Lasciare l’ora legale per tutto l’anno potrebbe essere l’unico modo per combattere la crisi energetica ed economica
Ogni anno il cambio da ora solare a ora legale, e viceversa, è un motivo di stress per tantissime persone. L’idea di spostare avanti o indietro le lancette degli orologi altera la quotidianità . In molti fanno fatica ad abituarsi nei primi giorni, continuando a gestire il loro orologio biologico sul vecchio orario.
Inutile dire che il passaggio da ora solare a ora legale, che avviene solitamente a fine marzo e comporta lo spostamento delle lancette un’ora avanti, è il momento peggiore. Inevitabilmente significa per tutti dormire un’ora in meno.
Perché si cambia ora?
L’ora legale, quindi lo spostamento delle lancette un’ora in avanti, è nata per poter sfruttare al meglio le ore di luce della stagione estiva, dove, appunto, le giornate durano di più e ridurre i consumi energetici. Fu introdotta con una convenzione internazionale, quindi tutti gli stati del mondo cambiano orario lo stesso giorno.
In Italia era stata già utilizzata durante la Grande Guerra per destinare maggiore elettricità allo sforzo bellico ed introdurre un vero e proprio coprifuoco, ma fu riutilizzata anche durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi diventare una costante a partire dal 1966. Trent’anni dopo, tutti gli stati europei decisero di coordinare il cambio dell’ora. Generalmente l’ora legale si introduce l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre, in corrispondenza dei due equinozi.
Quali sono i benefici?
In estate i benefici derivanti dal cambio dell’ora sono anche e soprattutto per la nostra salute. Più ore di luce, quindi di esposizione ai raggi del sole, sono un toccasana per il nostro organismo.
Inutile dire, però, che il vero motivo è sempre e comunque il risparmio energetico ed economico. Ovviamente, avere a disposizione più ore di luce naturale significa non dover ricorrere all’illuminazione artificiale: pensiamo, ad esempio, alle illuminazioni automatiche di strade e palazzi che si attivano ad una determinata ora.
Il consumo minore di elettricità alleggerisce le bollette di tutti i cittadini e, soprattutto, diminuisce drasticamente l’inquinamento ambientale: si stima che grazie all’ora legale ogni anno si evita di immettere nella nostra atmosfera circa 215 mila tonnellate di CO2 derivanti dalla produzione di energia elettrica.
Tempi difficili, misure straordinarie
L’ultimo anno ha messo a dura prova l’economia mondiale: viviamo in piena emergenza energetica, con un aumento esorbitante dei prezzi per i carburanti e, in generale, per la produzione. Per questo motivo c’è chi pensa che in un caso così estremo sarebbe opportuno estendere l’ora legale a tutto l’anno per beneficiare dei consumi diminuiti.
Secondo una ricerca del Centro Studi di Conflavoro Pmi, pubblicata negli ultimi giorni, mantenere l’ora legale farebbe risparmiare 2,7 miliardi di euro nel 2023 sui consumi dell’elettricità .
Mantenere l’ora legale potrebbe certamente contribuire a scongiurare tutte quelle misure pratiche di emergenza come la riduzione degli orari di lavoro, lo spegnimento anticipato e l’accensione posticipata dell’illuminazione e, nei casi peggiori, gli eventuali distacchi che le imprese potrebbero trovarsi costrette ad attuare per tamponare le criticità della situazione. Per questo facciamo appello al governo perché valuti con molta rapidità i benefici di questa proposta Il Presidente di Conflavoro Pmi Roberto Capobianco
Anche la Società Italiana di Medicina Ambientale, il SIMA, aveva chiesto al Governo, nei mesi scorsi, di estendere la durata dell’ora legale. Nella richiesta la Società ha più volte fatto notare che con quanto risparmiato grazie al cambio dell’ora si potrebbe garantire il fabbisogno energetico annuale di almeno 150 mila famiglie.