Lo scorso sabato Games Workshop ha reso disponibile per 24 ore l’anteprima del primo episodio di Hammer & Bolter, serie animata antologica che ricalca lo stile dell’omonima collana cartacea proponendo tante storie autoconclusive. Intitolato Old Bale Eye, questo episodio serve a promuovere Warhammer+, piattaforma ad abbonamento che offrirà serie con numerosi stili d’animazione differenti, serie dedicate a tutto ciò che concerne l’hobby di Warhammer, un archivio di manuali narrativi e altro ancora (l’uscita è prevista per il 25 agosto). Ma che cosa ci ha raccontato questo primo episodio? Vediamolo insieme nel dettaglio.
Il giusto narratore
Old Bale Eye ci racconta la storia del famoso Commissario Sebastian Yarrick della Guardia Imperiale, ma lo fa con un narratore interno. Un orko zkiavizta nota due giovani orki ragazzi che se la stanno prendendo con una povera kakkola e li rimprovera sostenendo che i due debbano trovare un nemico degno. Dopo il semplice rimprovero, lo zkiavizta decide di raccontare ai due la leggenda di Sebastian Yarrick, un uomo che si è guadagnato il rispetto di Ghazghkull Mag Uruk Thraka, un uomo che viene considerato un nemico degno dal più potente orko in circolazione.
Già qui bisogna fermarsi per un commento importante, ossia: usare uno zkiavizta come narratore è una scelta azzeccatissima. Nella società pelleverde, gli zkiavizti sono individui che non hanno a cuore solo i combattimenti, le sparatorie e i mezzi che portano ad essi. Essi possiedono un’innata pazienza che li porta a radunare le kakkole affinché esse possano migliorare e non semplicemente essere usate violentemente come valvole di sfogo oppure come “combustibile” per kannoni a zorpreza. Ovviamente stiamo pur sempre parlando di orki, quindi ciò non vuole dire che gli zkiavizti siano dei papà premurosi, ma sono meno violenti della media orkeska e sono legati anche ad un altro ambito: tramandare oralmente le leggende. Far sì che uno zkiavizta prenda da parte due giovani ragazzi e racconti loro la straordinaria leggenda di un temibile nemico degli orki è stata davvero una buona mossa.
Una volta partita la leggenda, non abbiamo un’attenzione completa sulla storia di Yarrick. Lo zkiavizta continua ad essere la voce narrante e talvolta la scena abbandona la leggenda spostandosi nuovamente sui due ragazzi che stanno apprendendo qualcosa da questa storia. Ciò rende ancora più coinvolgente la storia perché noi non stiamo solo vedendo la storia di Yarrick, bensì la stiamo vedendo con le parole e gli occhi di coloro che lo hanno affrontato, che non lo considerano una leggenda da prendere come esempio, ma una leggenda da temere con l’adeguato rispetto nonostante sia “solo” un uomo. Si tratta di un approccio diverso dal semplice tentativo di ripercorrere la storia di un personaggio famoso del wargame ed è esattamente quella particolarità che desideravo vedere.
Incastrare la leggenda
Nel corso dell’episodio scopriamo la storia di Yarrick osservando eventi perlopiù noti ai fan di Warhammer 40.000, anche perché parliamo di un personaggio affermato nel wargame e giocabile da più di vent’anni. Tuttavia, non è la prima volta che vediamo molti di questi momenti al di fuori di un Codex o di un altro tipo di manuale. Dal 2012 al 2015, David Annandale si è occupato di scrivere romanzi e racconti dedicati a Yarrick e abbiamo avuto modo di vedere l’inizio della sua carriera, la sua vita ai tempi di Armageddon, lo scontro in cui perse un braccio e ottenne una kela, la prigionia dopo gli eventi di Golgotha e tanto altro. Queste storie, oltre a raccontare e approfondire molto altro, hanno ripercorso tutti i momenti salienti che tanti appassionati hanno sempre conosciuto leggendo i Codex Guardia Imperiale/Astra Militarum. L’episodio, pur affidandosi a un narratore non onnisciente che tramanda oralmente una leggenda e che potrebbe essere comodamente inaffidabile su vari punti, non cade nella contraddizione e nel becero “Ma sì, tanto chi li legge i libri?”.
Perché faccio questa osservazione? Perché fin troppo spesso vedo ambientazioni che, quando offrono produzioni audiovisive non legate a un universo differente (esempio: il Marvel Cinematic Universe è un multiverso differente rispetto a quello dei fumetti), scelgono totalmente di ignorare il fatto che i personaggi coinvolti potrebbero aver avuto già una versione di quella storia sotto forma di romanzi, fumetti o manuali. Volendo fare un esempio recente, cito Star Wars: The Bad Batch.
