Silent hill Homecoming: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Silent Hill Homecoming sarà disponibile a partire dal 26 febbraio per Xbox 360, Ps3 e Pc.
La versione testata è quella Pc.

shh_pc-packi“Dicono che la guerra sia un inferno ma ci sono cose molto peggiori.
La guerra ti cambia, nessuno a casa potrebbe capire quello che ho vissuto. Loro non mi hanno mai capito. Dicono che non puoi tornare a casa ma si sbagliano, sono io a non volerci tornare.”

 

INCUBO SILENZIOSO

Dal momento dell’annuncio di un nuovo capitolo della saga di Silent Hill, molti si sono chiesti di come sarebbe stato questo nuovo capitolo. Dopo The Room e SH Origins (uscito su piattaforma psp), Homecoming doveva avere una impostazione del tutto differente da questi due ultimi capitoli e ricalcare quello che era stato il primo e soprattutto il secondo capitolo della serie ma anche cercare di dare un taglio netto a tutto il suo background più recente.

In SH Homecoming, vestiremo i panni di un certo Alex Shepherd, veterano di guerra che torna a casa dopo una lunghissima assenza ma le cose che trova ad aspettarlo sono del tutto diverse da come se lo aspettava; il fratello Joshua è scomparso, la madre è in uno stato catatonico e l’intera cittadina sembra avvolta da un perenne incubo e popolata da strani mostri. Come sempre ci troviamo a far luce su avvenimenti di dramma e incubo, con forti richiami verso gli affetti familiari del protagonista.

Oltre al nuovo personaggio, troviamo anche una nuova cittadina con alcune ambientazioni molto suggestive e ben equilibrate ma gli amanti della serie si troveranno subito a casa quando esploreremo delle location classiche come l’hotel o l’ospedale che non potevano proprio mancare.

Vera novità del titolo è il sistema di combattimento, in questo SH, il termine sopravvivenza prende una piega del tutto più realistica per quanto riguarda gli episodi precedenti e sopravvivere ai mostri che popolano gli incubi di Homecoming non sarà molto facile neanche per i giocatori più esperti.

In parole povere, è stato studiato un sistema di combattimento molto più corporeo rispetto agli altri Silent Hill precedenti che può contare sull’uso di attacchi deboli e forti ma anche di vere e proprie combo finali e, in aggiunta, la possibilità di schivare i nemici. Alcuni penseranno, ma gli attacchi fisici c’erano anche nei precedenti capitoli, che cosa cambia? Cambia il fatto che nei titoli precedenti, gli attacchi erano puramente fini a se stessi, si colpiva il nemico in maniera disperata, cercando di farlo morire il più velocemente possibile mentre qui potremo alternare attacchi lenti e veloci insieme o affondare un colpo mortale all’avversario in maniera fluida.

Se da un lato questa scelta può risultare dubbia per il genere dei survival, sappiate invece che è stata ben equilibrata anche perchè molto spesso ci capiterà più di evitare alcuni mostri (schivandoli) che di affrontarli a viso aperto e che l’uso delle armi da fuoco è molto limitato – a questo proposito, oltre alle armi bianche come coltelli o accette, sarà possibile impugnare alcuni elementi presenti negli schemi e usarli come armi di necessità (mazze, posacenere, vasi etc).

Sarà bello vedere anche gli effetti di determinati colpi sui corpi dei mostri, con sequenze molto crude e realistiche per quanto riguarda tagli, smembramenti e vere e proprie decapitazioni che non possono mancare in nessun classico dell’orrore che si rispetti. Oltre alla possibilità degli scontri più ragionati, Homecoming vanta un nuovo sistema di dialogo a scelte multiple che andranno a influenzare non solo l’evoluzione del gioco ma anche la sua fine.

foto-1_2

LUCE E OMBRA

Come ho scritto poco sopra, Homecoming cerca di svecchiare quello che già è stato proposto al pubblico nelle edizioni passate ma, a parte il sistema di combattimento e i dialoghi, alcune cose non possono cambiare o mutare troppo senza evitare di rovinare un format già largamente conosciuto.

Abbiamo dunque per le mani un titolo che non cerca di deviare troppo dall’impostazione che ha reso famosa la serie e continua a proporre visioni splatter, tematiche molto crude e dialoghi per la maggior parte delle volte quasi senza senso. Per di più, tutta la trama, viene accentuata da uno strano effetto di sogno, come se quello che stiamo vivendo non sia proprio la realtà ma solo una nostra visione personale rinchiusa in una verità alternativa che difficilmente riusciremo a comprendere.

