7 settembre 2021: il mondo cinematografico e in generale dell’intrattenimento audiovisivo tremano.
A diciotto anni dall’uscita nelle sale di Matrix Revolutions, ultimo capitolo di quella che probabilmente è una delle saghe di fantascienza più influenti della storia del cinema, arriva sui nostri schermi un breve ma davvero intenso teaser trailer che preannuncia un nuovo capitolo della serie, Matrix Resurrections.
E’ un evento epocale per la cultura pop, in ogni sua sfaccettatura, per vari motivi.
Un evento sul quale occorre riflettere, anche da un punto di vista videoludico, per le sue potenzialità che speriamo non vengano trascurate.
Matrix Resurrections: più dell’uscita di un film
Il ritorno di The Matrix sugli schermi è, per certi versi, un avvenimento molto simile a un altro: l’arrivo della seconda trilogia di Star Wars sugli schermi nel lontano 1999 (stesso anno di The Matrix, tra l’altro).
Non si tratta solo del revival di un brand importantissimo, quasi fondativo, ma soprattutto del ritorno di una produzione che ha ridefinito il nostro rapporto con le tecnologie digitali, con le forme culturali scaturite da esse e persino col videogioco, soprattutto quello online.
La ragione è presto detta, perché la saga di Matrix era il meta-film per eccellenza, un’analisi della società in un momento in cui le tecnologie digitali iniziavano a entrare nelle nostre vite in maniera pervasiva, in grado di far riflettere su tutta una serie di concetti oggi di pubblico dominio: web identity, fake news e manipolazione dell’informazione, l’esistenza di tante tribù digitali in cui gli utenti si possono “iscrivere”.
Rivedendolo oggi, l’impressione è che Matrix (e i suoi due sequel, Reloaded e Revolutions) avesse delle grandi ingenuità nella sua analisi, dovute a un po’ di sano sensazionalismo, ma soprattutto al momento storico in cui era nato. Tuttavia, le questioni che poneva erano profonde, interessanti e che anticipavano la realtà.
E se da un punto di vista tematico la saga di Matrix è stata fondativa, ancor più interessanti sono stati i suoi risultati nel campo della narrativa transmediale, con la costruzione di uno dei primi universi narrativi capaci di svilupparsi non solo su schermo, ma attraverso libri, fumetti, anime (gli splendidi Animatrix) e ovviamente videogiochi, creando una macchina per l’intrattenimento dal meccanismo epocale nelle intenzioni.
Si quindi tratta di un ritorno eccellente, un evento mediatico destinato a far parlare di sé, anche se è difficile capire se Matrix Resurrections avrà lo stesso impatto. I tempi sono molto diversi, e difficile sarà vedere se riuscirà a imprimere un altro impulso alla cultura pop.
C’è tuttavia un campo in cui Matrix può ancora dire qualcosa di innovativo, se troverà la possibilità e la voglia: il videogioco.
Matrix e videogiochi: grandi potenziali, esiti meh
Paradossalmente, a fronte di un impatto straordinario sul cinema e la pop culture e soprattutto sull’intrattenimento digitale, Matrix ha avuto fortune videoludiche abbastanza altalenanti. I tre videogiochi dedicati al suo universo-Enter the Matrix, Path of Neo e The Matrix Online-sono stati tre titoli dal forte spessore in termini di idee.
Il primo era forse il più originale e d’impatto, una breve side-storyline di Matrix Reloaded in cui seguivamo le azioni di Niobe e Ghost, personaggi presenti anche nello stesso Reloaded e in Revolutions come comprimari alle prese con un’importante missione per favorire il cammino di Neo nella difesa di Zion.
Il secondo, Path of Neo, dall’impostazione molto più basic, era una trasposizione dei tre film in un action/adventure tipico con qualche contenuto aggiuntivo.
The Matrix Online è stato il più ambizioso e quello che più si è avvicinato a far sì che Matrix desse un contributo sostanziale all’evoluzione del videogioco online, con un’impostazione capace di far vivere ai giocatori l’idea di controllare un proprio avatar all’interno di uno spazio virtuale in continua crescita e modellato per essere la perfetta trasposizione della Matrice. Un MMO attivo per quattro anni, dal 2005 al 2009, che riuscì anche a portare avanti il plot ufficiale del gioco attraverso eventi a tema.
Da un punto di vista prettamente videoludico, tali ottime premesse si sono tuttavia scontrate con un’epoca in cui il tie-in, ovvero il videogioco tratto da un prodotto filmico, era ancora vista come un’appendice del prodotto originale, con scarsa importanza o appeal. Per esempio, nonostante il tentativo di Enter the Matrix di costruire un’esperienza che permettesse al fan di giocare una parte della storia che non compariva sullo schermo ma era interessante per la storia, le scarse risorse e la brevità del gioco non gli permisero di brillare di luce propria, tradendo qualche buona premessa (tipo essere la prima trasposizione videoludica di un blockbuster che strizzava gli occhi anche e soprattutto agli appassionati di gaming).
Destino non dissimile hanno avuto gli altri prodotti, discreti con qualche picco di bontà, ma non all’altezza del loro titolo.
C’è però un discorso a parte da fare, dedicato a una caratteristica tecnico-registica di The Matrix che ha avuto un impatto fondamentale nel gameplay di vari giochi: il bullet time, che nel lontano 2001 è piombato su uno dei giochi più importanti di quella generazione caratterizzandone il gameplay in modo inequivocabile.
E sì, stiamo parlando proprio di Max Payne.
Ma questo è il passato. Il futuro potrebbe riservarci qualcos’altro?
The Matrix e videogioco: speranze concrete
Come potrebbero essere i giochi che potrebbero accompagnare il ritorno di The Matrix?
Le opzioni sono tante, e possiamo solo andare di ragionamenti e deduzioni, ma soprattutto di immaginare la loro portata.
Per esempio, più che in un buon tie-in degno di questo nome, si potrebbe immaginare una resurrezione di The Matrix Online, in una sua versione potenziata che faccia tesoro dell’evoluzione del genere e che coinvolga studi ancor più in grado di realizzare un gioco competitivo sul mercato. Se tie-in poi sarà, nulla mi proibisce di immaginare un gioco sviluppato a episodi, magari fra un film e l’altro o del tutto indipendente dalle controparti cinematografiche.
Soprattutto però la novità, il godimento vero, sarà quello di vedere un possibile gioco di The Matrix in un’epoca in cui le major non hanno paura di utilizzare un budget da cinema per i loro tripla-A, dando alle loro creazioni un impianto tecnico e un’ambizione narrativa adeguati.
Immaginate l’idea di vedere un prodotto col budget di un The Chronicles of Riddick: Escape from Butcher Bay (indimenticato e straordinario tie-in di qualità di qualche anno fa) applicato all’universo e alla visionarietà di un The Matrix.
Io l’ho fatto, e ho avuto i brividi.