I servizi di intelligence russi starebbero utilizzando le community dei videogiochi per scambiare informazioni vitali sulla guerra
La guerra tra Russia ed Ucraina assume, giorno dopo giorno, aspetti sempre più preoccupanti in quello che, a tutti gli effetti, è un conflitto che ha ripercussioni su scala globale.
In ogni guerra è essenziale per una forza in conflitto riuscire a scambiare informazioni liberamente, senza che i nemici possano venirne a conoscenza. Molto probabilmente, l’intelligence russa ha trovato alcuni canali sicuri per trasmettere informazioni vitali.
Russi nei videogiochi
Il presidente di Microsoft Brad Smith ha affermato che le agenzie di intelligence russe e la società militare privata The Wagner Group stavano cercando di “penetrare nelle community di alcuni videogiochi”.
Durante una chiacchierata al World Economy Summit di Semafor, la discussione si è spostata sui documenti del Pentagono trapelati che sembrano provenire da una chat di gioco e che contengono informazioni sensibili sulla guerra in Ucraina. Tra queste ci sarebbero anche dettagli sull’impiego delle forze speciali britanniche.
Del resto, le community dei videogiochi sono ancora una dei pochi posti liberi della rete, dove è possibile parlare liberamente senza rischi di censure o attacchi. Inoltre, chi andrebbe mai a cercare importanti informazioni di carattere militare in una chat su Fortnite?
Le paure sono concrete
In risposta a questi commenti, Smith ha dichiarato che il team di analisi delle minacce di Microsoft ha “identificato gli sforzi dei russi” per farsi strada nelle community di gioco, con l’intenzione di diffondere informazioni da lì. Smith ha citato in particolare Discord e Minecraft, come esempio. Ha detto che Microsoft ha “fornito consulenza ai governi” su questo tema, prima di affermare che: “È il Gruppo Wagner, è l’intelligence russa”.
Il dirigente di Microsoft ha dichiarato che questo problema “non è la cosa principale di cui [Microsoft] dovrebbe preoccuparsi”, osservando che The Wagner Group e l’intelligence russa “pubblicheranno sempre informazioni da qualche parte”. Le community di gioco, secondo le parole di Smith, “sono solo un buon posto per far circolare le informazioni e poi i giornalisti le trovano”.
Non è colpa dei videogiochi
Del resto, sono tanti altri i luoghi nel web dove è possibile essere totalmente liberi. Basti pensare a quanto è facile accedere al Deep Web, la zona più oscura di internet proprio perché impossibile da controllare. Stesso discorso si può fare con altri siti e forum che garantiscono totale libertà.
Insomma, come al solito è inutile additare il mondo dei videogiochi come fonte del male assoluto, senza prendere in esame tutte le altre alternatiche. Lo stesso Smith ha anche riconosciuto che giocare a giochi come Call of Duty non “porterà a morti nel mondo reale”, affermando che “si tratta solo di videogiochi”.
L’intera discussione
Potete vedere la discussione per intero nel tweet qui sotto.