Homecoming è forte nel proporre una angoscia costante e molto tesa in alcune situazioni ben studiate ma per il resto del gioco non è esente dal difetto di regalare eventi come luci che si spengono all’improvviso o morti che penzolano dalle pareti, troppo scontati e banali per il genere proposto.

Riguardo allo svolgimento della trama e ai misteri di Silent Hill, Homecoming sarà perfettamente fruibile sia da chi non ha mai giocato agli episodi precedenti (anche se alcune domande non troveranno risposta) che ai veri fan della serie, visto che nel gioco ci sono parecchie citazioni e riferimenti con i titoli precedenti.

Per quanto riguarda la grafica e le ambientazioni, anche qui ci sono degli alti molto apprezzati e dei bassi che potevano essere studiati meglio. Il motore grafico che muove il titolo è lo stesso di sempre, rimaneggiato per l’occasione. Ci troviamo di fronte ad una impostazione da camera: si esplorano piccole sezioni di gioco di modo da non appesantire l’azione per quanto riguarda gli scontri, dove non si supera mai un numero limitato di creature. La modellazione degli ambienti è ben fatta ma non fa certo gridare al miracolo; le texture sono in linea con quanto visto finora e le tonalità variano dallo scuro al sanguigno, con elevata cura verso il seppia e con la solita rifinitura da effetto pellicola invecchiata per dare maggiore risalto alla sporcizia di alcuni ambienti.

Sangue, nebbia, fumo e pioggia sono ben amalgamati con il resto e aumentano notevolmente quel disagio onirico in cui il titolo sembra allegramente trovarsi a suo agio.

Per quanto riguarda le animazioni e la fisica, le prime sono ben fatte anche se alcuni mostri soffrono troppo dell’effetto legnoso in alcuni movimenti poco convincenti (difetto presente anche nei dialoghi e nel movimento facciale). La fisica è stata affidata all’Havok Engine e il lavoro fatto è abbastanza buono ma anche qui, in alcune situazioni, ho riscontrato un fastidioso effetto accartocciamento di alcuni mostri ma per fortuna non succede quasi mai.

L’interazioni con gli ambienti è invece piuttosto limitata e la fisica è stata applicata solo ad alcuni oggetti che possono cadere ed eventualmente fare rumore (attenzione ai mostri nelle vicinanze che sentiranno quello che fate e si allarmeranno), in questo caso mi sarei aspettato maggiore profondità per un gioco del genere – niente di particolarmente elevato anche per quanto riguardo lo sviluppo di puzzle fisici in tal senso o comunque nulla di estremamente complesso.

Da segnalare anche la possibilità di usare la telecamera in prima persona per quanto riguarda l’esplorazione degli ambiente che spesso nascondo elementi utili per risolvere gli enigmi proposti.

foto-3_3

SOTTO TONO

Homecoming non è assolutamente un brutto gioco anzi, direi tutto il contrario.

Purtroppo però i nuovi elementi di gameplay proposti non riescono a coinvolgere come dovrebbero e tutto si riduce sempre alla solita esplorazione di ambienti al limite della follia umana e ad una continua attenzione per quanto riguarda gli scontri, questo perché alcuni mostri insieme vi daranno parecchio filo da torcere e l’accoppiata mouse e tastiera sarebbe meglio riporla nel cassetto a favore di un bel pad analogico. Sul fronte audio siamo sempre ad un livello molto curato e le musiche create dal compositore Akira Yamaoka, aggiungono patos e coinvolgimento all’atmosfera horror.

Stilisticamente siamo tornati alle origini della saga, con una nuova città da esplorare ma anche in questo caso, l’effetto pareti invisibili è troppo evidente e manca davvero quel tocco da esplorazione “aperta” che potrebbe realmente portare il gioco su altri livelli.

Vero punto forte del gioco è la costante sensazione che quello che stiamo giocando non sia del tutto la realtà, ma sarà davvero cosi o è solo una sensazione? Sarà tutto solo una follia del personaggio principale oppure no? Per scoprirlo non vi resta che provare il gioco e amarlo o odiarlo solo per quello che è davvero, un altro capitolo della saga che però non aggiunge davvero nulla di nuovo ai titoli precedenti.

 

Voto finale: 70/100

 

Requisiti di sistema

CPU single core 2,5GHz

RAM 1GB

SCHEDA VIDEO da 512 MB

HD 10 GB