#Gamersdigest 29 | I fatti della settimana

Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa.

Serie TVideoludiche

Grounded
Pronti per la tv raga?

Il rapporto tra serie tv e videogiochi si fa sempre più stretto. Che si tratti di animazione o live action, sono ormai molti gli esempi di prodotti audiovisivi seriali basati su celebri franchise videoludici: da The Witcher a Castlevania, da Arcane a Halo, fino all’annunciata The Last of Us.

Questa settimana ci sono stati altri due annunci interessanti: Grounded, il gioco sandbox di Obsidian, sarà adattato in una serie tv, con la sceneggiatura affidata a Brent Friedman in collaborazione con Brien Goodrich: il primo ha un nutrito curriculum di scrittura di episodi per serie tv, oltre ad aver scritto il recente Call of Duty: Vanguard; il secondo è stato director delle sequenze cinematiche di Halo 4 e Halo 5, e ha una lunga esperienza di regista di motion capture. Obsidian lavorerà all’adattamento in collaborazione con Microsoft e gli studi di animazione Kinetic Media e Waterproof Studios.

Nel frattempo ci sono novità anche per la già annunciata serie su Fallout, prodotta da Amazon: l’avvio delle riprese è stato annunciato ufficiosamente da uno degli attori, Walton Goggins, con un post sul suo canale Instagram: a quanto pare l’attore vestirà i panni (o meglio i brandelli) di un ghoul. Un servizio fotografico esclusivo di Collider mostra invece degli scorci scenografici di un Super Duper Market, iconica catena di grandi magazzini che compare regolarmente nei giochi della serie.

Esodi estivi

Jar of Sparks
La nuova divisione interna a NetEase, al lavoro su un gioco misterioso

È estate, fa caldo e si sa che questo è tempo di abbandoni: i lavoratori lasciano le città per andare in ferie e, in alcuni casi, gli sviluppatori lasciano gli studi in cerca di nuovi stimoli. È il caso di un gruppo di developers che ha abbandonato 343 Industries per entrare a far parte di NetEase. Questo esodo ha un precedente: un paio di mesi fa il primo a lasciare la compagnia responsabile della serie Halo fu il lead designer Jerry Hook, divenuto capo di una nuova divisione del colosso cinese denominata Jar of Sparks.

Non si sa ancora nulla sul progetto che Hooks sta portando avanti per NetEase, ma ora è arrivata la notizia che abbia portato con sé alcuni dei suoi ex colleghi di 343: essi sono Paul Crocker (che vanta una lunga carriera in Rocksteady come lead narrative designer della serie Arkham), Greg Stone (lead producer della componente multiplayer di Halo: Infinite) e Stephen Dyck (direttore delle animazioni e dei personaggi di vari capitoli della serie Halo). Trattandosi di figure apicali, l’esigenza di Jar of Sparks è senz’altro quella di ultimare la fase di concettualizzazione del nuovo progetto ed imbastire l’intera squadra di sviluppo. Probabilmente dovremo attendere ancora molto a lungo prima che il neonato team sia pronto a rivelare al mondo la natura del suo progetto.

Anche Bioware deve fare i conti con un addio importante: si tratta di Charles Boyd, creative director di Star Wars: The Old Republic e in azienda da ben 16 anni. Boyd ha dato annuncio del suo commiato via Twitter, ed ha anche pubblicato alcune parole di saluto contenute in un comunicato ufficiale della compagnia.

Nelle poche righe di saluto Boyd ha ricordato le soddisfazioni ricavate da lavorare per un decennio al celebre MMORPG basato sulla licenza Star Wars, un marchio a cui è stato affezionato sin dall’infanzia. Anche se non si sa ancora nulla in merito ai suoi progetti futuri, Boyd ha promesso che rilascerà aggiornamenti pubblici nel corso delle prossime settimane.

Play. Buy. Repeat. gg.

repeat.gg
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Sony, che in questi giorni ha finalizzato l’acquisizione di Bungie, in settimana ha anche annunciato l’acquisto di Repeat.gg, piattaforma online che organizza competizioni eSport dislocate, tracciando le performance dei giocatori in sessioni di Fortnite, PUBG, League of Legends e altri. È evidente la strategia della compagnia nipponica di investire nel settore competitivo online e dell’intrattenimento eSport, scelta già conclamata lo scorso marzo dall’acquisizione del torneo EVO, il celebre evento annuale dedicato ai fighting game di cui Sony è divenuta comproprietaria assieme ad RTS (compagnia di talent management e brand consultings). Chissà se questo si rifletterà anche nel tipo di giochi che saranno prodotti di qui in avanti dai PlayStation Studios: forse è il caso di prepararci psicologicamente al MOBA di God of War e al battle royale di The Last of Us…

