Si sa, i videogiochi di una volta non sono per niente facili.
La difficoltà dei videogiochi dei cabinati anni Ottanta era tutta dovuta al fatto che era necessario collezionare monete da tutti coloro che passavano pomeriggi interi nelle sale giochi. Inutile girarci intorno, malgrado l’indubbia qualità, i cabinati erano una vera e propria macchina per soldi.
AI ha battuto Pitfall di Atari
Nel decennio successivo, negli anni novanta, il concetto di videogioco si è evoluto, diventando sempre più casalingo, abbassando la difficoltà per poter essere più fruibile a tutti.
Nel corso degli anni, i retrogame sono stati battuti da vari appassionati del settore: speedrunner, record breaker e chi più ne ha, ne metta. Tuttavia, grazie alla scienza, anche un’intelligenza artificiale adesso può battere i vecchi classici.
Gli scienziati dell’Uber AI Labs hanno utilizzato l’AI per completare l’iconico platform Atari Pitfall.
La metodologia dietro questo è abbastanza interessante: i ricercatori hanno creato degli algoritmi che permettono all’AI di ricordare le aree del platform provate in precedenza, utilizzando tale informazioni per spingerla in nuovi luoghi.
I metodi precedenti, in particolare uno chiamato intrinsic motivation, premiava l’AI per aver trovato nuove aree, ma essa tendeva a dimenticare le aree scoperte in passato. Questo problema è noto come “distacco“, ma grazie a nuove ricerche nell’ambito dell’intelligenza artificiale, l’AI non solo è stata in grado di completare Pitfall, ma anche Freeway e Montezuma’s Revenge.
Un’AI che batte i classici giochi arcade può sembrare apparentemente inutile, ma ha varie implicazioni pratiche. L’obiettivo è quello di creare un’intelligenza articificiale che sia migliore nella navigazione degli ambienti reali (come, ad esempio, l’utilizzo dei robot nella ricerca dei sopravvissuti ad un terremoto), e per farlo occorre “allenarla” negli ambienti digitali.
E i difficili platform anni ’80 sono il giusto compromesso.
Il caso suddetto può essere una notevole spinta per i progressi dell’intelligenza artificiale ed è l’ennesimo caso di scienza contro il mondo dei videogiochi.
Un risultato molto interessante che va nella coda lunga di quello che è stato il caso di Open AI dove un’intelligenza artificiale sufficientemente sviluppata è stata in grado di affrontare e sconfiggere dei giocatori professionisti di Dota 2