L’ evento del 24 aprile di Milano dedicato a Hearthstone ha visto nel pomeriggio l’inizio di una vera e propria festa dedicata alla community del gioco Blizzard.
Tra i tanti partecipanti, spiccavano soprattutto giocatori professionisti e streamer ben noti di questo ambiente. Prima che la festa entrasse nel vivo, con i giochi organizzati da Gaming Arena, abbiamo incontrato Simone “VkingPlays” Larivera il quale ha recentemente abbandonato la scena competitiva per dedicarsi alla sua passione per lo streaming ottenendo anche ottimo risultati.
Di seguito la nostra intervista:
I: Simone parlaci un po’ della tua esperienza nel circuito competitivo di Hearthstone.
Vking: Nell’ultimo anno e mezzo ho militato nel team QLASH, sono uscito non perchè ci fosse qualche problema con il team, amo il competitivo ma per impegni personali non potrò dedicarmici almeno per i prossimi mesi. La scena competitiva di Hearthstone è qualcosa di mai visto prima, le emozioni che vivi e i limiti verso cui ti spingi in ogni competizione sono davvero unici. Tralasciando le solite battute sulla casualità che caratterizza alcune parti del gioco, il competitivo di Hearthstone è sicuramente un ambiente sano e che ripaga i tuoi sforzi. Viaggiando spesso ho potuto appurare che questo pensiero è condiviso tra la maggior parte dei giocatori.
I: Cosa ne pensi di queste tappe italiane nel competitivo di Hearthstone? E che futuro può avere questo Esport in Italia?
Vking: Uno dei motivi per cui non potrò partecipare alle prossime competizioni è proprio perchè sono nell’organizzativo di queste tappe, sono riuscito ad “infilarmi” tra questi eventi per aiutare a portare finalmente qualcosa di veramente rilevante in Italia. Penso che possano essere un ottimo punto di partenza per la creazione di un circuito minore, quello che ho notato è che i nostri ragazzi sono preparatissimi, basti pensare alle vittorie negli ultimi mesi, ma non possiedono un vero campo di preparazione qui in Italia. Spero tanto in una serie di eventi anche con montepremi minori per raggiungere gli standard internazionali e dare modo ai giocatori italiani di confrontarsi sempre più spesso per migliorarsi.
“Se dovessi dare dei consigli a chi inizia direi: Focus sulla community e ricordarsi che quello che facciamo può fare del bene alle persone che ci seguono.”
I: Cosa serve per diventare uno streamer di punta?
Vking: Prima di tutto fortuna, essere uno streamer è una convergenza di tanti fattori che partono dalla tua personalità che deve combaciare con questo mestiere. Su Youtube è più facile fingere o essere attori ma se cerchi di sfondare su una piattaforma live come Twitch devi assolutamente essere onesto e sincero 24 ore al giorno, serve comunque una certa sensibilità per saper reagire a determinate situazioni. Di assoluta importanza è il rapporto che crei con la community, nel mio caso vengo seguito da persone che mi vogliono bene ed io voglio bene a loro, piano piano abbiamo prodotto risultati incredibili. Se dovessi quindi dare dei consigli a chi inizia direi: Focus sulla community e ricordarsi che quello che facciamo può fare del bene alle persone che ci seguono.
I: In America c’è Ninja che rompe ogni record, pensi che in Italia si possa creare (con i dovuti rapporti) una situazione simile legata allo streaming?
Vking: Siamo sicuramente lontani dal sogno americano però le basi ci sono tutte, in Italia manca un fulcro centrale, ancora non esiste Twitch Italia ma quando si sarà formato allora comincerà una vera evoluzione del fenomeno. In Italia c’è bisogno di più utenza sulle piattaforme di live streaming e l’unico modo che abbiamo attualmente è quello di rastrellarla da altre piattaforme come facebook o instagram. L’utenza che arriva su Twitch difficilmente l’abbandona quindi sono convinto che nei prossimi anni potremmo arrivare ai numeri americani ma mi accontenterei anche di quelli francesi.
I: Chiudiamo parlando di Boscotetro, quali sono le tue considerazioni su questa espansione?
Vking: Boscotetro è stato un set sorprendente, ero molto scettico all’inizio ma una volta provato mi sono dovuto ricredere. Ciò che manca dalla rotazione dei set con l’Anno del Corvo viene sostituito dalle carte base che per me che gioco arena fa davvero piacere. Ci sono due cose che non mi piacciono: lo Stregone che al momento è un po’ troppo forte e il meta attuale con dei matchup troppo polarizzati, alcune partite sono segnate già dall’inizio. Questo lascia poche scelte al giocatore in partita lasciando tutto alla scelta del mazzo migliore.
I: Abbiamo finito grazie mille!
Vking: Grazie a te!