Made In Russia

pc russo
Foto: Evgeny Pavlenko, Kommersant

Uno degli effetti dell’abbandono del mercato russo da parte delle aziende hi-tech occidentali potrebbe essere la creazione di un motore di gioco nazionale, prodotto da un consorzio di compagnie tecnologiche russe con ingenti sovvenzioni da parte del governo. Questa almeno è la notizia riportata da Kommersant (parzialmente tradotta nei contenuti da PCGamer), noto quotidiano nazionale russo orientato all’economia. A quanto pare sono in corso trattative tra il Ministero dello Sviluppo Digitale, la Duma di Stato (una delle due camere dell’Assemblea Generale), grandi aziende tecnologiche tra cui VKontakte, social network nazionale, e il colosso delle telecomunicazioni Rostelecom.

Difficile capire cosa potrà significare una mossa del genere sul lungo periodo, qualora si concretizzasse: dobbiamo aspettarci un mondo dei videogiochi tecnologicamente diviso in due? Diventerà sempre più difficile per i giocatori occidentali accedere a titoli russi e viceversa? In ogni caso lo sviluppo da zero di un motore di gioco può richiedere anni di lavoro, senza contare il tempo necessario agli sviluppatori per prendervi dimestichezza. Insomma la strada è ancora lunga e tortuosa come una montagna russa.

Tutti per la Union

game workers alliance logo
Non ci sono due sindacati senza tre!

America e sindacati: una relazione complicata. Si sa che le unions non attecchiscono facilmente oltreoceano, è quindi interessante registrare il fatto che ultimamente proprio l’industria del videogioco sembri voler segnare un cambio di passo. Solo pochi mesi fa è giunta la notizia della costituzione della Game Workers Alliance all’interno di Raven Software, studio di proprietà di Activision-Blizzard localizzato nel Wisconsin. In quell’occasione fu il reparto QA del team a mobilitarsi, scontento delle proprie condizioni lavorative. Ed evidentemente è un problema diffuso perché in settimana è giunta un’analoga notizia: il reparto QA di Blizzard Albany ha annunciato via Twitter la costituzione della loro Game Workers Alliance, facendo richieste ben precise alla compagnia madre in termini di giusto compenso, contratti chiari e giusti benefit:

In particolare, il sindacato chiede:

  • Paghe adeguate, trasparenti e competitive, benefit e copertura sanitaria.
  • Parità di trattamento e compensi, giusto riconoscimento delle responsabilità.
  • Canali di comunicazione ufficiali per segnalare casi di ingiustizie, cattiva condotta, ritorsioni.
  • Migliorare l’equilibrio vita-lavoro stabilendo limiti precisi al crunch time.

Activision-Blizzard non si è ancora espressa ufficialmente sul riconoscimento del nuovo ente sindacale, che è solamente il terzo del suo genere in territorio americano: oltre ai due già citati, il capostipite dei sindacati del gaming è Vodeo Workers Unite, nato lo scorso dicembre all’interno dello studio di sviluppo Vodeo Games.

Insomma i lavoratori dell’industria del videogioco stanno iniziando ad alzare la testa e la voce, cosa sacrosanta a giudicare da tutte le notizie di crunch, vessazioni e molestie che ci è toccato leggere negli ultimi anni.

Appare un Bruce Straley selvatico

logo Wildflower
Ciao Bruce!

Dal nulla, rispunta Bruce Straley. Dopo una carriera quasi ventennale in Naughty Dog, il co-director di Uncharted e director di The Last of Us lasciò la compagnia nel 2017, senza piani espliciti di continuare la propria carriera nell’industria videoludica. Decisione che ha fortunatamente dichiarato in settimana, con l’annuncio via Twitter della fondazione dello studio di sviluppo Wildflower Interactive.

Nel breve videomessaggio di accompagnamento al tweet, Straley ha dichiarato come l’intenzione di avviare un nuovo progetto sia partita senza un piano preciso, semplicemente per accumulo progressivo di idee e la voglia di lavorarci su assieme ad una fidata schiera di colleghi. Detto questo il team è in costante espansione e sta cercando diverse figure chiave (tra cui COO, audio designer e VFX artist), potete vedere le posizioni aperte sul sito ufficiale.

Riguardo il gioco in sviluppo non si sa ancora nulla di preciso, ma proprio spulciando le offerte di lavoro possiamo desumere qualche indizio: ad esempio il fatto che il titolo non avrà una grafica realistica, bensì punterà ad uno stile visivo fortemente stilizzato (ciò è evidente anche dal logo della compagnia e l’estetica del sito) e userà quasi sicuramente Unreal Engine.

Il gioco dei blocchi blocca la catena dei blocchi

Ovvero: Minecraft dice no agli NFT.

blocco di Minecraft
NFT bloccati!

