Le IA potrebbero presto conquistare i social media: su LinkedIn creano già contenuti al posto degli essere umani
Le nuove Intelligenze Artificiali sono sempre più vicine ad entrare nella nostra vita quotidiana. Con il lancio di ChatGPT di OpenAI, il mondo ha scoperto le potenzialità di una IA in grado di scrivere e creare contenuti in modo simile, e in certi casi migliori, al ragionamento di un qualunque essere umano.
Ovviamente sono subito scattati i tentativi per integrare questa nuova tecnologia: dai motori di ricerca come Bing a Google che con il suo Bard vuole rivoluzionare internet.
Le IA approdano sui social
E se lo facessero anche i social? Già è stato dimostrato che ChatGPT può intrattenere conversazioni, con ottimi risultati, su Tinder fungendo da moderno Cyrano.
La scorsa settimana LinkedIn ha annunciato che sta usando l’intelligenza artificiale per aiutare a scrivere i post su cui gli utenti possono chattare. Snap ha creato un proprio chatbot e Meta sta lavorando su “persona” di intelligenza artificiale. Sembra che in futuro i social network saranno sempre più arricchiti dall’IA.
LinkedIn ha già iniziato
È logico che LinkedIn sia il primo grande social network a proporre ai suoi utenti contenuti generati dall’intelligenza artificiale. L’azienda di proprietà di Microsoft è interamente incentrata sulla ricerca e sull’offerta di lavoro, nel bene e nel male. È già piena di post di influencer e di esche per l’engagement che vanno dal tono blando da consulente manageriale a quello allegramente psicotico.
LinkedIn non sta ancora popolando il suo feed con chatbot di intelligenza artificiale, ma la scorsa settimana ha iniziato a condividere “messaggi di avviamento alla conversazione potenziati dall’intelligenza artificiale” con l’esplicito scopo di provocare discussioni tra gli utenti. Questi post vengono “sviluppati” con l’aiuto del team editoriale di LinkedIn e abbinati a esperti umani che possono quindi offrire le loro opinioni su argomenti come “come creare una voce coerente del marchio sui social media” e “come monitorare la portata online dei tuoi scritti”.
Ma questo progetto è comunque una pietra miliare e potrebbe preannunciare l’inizio di una rivoluzione più ampia per il web. È la prima volta che una grande piattaforma di social media serve direttamente agli utenti contenuti generati dall’intelligenza artificiale e potrebbe indicare il futuro del settore: il social network semiautomatico.
Un nuovo mondo social, popolato da bot
L’“IA generativa” potrebbe potenziarsi maggiormente grazie alla partecipazioni degli utenti social. Oggi disponiamo di strumenti di IA in grado di generare un’infinità di immagini, video, musica e testo, mentre i siti di social media hanno tutti i dati degli utenti necessari per addestrare questi sistemi. Perché non collegare l’uno all’altro?
Non è difficile immaginare come potrebbe funzionare un social network semiautomatico. Oltre a fornire agli utenti contenuti generati dall’intelligenza artificiale, potreste creare utenti falsi sotto forma di chatbot AI per stimolare, incoraggiare e coccolare la vostra base di utenti.
Sta già succedendo
Probabilmente questa transizione sta già avvenendo. Uno degli usi più popolari dell’IA per i consumatori è la creazione di chatbot basati su personaggi di fantasia: abbiamo già parlato di Prego.it, dove è possibile parlare con una versione bot di Padre Pio, o di Bing che offre la possibilità di parlare con personaggi famosi, sempre versione IA, del calibro di Keanu Reeves. Anche la capacità di questi sistemi di tenere impegnati gli utenti è indiscutibile.
Gli attuali giganti del mondo online hanno già notato questo cambiamento. Proprio il mese scorso Snap ha lanciato il suo chatbot My AI alimentato da ChatGPT e ieri Discord ha dichiarato di voler utilizzare ChatGPT per migliorare le capacità di conversazione del suo chatbot Clyde.
Anche Meta sembra stia sviluppando funzioni simili: a febbraio Mark Zuckerberg ha promesso che l’azienda sta esplorando la creazione di “personaggi AI che possano aiutare le persone in vari modi”. Non è chiaro cosa questo significhi, ma Facebook gestisce già una versione simulata del suo sito popolata da utenti AI per modellare e prevedere il comportamento delle loro controparti umane.