In Star Wars: The Bad Batch abbiamo il primo episodio con una scena iniziale che fa un enorme dito medio al primo numero di una serie a fumetti contraddicendo un evento e riraccontandolo in maniera completamente diversa perché sì. Proseguendo nella stagione, ci sono altri eventi che contraddicono palesemente altre pubblicazioni cartacee perché tanto chi se ne frega di quelle cose, non hanno la stessa esposizione mediatica e se farai notare questo difetto sarai catalogato come hater o fan tossico, no?
Warhammer 40.000, dal canto suo, ha persino lo status quo di ambientazione in cui molte cose si possono liberamente contraddire rispetto a quanto riportato sui Codex, poiché quest’ultimi sono spesso visti con gli occhi dell’Imperium odierno. Tante volte gli eventi sono andati diversamente o magari sono state omesse certe informazioni, motivo per cui romanzi e fumetti hanno sempre fatto luce su questi eventi svelando la verità sul passato. D’altronde, Ollanius Pius non è esattamente colui che viene descritto nelle leggende…
Ciononostante, in un episodio che si sarebbe pure potuto concedere delle volute contraddizioni con il preciso scopo di farci capire “è una leggenda tramandata oralmente da un orko”, chi se n’é occupato ha invece voluto incastrare tutto a modo. Prima di proseguire, proprio per potervi rendere noto quanto tutto ciò si incastri bene, mi vorrei lanciare in una sezione completamente SPOILER che potete comodamente saltare nel caso in cui non abbiate ancora guardato l’episodio.
SPOILER
Old Bale Eye, volendo raccontare la leggenda di Yarrick, si interseca molto con i romanzi che David Annandale ha scritto su questo personaggio. Ad esempio, il momento in cui Yarrick conquistò la propria kela uccidendo Ugulhard viene raccontato nel romanzo Pyres of Armageddon mentre tutta la storia della prigionia e della ribellione fa parte del romanzo Chains of Golgotha. Guardare quest’episodio non ha una funzione di sostituzione, ma di complementarietà. Le stesse scene sono viste in modo diverso, ma non si contraddicono, bensì si completano aggiungendo nuovi dettagli che dai romanzi non avevamo ancora scoperto.
Nello scontro in cui Ugulhard affronta il Commissario, il pelleverde viene decapitato e poco dopo Yarrick ne recupera la testa così da innalzarla davanti a tutti come un trofeo, atto che viene seguito da: “Vedi, Ghazghkull Thraka? Hades non sarà mai tuo! Armageddon non sarà mai tuo! Qui è dove ti fermiamo! Qui è dove fallisci!”
Nell’episodio vediamo un altro momento post-morte di Ugulhard, ossia il momento in cui Yarrick taglia la kela e la solleva per dire: “Occhio per occhio, che parte siete disposti a darmi?”
Yarrick che solleva la kela mozzata è un momento ripreso dal Codex: Guardia Imperiale (5a edizione) e si incastra perfettamente con la scena della testa e di un inno che non si rivolge agli orki lì presenti, ma direttamente a Ghazghkull.
La stessa cosa si può dire del periodo di prigionia e del momento in cui Ghazghkull permette a Yarrick di fuggire. Le parole sono leggermente diverse, ma le frasi si incastrano tra loro senza problemi. L’episodio omaggia pienamente gli eventi di Chains of Golgotha mostrandoci su schermo la ribellione che David Annandale aveva descritto per la prima volta nel proprio libro. Proprio come nel romanzo, a un certo punto Yarrick riceve nuovamente il proprio equipaggiamento e incontra Ghazghkull. Le uniche differenze stanno nell’episodio che mette qualche frase in più tra il momento in cui Yarrick riprende le proprie cose e quello in cui incontra il Kapoguerra, ma tutto trova il proprio posto. Anche nel dialogo che segue, Ghazghkull dice “Dei buoni nemici sono difficili da trovare”, frase che si incastra alla perfezione con ciò che dice nel romanzo, ossia: “Un grande combattimento, mio miglior nemico. Raggiungi Armageddon, preparati al più grandioso dei combattimenti”.
Per capirci, non abbiamo un romanzo in cui Ghazghkull sputa su Yarrick e lo deride, non abbiamo Sebastian che fugge trovando casualmente una navetta, non abbiamo un completo stravolgimento degli eventi. Abbiamo qualche pezzo in più qua e là che ci permette di goderci i due prodotti allo stesso modo mentre insieme danno vita al quadro completo della vicenda.
L’animazione
Parlando di questa parte, vorrei subito fare una premessa: non sono un esperto. Benché mi piaccia conoscere meglio questi campi quando posso, non ho chissà quale comprensione professionale delle tecniche di animazione o del sound design, quindi quelle che seguono sono le mie impressioni.
La compagnia coinvolta nell’animazione di questa stagione di Hammer & Bolter è Farside Features, un nuovo studio situato a Bristol (UK) che fa da compagnia sorella a Sun & Moon Animation (fondata nel 2008). Hammer & Bolter ha portato sullo schermo uno stile d’animazione ben diverso da quelli proposti in precedenza dai due studi e la mia impressione è stata quella di vedere un fumetto in movimento. Davanti a tale affermazione, voi potreste dirmi: “Vabbé, anche un anime giapponese è praticamente un fumetto in movimento, ma l’animazione è ben diversa”. Frase su cui siamo d’accordo, ma non esiste solo l’animazione dei più comuni anime giapponesi o delle serie animate di Cartoon Network.