In questi giorni Mojang ha sentito l’esigenza di rilasciare un comunicato ufficiale nel quale prende una posizione fortemente contraria a qualsiasi ipotesi di introduzione di NFT all’interno di Minecraft. Questo è accaduto per dare una risposta chiara ed univoca ai dubbi dell’utenza, che ha segnalato proprio l’emergenza di questo fenomeno: alcune aziende di terze parti hanno iniziato a produrre ed immettere sul mercato NFT relativi al gioco, sotto forma di assets grafici e/o skin.

Mojang ha dovuto quindi specificare due cose: innanzitutto di non essere coinvolta nella creazione e vendita di tali NFT; e poi di stare per rilasciare un aggiornamento delle linee guida di utilizzo del gioco che farà esplicita menzione al divieto di mettere tali beni digitali in commercio:

Nelle nostre Linee guida indichiamo come il proprietario di un server possa far pagare l’accesso allo stesso, e come a fronte di ciò tutti i giocatori debbano avere accesso alle stesse funzionalità. (…) Gli NFT, tuttavia, introducono scarsità ed esclusione di alcuni utenti rispetto ad altri, concetti che contrastano con le nostre Linee guida e con lo spirito stesso di Minecraft. (…) Per garantire ai giocatori un’esperienza sicura e inclusiva, le tecnologie blockchain non possono essere integrate nelle nostre applicazioni client/server di Minecraft, né possono essere utilizzate per creare NFT associati a qualsiasi contenuto di gioco, compresi mondi, skin, oggetti personali o altre mod. (…) In ogni caso, non abbiamo intenzione di implementare qualsivoglia tecnologia blockchain all’interno di Minecraft, per il momento. Dal comunicato Minecraft and NFTs – 20 luglio 2022

Coi ricavi/Con i giochi/Con le uscite/Ciao Ciao

Avatar: Frontiers of Pandora
Vade retro, uscita del gioco!

Potevamo finire la settimana senza parlare di Ubisoft? Ma certo che no! In settimana l’azienda ha pubblicato la relazione finanziaria del Q1 2022, certificando un calo di vendite anno-su-anno del 9.8%. È comprensibile dato che la compagnia non ha praticamente avuto grandi produzioni in uscita negli ultimi due anni, o comunque nulla di paragonabile ad Assassin’s Creed: Valhalla. I piani per il suo franchise di punta saranno svelati solo a settembre con un evento dedicato, che finalmente dovrebbe permettere di capire qualcosa di più sul grande progetto AC Infinity.

D’altronde Ubisoft ha anche annunciato il rinvio di una grande IP, segno che è in corso una fase di profonda riorganizzazione interna (o forse indice di problemi di sviluppo). Il caso riguarda Avatar: Frontiers of Pandora, inizialmente previsto per fine anno, il cui nuovo periodo di uscita è fissato ad un generico 2023/2024: insomma nemmeno loro hanno idea di quando farlo uscire!

Difficile capire il motivo: è possibile che il periodo “fine 2022” inizialmente indicato non fosse altro che un placeholder, con la speranza vana di riuscire ad esser pronti in concomitanza all’uscita di Avatar 2 nelle sale cinematografiche. Evidentemente ci si è resi conto che il gioco necessita ancora di moltissimo lavoro: meglio così piuttosto che un’uscita disastrosa alla Cyberpunk 2077.

La confusione dell’azienda è evidente anche dall’annuncio della cancellazione di ben 4 progetti: Ghost Recon: Frontline, un free-to-play annunciato lo scorso ottobre; Splinter Cell VR, che fu annunciato nel 2020 e di cui si erano perse le tracce; e altri due progetti nemmeno annunciati, che evidentemente non hanno superato la fase di prototipazione.

Le novità di Player

Questa settimana il nostro Fabio Antinucci ha recensito per voi As Dusk Falls, e ne ha approfittato per offrirvi un interessante approfondimento circa il rapporto tra il gioco e il medium cinematografico; mentre Riccardo Galdieri avrebbe dovuto fare lo stesso con F1 2022, ma il titolo lo ha talmente fatto arrabbiare che ha preferito optare per un’analisi di tutto ciò che ha di sbagliato. Il nostro caporedattore galattico Graziano Salini si è lanciato in un gustoso articolo che mischia Saints Row e cucina; Claudio Albero ha spolpato Klonoa Phantasy Reverie Series e lo ha analizzato nella sua recensione; Alessandro Colantonio invece ha provato in anteprima l’early access di Clanfolk, ed è qui per raccontarvelo. Infine, il sottoscritto ha messo le mani su Witch Strandings, un indie di cui potete leggere la (poco entusiastica) recensione.

Per questa settimana è tutto.
Appuntamento a domenica prossima con il #Gamersdigest 30.