Il 6 ottobre Larian Studios ha lanciato l’Accesso Anticipato di Baldur’s Gate 3, il nuovo capitolo della famosa saga di videogiochi ambientata nei Reami Dimenticati di Dungeons & Dragons. In circa 50 ore di avventura ho dialogato con tante persone, ho combattuto con una moltitudine di mostri (e alcune delle “tante persone”, ma non facciamoci caso) e ho sperimentato nei modi più bizzarri per capire quanto fosse possibile rendere personale quest’avventura attraverso le proprie scelte. Al termine di queste 50 ore so di avere ancora qualcosa da scoprire, ma ho potuto esplorare molto, scoprire davvero tante cose e portare a termine il primo capitolo di questo gioco. Siamo ancora ben lontani dal gioco completo, ma possiamo già fare delle attente riflessioni.
La 5a edizione di D&D al timone
Ancora non esisteva un capitolo di Baldur’s Gate legato alla 5a edizione di Dungeons & Dragons. I primi due giochi si appellavano alla 2a, mentre il mai realizzato Baldur’s Gate 3: The Black Hound si sarebbe appellato alla 3a. Ho quindi voluto sperimentare fin da subito come fosse stata realizzata questa trasposizione della 5a edizione.
Come D&D stesso cambia nel corso degli anni attraverso manuali e FAQ, anche Baldur’s Gate 3 si è concesso alcune libertà. Alcuni incantesimi hanno valori prefissati al posto di averne uno generato tramite un tiro di dadi, mentre Cecità/Sordità è diventato solo Cecità perché non sono presenti meccaniche legate all’udito. Altre cose, invece, sono cambiamenti più marcati che tentano di ottimizzare laddove i giocatori di Dungeons & Dragons non si ritenevano soddisfatti. Chi gioca a D&D conosce bene tutte le discussioni riguardanti le debolezze del Warlock, del Ranger e del Ladro con archetipo Furfante. Larian Studios, a questo proposito, ha voluto portare dei cambiamenti che hanno davvero ottimizzato le classi citate sopra donando loro nuove possibilità di splendere.
Nel complesso, trovo che per ora il sistema adottato da Baldur’s Gate 3 sia piuttosto fedele al gioco di ruolo cartaceo su cui si basa e che spesso apporti cambiamenti che si traducono in miglioramenti. Sperimentando con varie meccaniche attraverso il videogioco, non mi stupirebbe se il gioco cartaceo venisse a sua volta influenzato implementando alcuni tra questi cambiamenti.
Un mondo vivo: Mind Flayer, Githyanki, ma nemmeno un nano
Dungeons & Dragons ha delle ambientazioni che difficilmente si trovano in situazioni per cui esiste solo un unico grandissimo problema che coinvolge tutte le terre conosciute mentre tutto accade in funzione di questo grande problema. È accaduto, tant’è che proprio Baldur’s Gate 3 cita in un libro la Seconda Scissione, ma in molti altri casi non è così. Baldur’s Gate 3 si presenta con una storia che pone in una posizione centrale la minaccia dei Mind Flayer e il loro conflitto con i Githyanki, ma trova anche spazio per moltissime altre sfaccettature dell’ambientazione andando a toccare persino gli angoli più remoti dei manuali di 2a edizione. Fin dal primo capitolo, Larian ci presenta un mondo vasto in cui un luogo contiene tante storie diverse che si intrecciano con la trama principale e/o tra di loro dando la possibilità di vivere avventure molto diverse in base al proprio approccio.
Senza fare spoiler, vi porto un esempio. Il primo gameplay ci mostrava la possibilità di esplorare una porzione dell’Underdark, una vastissima parte sotterranea dei Reami Dimenticati, perciò ho ovviamente voluto addentrarmi in questa parte dell’Accesso Anticipato. La trama principale ci porta lì per un motivo, ma questo ci porta anche ad accompagnare una persona per soddisfare una sua richiesta e allo stesso tempo partire per trovarne una dispersa. Tutto ciò apre una rosa di scenari differenti in cui potremmo completare il nostro incarico principale in numerosi modi, alcuni dei quali legati a come opereremo in funzione delle missioni secondarie iniziate prima. Dopo aver risolto tutto questo, altri personaggi ci porteranno ancora più in profondità per esplorare un luogo che soddisferà gli amanti dei dungeon e della risoluzione di problemi ed enigmi per completarli. Come se non bastasse, la strada per raggiungere tale luogo si divide in altre strade che portano ad altre possibilità d’esplorazione e scoperta.
Insomma, stiamo parlando di un mondo davvero tridimensionale e vivo in cui accadono tantissimi eventi intrecciati tra loro e in cui sento tutta l’atmosfera di D&D. Se l’intero gioco manterrà questo livello d’approfondimento e di cura, allora sarà davvero un gioco immenso. Tuttavia, ci tengo a sottolineare anche alcune cose che mi hanno fatto storcere il naso.
I compagni con cui viaggiamo sono indubbiamente dei personaggi interessanti e Dio solo sa quanto io adori chiacchierare con Gale, ma è davvero un peccato che, su cinque compagni disponibili, due siano umani e altri due abbiano origini elfiche. Nonostante la validissima caratterizzazione, mi dispiace vedere una totale assenza di compagni con taglie differenti come nani o halfling, inoltre è un peccato doversi limitare allo schema del gruppo da 4 giocatori che Larian porta avanti da Divinity: Original Sin 2. Baldur’s Gate è legato a un’abbondanza di compagni, perciò spero che Larian si sposti verso un gruppo da 6 personaggi e proponga altri possibili compagni nel corso della storia. È bello iniziare a conoscere i propri compagni all’inizio del viaggio, ma è bello anche incontrarne di inaspettati durante il suo corso.
“Aaah quetti bag”
La presenza di numerosi bug nella versione attuale di Baldur’s Gate 3 è chiara, infatti non voglio concludere questo articolo parlando di quanti ce ne siano e quanto siano importanti. Ciò che voglio evidenziare è il comportamento di Larian Studios nei loro confronti. In un ambiente in cui esistono compagnie che creano giochi non finiti e pieni di errori lasciandoli così come sono, diventano famosi per questo e si riguadagnano il favore generale dei clienti facendo un pizzico di falsa autoironia per poi ritornare al solito comportamento, Larian si comporta diversamente. Ha messo le mani avanti sulla presenza di numerosi bug, ma fin dal giorno successivo all’uscita ha messo anima e corpo per rilasciare una patch correttiva dopo l’altra in base al feedback dei giocatori.
Baldur’s Gate 3 è, in conclusione, un gioco estremamente promettente in cui si vede ampiamente il tratto di Larian Studios, ma che riesce anche a conservare l’atmosfera di D&D. Con i giusti miglioramenti e lo stesso livello di cura nei prossimi passi dello sviluppo, credo che questo videogioco potrà davvero raggiungere i punti più alti del gioco di ruolo su schermo.