Dopo l’Italia, tutta l’UE inizia a nutrire dubbi su ChatGPT: il bot potrebbe violare i dati e la privacy di milioni di utenti
Quando il 31 marzo il Garante della Privacy ha bloccato l’utilizzo di ChatGPT in Italia la notizia ha fatto scalpore. Il nostro Paese è stato il primo a mettere un freno al bot di OpenAI venendo presto tacciato come anacronistico e tradizionalista. Eppure, nel corso delle settimane i rischi manifestati dal Garante sono emersi in tutto il mondo.
L’Europa teme ChatGPT
Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) dell’UE sta avviando una task force per monitorare ChatGPT, una mossa che indica che le autorità di regolamentazione della privacy dell’Unione stanno facendo sul serio nell’esaminare le potenziali violazioni della privacy da parte di LLM.
L’EDPB ha annunciato la sua nuova iniziativa con una breve dichiarazione di due frasi in un comunicato stampa giovedì, lo stesso giorno in cui l’Agenzia spagnola per la protezione dei dati, nota come AEPD in spagnolo, ha dichiarato di aver avviato un’indagine preliminare su OpenAI per possibili violazioni della privacy da parte di ChatGPT. Il regolatore spagnolo si è unito all’Italia.
L’EDPB ha il compito di garantire che il Regolamento generale sulla protezione dei dati, la principale legge europea sulla privacy, sia applicato in modo coerente in tutta l’UE e comprende le autorità di protezione dei dati di ogni Stato membro. La scorsa settimana l’autorità di regolamentazione spagnola ha chiesto al comitato di riesaminare la questione ChatGPT a causa del “grande impatto potenziale del chatbot sui diritti alla privacy del pubblico”.
I membri dell’EDPB hanno discusso la recente azione di enforcement intrapresa dall’autorità italiana per la protezione dei dati nei confronti di Open AI in merito al servizio Chat GPT. L’EDPB ha deciso di lanciare un’apposita task force per promuovere la cooperazione e lo scambio di informazioni su eventuali azioni esecutive condotte dalle autorità di protezione dei dati Ha dichiarato il comitato nel suo comunicato stampa
Il bot sotto accusa
L’annuncio dell’EDPB ha coronato una settimana intensa per OpenAI in Europa. Giovedì la Spagna ha rivelato la sua indagine preliminare sull’azienda, senza fornire dettagli specifici.
L’Agenzia sostiene lo sviluppo e l’implementazione di tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale che rispettino pienamente le leggi vigenti. Lo sviluppo tecnologico compatibile con i diritti e le libertà dei cittadini è possibile solo a partire da questo punto di partenza Ha dichiarato in un comunicato l’Agenzia spagnola per la protezione dei dati
Mentre l’Italia potrebbe ripensarci
Appena un giorno prima, l’Autorità italiana per la protezione dei dati ha reso nota una serie di misure che OpenAI doveva attuare se voleva ripristinare l’accesso a ChatGPT nel nostro Paese. Le misure includevano la possibilità per gli utenti e i non utenti di opporsi al trattamento dei propri dati da parte di ChatGPT e di correggere le informazioni errate che ChatGPT riporta su di loro.
Solo in questo caso il Garante italiano revocherà il suo ordine che poneva una limitazione temporanea al trattamento dei dati degli utenti italiani, non essendoci più l’urgenza alla base dell’ordine, in modo che ChatGPT sarà nuovamente disponibile dall’Italia Ha dichiarato mercoledì il Garante
Un portavoce di OpenAI ha dichiarato che avrebbe lavorato con le autorità di regolamentazione italiane affinché il suo chatbot fosse nuovamente autorizzato a operare nel Paese.
Siamo felici che il Garante italiano stia riconsiderando la sua decisione e siamo ansiosi di lavorare con loro per rendere ChatGPT nuovamente disponibile per i nostri clienti in Italia Ha detto il portavoce
L’Italia ha dato a OpenAI tempo fino al 30 aprile per attuare le misure richieste.