Old Bale Eye mi ha fortemente ricordato i disegni di Wayne Reynolds e di Colin MacNeill, i quali “andavano forte” ai tempi di Warhammer Monthly su serie storiche come Kal Jerico e Bloodquest, motivo per cui lo stile proposto mi è parso molto vicino a un incrocio tra l’animazione a passo tre/quattro e quella di Gokushufudō (La Via del Casalingo), serie giapponese che propone uno stile paragonabile a un’animazione dei pannelli del fumetto. In quest’ultima, la scena è spesso ferma e volutamente povera di movimento affinché ci si soffermi sui singoli disegni.
Ovviamente si tratta di stili d’animazione differenti da quelli visti quotidianamente e proprio Gokushufudō è stato aspramente criticato in Occidente perché il pubblico non si aspettava un prodotto di questo tipo, ma non è questione di basso budget o di incompetenza. Per quanto mi riguarda, trovo che comunque l’animazione di Hammer & Bolter possa migliorare sotto certi aspetti, infatti c’è un solo momento in cui l’animazione mi ha fatto storcere enormemente il naso: l’apparizione degli Space Marine. Siccome si parla di Armageddon, c’è un breve momento in cui appaiono gli Space Marine e non ho veramente idea del motivo per cui abbiano improvvisamente deciso di usare animazioni 3D. Cozzano totalmente con il resto dell’episodio, non mi sono affatto piaciuti.
Soffermandomi un momento anche sul comparto sonoro, ho apprezzato davvero molto la colonna sonora e un po’ meno gli effetti. Nel complesso buoni, ma alcuni spari qua e là mi sono sembrati un po’ fuori posto e un esempio lo ritrovo nuovamente nei requiem utilizzati dagli Space Marine.
Insomma, c’è indubbiamente spazio per il miglioramento, ma ciò che ho visto mi ha catapultato in un numero animato e a colori del caro vecchio Warhammer Monthly, motivo per cui mi ritengo complessivamente soddisfatto.
Easter egg
Chiaramente c’è qualche piccolo easter egg in questo episodio. Non si tratta di veri e propri spoiler sugli eventi dell’episodio, ma puramente di qualche piccolezza visiva che ho apprezzato molto.
Nel momento in cui lo zkiavizta inizia a parlare di Ghazghkull, viene inquadrato uno stendardo.
Si tratta del classico stendardo portato dal modello che Andy Chambers convertì per il suo modello che ricevette il nome di Ghazghkull. Tale stendardo venne poi riproposto sul primo modello ufficiale del personaggio, uscito durante la 2a edizione.
Successivamente, quando Yarrick e Ghazghkull vengono descritti, i glifi degli Orki che appaiono su schermo non sono casuali. Essi riproducono accuratamente la scrittura degli Orki attraverso i glifi corrispondenti al loro alfabeto e vengono pure utilizzati i glifi che servono a rappresentare l’inizio di un nome e il divisore che funge da comune spazio tra una parola e l’altra.
Successivamente, lo zkiavizta si lancia in un’emozionata descrizione di Ghazghkull e anche in quel caso tutti i glifi che appaiono su schermo non sono casuali, ma scelti appositamente per abbinarsi bene ai significati espressi dalla descrizione in corso.
In un altro momento, invece, vediamo un riferimento a un’iconica illustrazione di Gork e Mork.
Per i prossimi episodi
Nel corso del tempo abbiamo avuto delle piccole anteprime di vari episodi di Hammer & Bolter, ma ovviamente regolate le vostre aspettative. Old Bale Eye mi è piaciuto molto, ma uno dei motivi è anche il fatto che si stia raccontando la storia di personaggi famosissimi per i fan di Warhammer 40.000. Questo episodio è stato ovviamente scelto come anteprima in modo da fare il botto e convincere molte persone ad acquistare l’abbonamento. Ciò non è assolutamente un male, è puramente logico, ma non aspettatevi lo stesso “impatto nostalgico” negli altri episodi.
Sicuramente avremo un impatto diverso perché non ci troveremo davanti alla storia di personaggi famosi, ma davanti a storie nuove con personaggi mai visti, esattamente quella sensazione che si ha quando si legge un’antologia di racconti di Warhammer. Se già prima amavo lasciarmi guidare nelle tante storie di un’antologia, che fosse un vecchio numero di Inferno! o una di quelle prodotte negli ultimi anni, ora sono molto curioso di scoprire cos’altro ha da offrire la prima stagione di un’antologia animata.
Per 5,49€ mensili, attualmente il servizio completo di Warhammer+ mi pare piuttosto valido e sarò felice di discutere con voi di tutto il resto che questa piattaforma proporrà.