma voi sapete almeno come funziona Internet?”.
Caraway, come molti esperti, comprende l’esigenza parlamentare di sostenere il giornalismo, ma ritiene che la proposta di legge sia un approccio sbagliato: “Per me è terrificante. Non è così che si risolve il problema”.
La mossa di Meta arriva dopo che Google ha iniziato a bloccare i link alle notizie per il 4% della popolazione canadese. Il primo ministro Justin Trudeau, che sta cercando di far approvare la legge sulle notizie online, ha detto che che Google ha scelto di “impedire ai canadesi di accedere alle notizie” piuttosto che “pagare i giornalisti per il lavoro che svolgono”, definendo la mossa un terribile errore.
A questo punto, è difficile prevedere come si possa risolvere questa situazione. L’unica cosa certa è che, se la legge verrà approvata, molto probabilmente si ripeterà la stessa situazione già vista in Australia, ovvero un netto calo delle visite sulle testate giornalistiche online canadesi.