La disinformazione e il negazionismo sono due piaghe molto grandi di internet, ma a quanto pare anche gli stessi colossi tech se ne approfittano per fare soldi.
La lotta al cambiamento climatico dovrebbe essere una delle prerogative dell’intera popolazione mondiale, ma sappiamo che non sempre è così.
Fortunatamente grazie a campagne di sensibilizzazione e attività ecosostenibili negli ultimi anni la rotta sta parzialmente cambiando verso un futuro più green.
I social e le piattaforme web sono indubbiamente il canale principale per veicolare messaggi positivi, ma sfortunatamente ci sono ancora tante persone che li usano male.
A differenza di quanto ci si aspetti, tantissime persone utilizzano i loro canali social per ottenere il risultato opposto, ovvero negare il cambiamento climatico e fare disinformazione.
Purtroppo non è facile fermare queste persone dato che sono ormai tantissime, proprio per questo motivo sono proprio le piattaforme a segnalare contenuti del genere.
Abbiamo visto come TikTok con le sue ultime linee guida abbia stretto ancora di più la morsa contro i negazionisti, a quanto pare non si può dire lo stesso di Google.
Google e YouTube favoriscono il negazionismo? Cosa sta succedendo
Google è probabilmente il colosso del web più famoso e influente al mondo e per questo motivo tutti i contenuti che vengono pubblicati sulle piattaforme di sua proprietà dovrebbero essere strettamente controllati.
A quanto pare purtroppo non è così ed è capitato più volte che alcuni contenuti restassero impuniti nonostante la violazione delle linee guida.
Questo è in realtà un fenomeno molto comune che capita a ogni piattaforma web e può capitare che qualche contenuto di dubbio gusto sfugga ai controlli stringenti.
Ciò che è successo con Google e, in particolare, con YouTube è però qualcosa di molto diverso e che ha fatto scatenare non poche polemiche.
Secondo un report del CAAD, ovvero dell’associazione che si occupa della disinformazione sul cambiamento climatico, ancora online e impuniti ci sono circa 100 video su YouTube che negano l’evidenza e fanno disinformazione sul cambiamento climatico.
Come abbiamo detto, però, il problema non è “solamente” questo, ma qualcosa di molto peggio.
Google guadagna con la disinformazione: è bufera
A quanto è stato evidenziato dal CAAD non solo questi 100 video sono ancora online e non sono stati oscurati dalla piattaforma, ma sono stati addirittura monetizzati.
Questo vuol dire che Google ha applicato degli annunci pubblicitari all’interno dei video e ci sta pure guadagnando con le visualizzazioni.
Il tutto è paradossale considerando che proprio nel 2021 Google aveva comunicato le nuove linee guida proprio per evitare quanto invece è successo.
Aveva strettamente vietato e limitato il proliferare di video e contenuti che negavano il cambiamento climatico, suggerivano soluzioni false, raccontavano bufale e facevano disinformazione.
C’è da dire che in alcuni video del genere appare un disclaimer per rimandare gli utenti a informazioni verificate dalle Nazioni Unite, come è successo anche su TikTok, ma questo riquadro però non appare in tutti i video.
Il che è molto grave dato che in molti di questi video appaiono contenuti pubblicitari anche di brand molto famosi.
A quanto pare Google è stata messa al corrente di questa situazione data la bufera mediatica che si è venuta a creare, affermando che il software progettato per individuare questo tipo di contenuti non è sempre perfetto.
Speriamo che in futuro si dia meno spazio a video del genere e più spazio all’informazione sana e veritiera.